Il calcio è un po' uno sport del cazzo. Tutte le cose brutte della società si rispecchiano amplificate nel calcio. La droga per vincere, la corruzione per cambiare l'andamento di una partita, la prepotenza economica per fare tabula rasa sul mercato. Però nel calcio c'è la realtà, e chi ha il coraggio e la ferma volontà di analizzare e cambiare la realtà non può soprassedere sul calcio.
Ieri sera alcuni amici tedeschi sono venuti a vedere il partitone Real-Bayern a casa mia. Tra un'azione e l'altra non potevamo trattenerci dal parlare della situazione italiana, cultura, mentalità, educazione, senso civico, economia, futuro e ovviamente politica.
Gli amici tedeschi, che conosco da 30 anni, sono sempre molto attenti ad ascoltarmi e capire il mio punto di vista. Molto di piu' di quanto lo siano gli amici italiani, ed esageratamente di piu' degli amici elbani.
Loro sanno perfettamente che tutte le notizie che hanno dall'Italia, dai media o dai loro amici (che si fanno un'opinione coi media), non hanno mai nulla a che fare con le personalissime idee del pazzo di Poggio
Trent'anni di esperienze gli hanno insegnato tante cose. Per esempio quando io abitavo in Germania nel '92 e dicevo loro che Craxi era un ladro da mandare in galera o in esilio come Napoleone, mentre i giornali italiani e i loro amichetti snob della borghesia romana o milanese negavano. La storia, piena di episodi come questo, ha insegnato loro che ascoltare il pazzo di Poggio era molto meglio che leggere un giornale o ascoltare i ritriti discorsetti trendy dei salotti bene metropolitani.
Ieri sera ho percepito questa sensazione. Forse nella maniera piu' lucida di sempre. Spero di non sbagliarmi, ma credo di essere stato chiaro e convincente nello spiegare loro che il Movimento 5 Stelle non è un partito fascista, ma anzi, è un movimento che impedisce che in Italia nasca un partito fascista. O nello spiegare dal mio punto di vista, perché, nonostante io non creda in senso assoluto che la democrazia diretta sia una soluzione a tutti i problemi, credo comunque che HIC ET NUNC, oggi in Italia, sia indispensabile seguire questa strada per detronizzare l'elite degli sbafatori e ricostruire un sistema democratico.
Ho cercato di spiegare loro come i nostri "vaffanculo" non siano volgarità fini a se stesse, ma metafore di lame di ghigliottina rivoluzionarie. E come, di fronte a un potere che si bea della propria mafiosità e del proprio servilismo lobbistico, a volte, solo un vaffanculo ti può far stare meglio.
Ho cercato di spiegare loro come il monopolio dell'informazione in Italia sia un vecchio progetto della massoneria deviata P2, perfettamente realizzato, e come le moine tra Renzi e le lobby toscane (MPS di Siena, Verdini di Firenze e Gelli di Arezzo) e Berlusconi siano sintomatiche della continuità che aborriamo.
Entrando poi nello specifico elbano, ho enucleato vari aspetti della mafiosità locale e della connivenza popolare basata su clientelismi ed omertosi timori reverenziali, tra leccaculismi ed inchini a sfare, tanto che le slogature di lingua e i mal di schiena sono le patologie piu' comuni.
Anche i media locali si comportano come quelli nazionali, ampi spazi alle ridicole polemiche e beghe interne al centrodestra (che alle Europee rischia di rimanere sotto il 20%) e pochissimo spazio alla lista dei "cittadini". Grandi cronache dei dribbling e delle finte di corpo di onorevoli senatori e loro lacchè, colpi di testa e ripensamenti, grandi slogan, ma soprattutto, ignorare gli avversari. "Quello che dovrebbe essere un evento da passare agli annali, come la prima lista elbana certificata a 5 Stelle, non può passare in secondo piano rispetto ai litigi tra i capetti berlusconiani e renziani di vecchia lega. Fra un paio d'anni quegli stessi giornali verranno ad elemosinare interviste e notizie agli esponenti del movimento all'Elba, e i partiti della destra forse non esisteranno più, o nel migliore dei casi saranno ai servizi sociali.
E i miei amici tedeschi annuivano sorridenti. Oggi sono meno convinti della campagna mediatica internazionale che descrive il Movimento come il peggiore dei mali. Lo so che è poco, ma anche se non è la Merkel, la mia amica è davvero tanta roba. Vai amica, spargi il verbo.
