Conosco un tipo strano, che è proprietario, anzi comproprietario, di una vasta porzione di territorio che si affaccia sul mare e su uno dei più suggestivi squarci paesaggistici dell’Elba (come dire, scusate se sono di parte, in una delle più belle posizioni del mondo), un terreno che, reso edificabile, da agricolo che è, diventerebbe una miniera d’oro, darebbe tanti soldi quanto non basterebbero due o tre normali vite a spenderli. Bene, questo originale cittadino, non solo non va a rompere le scatole un giorno sì e l’altro anche a sindaci e assessori e Grandi Mogol dell’urbanistica ferajese, non va a pietire perché gli facciano cementificare anche solo un pochino quel che possiede, trasformandolo da fruitore di una pensione (non misera ma nemmeno aurea) in uomo decisamente ricco, ma ha chiesto (udite bene) agli amministratori che i vincoli a cui è sottoposta la sua proprietà fossero rafforzati, in modo che anche in futuro quel bellissimo incantato posto resti com’è.
Ma la bizzarria di questo signore (e delle sorelle che ci filano in sintonia) non ha proprio limiti, figuaratevi che quando nelle suddette proprietà sono approdati degli archeologi (roba da far venire un “coccolone” all’elbano standard, anche se possessore di una sola tovaglia di terra con annesso vetusto “rudero” di pollaio vel maialaia, che può sempre trasformarsi in un residence) non li ha ostacolati in nessuna maniera, anzi li ha aiutati ed ospitati!
Di più, quando gli zappanti e vanganti studiosi, in luogo del fornetto per cuocere il minerale ferroso etrusco/romano che si aspettavano ci fosse, hanno scoperto molto più che le tracce di una vasta fattoria, una specie di “quartiere di servizio” della enorme sovrastante Villa Romana delle Grotte, non ha pianto, non è andato in depressione, prendendo coscienza che ora da là neanche le rape ci potrà più ricavare, non è stato colto dalla depressione e dalla tentazione, (che un medio capoliverese o campese, nei suoi panni, avrebbero sicuramente avuto), di intrecciare un nodo scorsoio bello insegato, ma si è addirittura rallegrato, conducendo pure orgoglioso, con la sua famiglia, gli amici a vedere quella che, ridendo e scherzando, è la più importante scoperta archeologica elbana dell’ultimo ventennio almeno.
Oggi ne ha combinata un’altra: poiché l'estroso vive la maggior parte del suo tempo fuori dell’Isola ed è un assiduo lettore di Elbareport, nonostante che, come noto, il nostro non sia un sito accessibile pagamento, conoscendo la nostra francescana povertà economica, la nostra permanente difficoltà a tenere in piedi la baracca, ha personalmente valutato che il servizio che gli forniamo vale quanto quello dei giornali che acquista quotidianamente, fissando (generosamente) il corrispettivo ad un euro per numero, quindi si è “abbonato” per i 365 giorni del prossimo anno e ci ha inviato un bonifico (senza farsi neanche lo sconto) dell’importo di 365 euro!
Mi è venuto da riflettere sul fatto che se l’umanità circolante sulla crosta terrestre, fosse composta da persone che avessero, anche in minima parte, la generosità, l’amore per la cultura, il rispetto della natura e del bello, ed il senso civico di Paolo Gasparri (e della sua famiglia), questo sarebbe un mondo migliore, e non di poco.