Giulio è stato uno dei migliori compagni di lavoro che ho avuto, una persona forse un po’ brusca ma corretta, efficiente e leale, uno di quelli che se aveva qualcosa da dirti te la diceva sul muso, e se ti vedeva in difficoltà non ti negava una mano.
Orbene un giorno l’amministrazione dalla quale dipendevamo bandì un concorso, al quale entrambi avevamo i titoli per partecipare, ed altri era difficile potessero essere interessati, Giulio mi chiese se avevo intenzione di farlo, risposi che siccome aveva più anzianità di servizio di me, e pure più titoli, era giusto che lo facesse lui da solo, che poteva stare tranquillo non avrei partecipato.
Così andò (anche se taccio il risultato sconcio di quel concorso), ma se, per ipotesi, dopo aver rassicurato il mio collega avessi partecipato, e magari vinto, Giulio avrebbe avuto ogni ragione, di definirmi un mentitore, un fedifrago e un traditore e di sputarmi in un occhio alla Totò. E’ incontestabile
Facciamo un salto di 35 annetti, qualche mese fa scrissi su queste pagine che non sarei stato in corsa, in nessun ruolo nelle prossime elezioni amministrative; orbene se (dopo aver registrato la sollecitazione in tal senso di qualche squinternato) avessi posto alla mia parte politica la richiesta di correre per la conquista di un cadreghino qualsiasi, voi tutti cari lettori avreste avuto ogni ragione per definirmi un chiacchierone bugiardo, un pagliaccio e sputarmi in un occhio alla Totò. E’ incontestabile.
Stamani ho quasi litigato, al telefono, con mia sorella, perché vivaddio siamo cresciuti in una famiglia dove “politica” non era una parolaccia, se ne parlava e se ne parla, se ne discuteva e se ne discute con passione, con punti di vista anche assai divergenti.
E mi sono trovato a dirle (piuttosto incazzato): “Ma ti rendi conto che questo arrogante è un boccalone bugiardo, un pagliaccio traditore la cui parola non vale un fico secco”?
Ora, indovinate un po’ di chi si parlava cari lettori?
Atteso che il non mentire, l’essere leali, non tradire, non sono atti di particolare eroismo, ma costituiscono la normale onestà dell’esistere, mi pongo e vi pongo una domanda: ma l’etica che vale per un Signor Rossi qualsiasi, vale o non vale anche per le alte cariche dello Stato?
Parliamo d’altro.
Per fortuna abbiamo un nuovo Presidente del Consiglio che piace a un sacco di gente: lo ha eletto il PD, il “centro” sta con lui la destra berlusconiana gli ha dichiarato un’opposizione quasi amorosa.
Stai a vedere che abbiamo trovato dopo i Cavalieri (Benito e Sivio) un altro ventennale Uomo della Provvidenza, non un Padre della Patria, ma (anche per età) un Grande Fratello che ci traghetterà verso una novella età dell’oro dove tutto sarà più bello e splendente che pria (Bravo! Grazie!) .
D’altra parte è l’ultima carta giocata e giocabile da quella banda del corpo sciolto che è ormai il PD, lo ha detto chiaro e tondo Lui, e con le mani in tasca: “Après moi, le déluge!”
A proposito, la storia non si fa con i se e con i ma, ma se a quel fava della cui permanenza isolana ricorre il bicentenario, non gli prendeva la “gana” di scappare (per poi andarsi a far fare un culo come un capanna a Waterloo), a quest’ora capace che qui ci toccava parlare francese, ma avevamo (noi che non si elegge uno straccio di consigliere regionale) un rappresentante nella Assemblée Nationale de France e avremmo guardato con discreto distacco alle vicende di questa eterna minorenne, eterna incompiuta nazione, nota nel mondo come "Italia”.
Beh, sputaci…