ANGELO MAZZEI
delegato alle elezioni 25 maggio zona Elba per il M5S
Caro Angelo
Consentimi qualche annotazione: Intanto non sono d'accordo per nulla con la tua analisi, ma come vedi, non mi metto a contestarla e pubblico integralmente quello che scrivi, perché penso che tutti abbiano il diritto di esprimere il loro punto di vista, un diritto che ancor di più vale in campagna elettorale.
Quello che non ti consento (se mi consenti) per iniziare è di sparare nel mucchio in maniera indiscriminata. Tu accusi di leccaculismo l'informazione tanto nazionale quanto locale; bene, siccome nel nostro non tanto piccolo noi rappresentiamo una bella fetta del volume di informazione locale prodotto e fruito, ti dico che questa tua accusa oltre che profondamente offensiva è del tutto infondata, anzi è un'autentica panzana, avendo questo giornale pubblicato qualsiasi notizia provenisse dal M5S, che avesse anche un minimo riflesso locale.
Altra cosa che non ti consento e quella di definire in esclusiva (o per antonomasia?) "cittadini" solo coloro che sostengono la tua lista, visto che a termine di legge per la presentazione di un candidato sindaco sempre dei semplicissimi cittadini debbono firmare, e non è che chi firma Del Torto, Ferrari, Lanera o Pellegrini è meno cittadino di chi firma per l'amico Coscarella. E'solo uno che la pensa diversamente da te, e non credo che tu voglia ergerti a unico depositario della Ragione e della Verità, altrimenti sconfineremmo dalla politica nella religione, materia che, visto il mio agnosticismo, non mi affascinerebbe affatto.
Ma tornando indietro di un passo e anche guardandomi intorno (ricordandomi di essere il più vecchio dei giornalisti elbani in servizio permanente effettivo) al lavoro dei miei colleghi, non mi pare ci sia all'Elba un complotto demoplutopippopaperinogiudaico per oscurare il M5S ed il suo candidato, credo piuttosto che ci sia una differenza notevole tra la "presa" che esercitano le le tematiche nazionali M5S e la loro declinazione locale (non capita, mi pare, solo all'Elba). Non so dirti perché ciò accada, forse per un relativo radicamento territoriale del movimento, forse anche perché dovrebbe essere la vostra comunicazione a migliorare, a crescere in efficacia.
Vedi Angelo io di un misuratore dell'appeal delle diverse "comunicazioni politiche" elbane ce l'ho, per quanto rozzo, ed è costituito dal monitoraggio dei numeri delle consultazioni dei singoli pezzi che pubblichiamo, se venissi a prendere un caffé in redazione (tranquillo, le tazzine che usiamo noi non sanno di culo) ti potremmo far vedere come si differenzia (a parità di collocazione e tempo di pubblicazione) l'attenzione dei lettori (ed i nostri pochini non sono), a seconda degli argomenti che si trattano e a seconda del soggetto che propone la notizia.
Vorrei in ultimo rassicurarti anche circa il futuro. Io spero di vivere i miei ultimi anni in un paese "normale" dove una sinistra vera, solidale ed europeista si confronti con una destra onestamente conservatrice ed europeista (laddove si ragioni di un'Europa come un'Italia di uguali), ma pure se si avverassero le tue previsioni di inarrestabile ascesa delle tua parte politica, fino alla conquista del potere assoluto, e per moneta adottassimo "il grillo" (ce lo vedo bene effigiato sulla nuova moneta con quella chiorba di capelli), sarà improbabile vedermi elemosinare interviste.
Non sono molto incline all'accattonaggio (vero o figurato) e non amo particolarmente le "organiche interviste", lo sanno tutti, preferisco di solito fare domande secche (1, 2) ove occorra, e/o raccogliere dichiarazioni spontanee, commentare - ove paia il caso - a parte e non redazionare molto, in modo che il lettore possa distinguere bene di chi è il pensiero che si rappresenta.
Dopo averne viste di ogni colore, dopo aver assistito a trionfi e cadute, avendo capito che le metafore calcistiche di solito c'entrano poco con la politica (se non altro perché l'arbitro politico - il popolo italiano - non fischia mai la fine, c'è sempre un altro tempo da giocare) continuerò a fare il mio lavoro e ad insegnare a farlo (con modi civili ma non ruffiani) a chi ritiene possa trasmettergli qualcosa.
Sergio Rossi
(delegato da sé medesimo a pensare in autonomia)