12 Maggio 2014: “Grazie amico mio. Abbiamo ancora molte ore da passare insieme nel nostro piccolo paradiso. Io sarò a casa per i primi di giugno e penso che ad agosto mi sarà concesso di stare un poco all'Elba. Andrò a vedere su youtube il filmato e sono certo che mi emozionerò come fosse la prima volta.
Un abbraccio a tutti e grazie per tutto quello che state facendo per me.
Giorgio”
Così scriveva Giorgio Faletti in un carteggio privato con il sottoscritto riguardante anche la presentazione in prima assoluta della canzone, scritta e musicata da lui, intitolata: “Da casa mia si vede il mare”. Era solo qualche settimana fa. In queste poche righe è racchiuso il legame fortissimo con il paese che gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, molto più che una benemerenza istituzionale. Faletti era malato da poco tempo e in pochi lo sapevano. Ma nessuno a Capoliveri avrebbe mai potuto immaginare una perdita più repentina. Ci ha lasciati all’improvviso, proprio senza fiato, in un ordinario venerdì mattina, quasi con un colpo di teatro, con quello stile travolgente, maestoso che lo rendeva unico. Negli uffici comunali di Capoliveri si è scatenata la ridda di telefonate quando le agenzie di stampa e le principali testate giornalistiche italiane hanno diffuso la drammatica notizia.
Purtroppo è proprio vero, Giorgio Faletti non c’è più. Capoliveri è senza parole, perché tutti qui lo conoscevano, tutti hanno sperimentato l’attaccamento del grande artista, ma soprattutto dell’uomo, per il nostro paese scelto come sua terra d’elezione, luogo dell’anima dello scrittore, artista, musicista, uomo di spettacolo dai molti talenti. Quando Faletti era in paese, e ci veniva spesso tutto l’anno, lo si incontrava in piazza, al bar, al mercato, in chiacchiera con i giovani, sempre sorridente e disponibile.
E tutti qui erano presenti il 18 maggio alla rappresentazione di quella che forse è stata la sua ultima fatica artistica, la composizione del testo e della musica della canzone dedicata all’Elba e soprattutto a Capoliveri, eseguita per l’inaugurazione del Teatro Flamingo. Una esecuzione di enorme suggestione. Mancava proprio solo Giorgio che, come eravamo d’accordo, avrebbe dovuto fare l’inaugurazione del teatro. Ma la sua presenza e il suo affetto erano palpabili, così come la commossa partecipazione dell’intera comunità all’avvenimento. Il Teatro Flamingo, un piccolissimo tempio della cultura elbana tornava alla vita, e il talento e la sensibilità di Giorgio suggellavano l’importanza di un fatto di cronaca locale. Faletti era così: disponibile, entusiasta, partecipe, un fiume creativo sempre in piena.
Nell’agosto del 2003 avevo avuto l’onore di celebrare a Capoliveri il suo matrimonio con Roberta a cui sono particolarmente vicino in questo difficile momento. Per questo oggi per me non è facile trovare le parole per esprimere a Roberta il mio profondo dolore per la perdita di un uomo che resterà per sempre nei ricordi della sua Capoliveri. Giorgio era un amico, un amico sincero e vero che rimarrà per sempre nella mia memoria e nel mio cuore.
Ruggero Barbetti