Ultimamente le nostre cronache si sono riempite di segnalazioni da parte delle forze di polizia che narrano di un crescente numero di giovani cittadini “piccionati” a consumare o passarsi sostanze che la legge italiana considera stupefacenti come i cannabinoidi.
Premesso che di tali sostanze non faccio uso neppure occasionale (né tantomeno lo incoraggio), e premesso altresì che, stante la vigente normativa, le forze di polizia fanno il loro pieno dovere a farla rispettare, mi “scappa” qualche ragionamento in materia.
Il primo è ispirato da un verso di una canzone di 30 anni e passa fa di Eugenio Finardi “non si può mettere sullo stesso piano – chi si buca e chi si fa uno spino” e cioè è relativo alla devastante differenza che passa tra la cocaina (la “bamba” come si usa or definire il solfato di coca), l’eroina, o le schifezze sintetiche come l’Acido Lisergico, i cocktail di anfetamine e altre sostanze psicotrope, e la marijuana. Solo un abitante della Luna (o di Montecitorio, che ci è molto vicino) poteva partorire una legge (ultimamente corretta ma solo in parte) tanto stupida da stabilire una equivalenza categoriale tra i principi attivi e gli effetti che provocano negli assuntori.
Per fare un parallelo è come se si volesse “curare” con le stesse metodiche un tizio affetto dal mal di gola e un altro con una broncopolmonite doppia e virale perché entrambi tossiscono.
La seconda riflessione è un ragionamento numerico-probabilistico. Senza nulla togliere all’efficienza delle forze dell’ordine, ci pare palmare che quelli che vengono pescati, siano una esigua minoranza rispetto ai più o meno occasionali consumatori di “spinelli”.
Ma se questa minoranza di “piccioni” diventa numericamente rilevante, una e una cosa sola vuol dire, e cioè che l’uso è massicciamente diffuso tra giovani (e anche ormai maturi) nostri concittadini.
A questo punto sorge un interrogativo tra il filosofico e il semantico: ma quando una così importante fetta della popolazione, “trasgredisce”, senza costituire un problema di pubblica sanità, è ancora lecito parlare di grave devianza rispetto alla comune etica, di comportamento asociale ergo delittuoso?
Perché un consumatore di “maria” delinque, mentre uno può tranquillamente fumare 60 sigarette il giorno, ubriacarsi di alcol come una zucca, stonarsi di psicofarmaci, tutta roba che, al contrario dei cannabinoidi, genera assuefazione, provoca devastanti danni alla salute della gente, con esiti spesso mortali e con derivanti costi sociali altissimi?
Certo dimostrato che gli spinelli non provocano una dipendenza fisica, c’è il problema della possibile dipendenza psicologica, del rifugiarsi nell’effetto euforizzante della sostanza per sfuggire ai problemi del quotidiano, da parte di chi determinati problemi li ha, ma chi è così e non è curato, assistito, se non si farà canne si farà certamente di molto peggio.
Salto a piè pari (non essendo né un tecnico né uno sponsor dell’uso) ogni considerazione sui positivi effetti terapeutici della cannabis, accertati ormai dalla comunità scientifica internazionale, e sul fatto che ormai in parecchi stati è consentito o tollerato l’uso almeno medicale della marijuana, giungendo al ragionamento che più mi sta a cuore.
Sapete chi si incazzerebbe di più, se un giorno il governo italiano (del futuro, ovvio, dall’attuale ribiascicato di zuppa democristian-ciellin-berluscona cosa vuoi aspettarti?) decidesse, con una mossa intelligente come quella dell’Uruguay, di procedere ad una legalizzazione (controllata, dalla produzione alla distribuzione) della cannabis? Se pensate Giovanardi o simile residuato sbagliate, sarebbe la criminalità organizzata ad opporsi nella maniera più decisa.
E lo farebbe a giusta ragione non solo perché stimo che all’onorata società verrebbero a mancare una valanga di introiti (mentre un sostanzioso aggiuntivo gruzzolo andrebbe allo Stato) ma soprattutto perché salterebbero i loro binari della distribuzione di massa della pseudo-droga, che sono utilizzati anche per far viaggiare la droga vera, la cocaina in primis, (il cui fatturato annuo italiano, sono convinto non sia molto distante all’entità di una finanziaria) ed altra consimile assassina merda.
Sarebbe quindi dare alla mafia una legnata senza precedenti, si svuoterebbero davvero le carceri dai disgraziati finitici per una legge assurda, si sgraverebbero le Forze dell’Ordine di molto lavoro inutile.
Ma forse sarebbe troppo logico e troppo semplice, e Brecht diceva: “E’ la semplicità che è difficile a farsi”