Caro Sergio,
è da un sacco di tempo che non scrivo ad “Elbareport”. A memoria, direi da tre anni circa, cioè da vicenda Toremar a vicenda Toremar.
All’epoca, la notizia della vendita della compagnia della Regione Toscana ad una società della famiglia che già deteneva Moby, non suscitò reazioni particolari. Qualche dubbio, qualche perplessità, molti auspici, oltre alle promesse (ridicole) dell’ineffabile assessore Ceccobao, che un po’ di tempo fa abbiamo scoperto (dalle intercettazioni) essere in ottimi rapporti personali con Rita Lorenzetti, ex governatrice dell’Umbria arrestata per la sporca faccenda (sporca in tutti i sensi, visto che fra l’altro si parlava dello smaltimento dei materiali di risulta inquinanti) del TAV di Firenze.
Ora leggo del documento firmato da 107 cittadini stanchi di disservizi e tariffe esose (a proposito: l’anno scorso, periodo pasquale, un nativo - io - e due bambini - i miei figli - 47 euro e spiccioli per una tratta Piombino – Portoferraio: pensavo si fossero sbagliati…..), e delle minacce di querela a loro e ad “Elbareport”.
Vediamo se si può dire che la minaccia in questione è un’intimidazione bella e buona, un atto che eventualmente un giudice dovrebbbe immediatamente respingere al mittente, in attesa di una legge, tante volte invocata da Milena Gabanelli di “Report”, che renda più oneroso adire la giustizia ad libitum contro chi dice la verità o fa una critica scomoda, tanto ci si può permettere di pagare eventualmente spese legali e quant’altro; mentre il giornalista o chi per lui, soprattutto se non ha la RAI o un grosso editore alle spalle, rischia il fallimento della propria testata o il suo personale.
Mi trovo ancora una volta ad esprimerti tutta la mia solidarietà, per quel poco che conta. E ad esprimere un ringraziamento ai 107 firmatari, che spero non vengano lasciati soli ed inascoltati dalla politica.
Questo tema (il monopolio di fatto della famiglia Onorato, e tutta la politica dei trasporti – penosa – per l’isola d’Elba) è anche un ottimo criterio per valutare chi si candida a governare la città: si può chiedere che prendano una posizione al riguardo o ci dovremmo accontentare di seriose analisi “sull’unità del centrodestra/centrosinistra” e supercazzole varie?
Comunque vada, è un buon segnale che un gruppo di cittadini abbia alzato la testa, e che continui ad esistere una bella realtà come “Elbareport”. Mi avete ricordato quella splendida massima (ti chiedo aiuto per la giusta attribuzione, potrebbe essere Felice Cavallotti?) dedicata agli elbani e non solo: “Non nascon servi, in riva al mare”.
Foggia, 19 marzo 2014
Cesare Sangalli
P.S. Approfitto per rimediare ad una cosa che avrei voluto scrivere e non ho scritto, la scorsa estate: chi dobbiamo ringraziare per quella specie di meringa post-moderna che hanno piazzato sulla spiaggia della Biodola, in puro stile Rimini? E’ l’ultima follia della “Portoferraio da bere” o si prevedono discoteche e “aquapark”? Ora che torno per Pasqua, spero di non avere l’ennesima sorpresona….
Caro Cesare
Sto sereno (davvero, non come uno che ha ricevuto una telefonata di Renzi) memore di quanto usava ripetere un vecchio Maresciallo dei Carabinieri: "Male non fare, giustizia non temere".
Non so come finirà questa ennesima bega, ma sono certo di avere agito correttamente riportando un atto pubblico quale deve considerarsi un esposto al Difensore Civico.
Certo che ci terrei a terminare il mio servizio alla comunità, mantenendo il mio "zero" sulla colonna delle condanne per diffamazione ricevute, a fare il paio con un altro "zero" quello delle querele intentate, che credimi, avrebbero potuto sommare a diverse unità e supportate da buona sostanza.
Gina e Lucia le mie (bravissime) patrocinatrici legali, sanno come la penso: i tribunali per me dovrebbero servire per dirimere questioni importanti e non per discutere le favate. Giudiziariamente sono gandhiano, mi difendo con la resistenza passiva.
Atteso che hai ragione a pretendere un pronunciamento sui Servizi Marittimi da chi si candida a governare i comuni elbani, penso anche io che abbia straragione la Gabbanelli: è vero quello che afferma circa la possibilità dei danarosi di togliersi lo sfizio di buttare soldi dalla finestra per promuovere azioni che si rivelano senza sostanza (appena 8 per quanto mi riguarda), sul maggiore rischio (sbagliare si può sempre) che corre chi non ha alle spalle la Rai o fortune economiche, è vero che sarebbe ora che chi ha la "querela facile", fosse condotto da una diversa normativa a riflettere, prima di intasare i tribunali di inutili carte.
Tuttavia ho almeno un elemento per sentirmi "forte" col mio stipendio di pensionato (poco aureo).
Ti spiego qual'è raccontandoti una peraltro nota storia (i miei più datati lettori la conoscono già): quella dell'antico Sindaco di Rio Marina Alfonso Mariannucci, un personaggio particolare che faceva di professione il pastore di capre, ed annoverava tra i suoi più cari e frequentati amici il raffinato latinista Concetto Marchesi, uno dei (soli) 9 professori universitari italiani che rifiutarono di aderire al Partito Fascista.
Un giorno Alfonso fu avvicinato da un tizio interessato ad acquisire un servizio comunale, Alfonso "se lo lavorò" fino a fargli sputare cosa "ci avrebbe guadagnato" e la risposta dell'aspirante corruttore fu: "500.000 lire e una Lambretta"
Si era negli anni '50 e l'offerta era decisamente cospicua, ma Alfonso rispose: "Pe' compra' a me ci vogliono 500 milioni e un'aeroplano!" come dire che non era in vendita.
Orbene Cesare mi ritrovo negli ultimi anni della mia attività a dirigere un quotidiano (piccolo, ma rispetto al territorio di riferimento abbastanza "armato", e, quando non amato, almeno"considerato", visto che si viaggia verso i 6.000 lettori il giorno). Non è sbagliato quindi affermare che mi ritrovo tra le dita una buona fetta del potere informativo che si esercita su questo scoglio.
Ora se in virtù di ciò (e magari notando i problemi finanziari che al pari di molti altri ci affliggono) qualcuno mi venisse a proporre di scrivere a comando cose che non penso e che non sono pensate dai cervelli che lavorano in questa redazione, se pretendesse ci trasformassimo nei trombettieri di questa o quella Maestà, la mia risposta sarebbe una parafrasi di Alfonso: "Per compra' a noi ti ci vogliono 5 Miliardi e una portaerei" (tanto per adeguarci all'inflazione).
Essere liberi non è sempre una passeggiata, non è confortevole, ma un quid di forza in più te la dà. E replico al tuo Cavallotti con l'anonimo anarchico, caro e più volte citato da Luigi Totaro: senza servi padroni non ce n'è.