Dopo alcune stagioni in cui l'Elba era stata risparmiata dalla mano dei criminali incendiari, quest'anno il fuoco ha ripreso a devastare il verde dell'isola: Monte Tambone prima, Sant'Ilario nei giorni scorsi e altri focolai più contenuti in altre zone dell'Elba orientale. E' vero che questa è la stagione più calda degli ultimi cinquant'anni, che la siccità prolungata ha aumentato il potenziale di incendiabilità, vero anche che i tagli imposti dal contenimento della spesa hanno costretto gli Enti a ridurre le risorse dedicate alla vigilanza antincendio, ma c'è la sensazione che la complessa macchina organizzativa abbia qualche falla nel coordinare quanti operano per la vigilanza contro gli incendi.
Dopo alcune stagioni in cui l'Elba era stata risparmiata dalla mano dei criminali incendiari, quest'anno il fuoco ha ripreso a devastare il verde dell'isola: Monte Tambone prima, Sant'Ilario nei giorni scorsi e altri focolai più contenuti in altre zone dell'Elba orientale.
E' vero che questa è la stagione più calda degli ultimi cinquant'anni, che la siccità prolungata ha aumentato il potenziale di incendiabilità, vero anche che i tagli imposti dal contenimento della spesa hanno costretto gli Enti a ridurre le risorse dedicate alla vigilanza antincendio, ma c'è la sensazione che la complessa macchina organizzativa abbia qualche falla nel coordinare quanti operano per la vigilanza contro gli incendi.
La lotta ai criminali incendiari dovrebbe essere innanzitutto preventiva, con una ampia sorveglianza sul territorio anche con l'aiuto delle associazioni di volontariato e sensibilizzando in maniera capillare la cittadinanza, sia sull'opportunità di evitare azioni a rischio di innesco (ad esempio le grigliate estive, è bene evitarle se vicini al bosco), sia sulla necessità di vigilare e segnalare immediatamente alle forze dell'ordine l'avvistamento di focolai.
Inutile ribadire che il 90% degli incendi appiccati ha matrice dolosa e a questo scopo, il WWF vuole ricordare come dal 2000 il divieto di trasformazione dei terreni percorsi dal fuoco sia diventato assoluto, duri 15 anni e non riguardi solo le possibilità edificatorie o di pascolo e il divieto di caccia, ma addirittura la possibilità di riforestare le aree incendiate con interventi e finanziamenti pubblici.
Al di là delle lentezze con cui i Comuni si vanno dotando del “catasto incendi” è bene avere presente che i Sistemi Informativi Territoriali (SITE GIS) consentono oggi di avere una banca dati sugli incendi, cartografata con evidenziate le particelle catastali attraversate dal fuoco: questa consapevolezza dovrebbe essere sufficiente a far desistere gli incendiari dalle loro azioni criminose.
Resta comunque fondamentale la necessità di vigilare a monte, attivando un diverso tipo di prevenzione, attraverso un controllo capillare sul territorio, una adeguata informazione e un serrato controllo sociale in grado di isolare i ‘criminali’ incendiari e aiutare le autorità alla loro identificazione. Il WWF ha chiesto alla Direzione Antimafia di attivarsi per accertare il ruolo della criminalità organizzata in questi fatti; agli elbani e a quanti hanno a cuore l'ambiente e la biodiversità dell'isola chiede di aiutare le istituzioni nella sorveglianza affinché questi criminali non entrino mai in azione.
WWF ELBA CAPRAIA