Una gentile lettrice, la signora Angelica Testa ci invia una foto scattata a Portoferraio e la commenta dicendo tra l'altro:
"Sono arrivata a quota quattro, di quelle viste da me, di barche ancorate davanti alla spiaggia delle Viste, unica area marina protetta dell'Elba, dove sarebbe vietato ancorare per proteggere le praterie di posidonia e la loro funzione di nursery sarebbe vietato anche pescare, e a volte vedo gente uscire dal mare con la fiocina in mano e non solo..."
La sinora, che lamenta anche come la stessa Guardia Costiera non riesca a far fronte alle segnalazioni che immaginiamo piovano in Capitaneria in questi giorni. continua:
"Nessuno fa nulla, per ignoranza o per poca sensibilità, eppure il nostro mare è il bene più prezioso, la fonte del nostro turismo. L'Elba è piena di posti dove ancorare liberamente o pescare, perché venire proprio qui? Le aree protette servono a salvaguardare la biodiversità così che si possa continuare a vedere fondali intatti e pesci e non solo. Non dovrei essere l'unica ad incazzarmi, e invece per ora..."
Assicuriamo la signora che a incazzarsi per queste storie di ordinaria maleducazione costiera, non è la sola.
Giusto una settimana fa - ad esempio - ci è personalmente capitato di intervenire spiegando (con grande difficoltà) ad una turista proveniente dall'Europa orientale, che doveva "posare l'osso" cioè le Ghiaie con le quali stava riempiendo una busta di plastica e che stava cogliendo da una spiaggia ferajese, esattamente come era accaduto in almeno un paio di occasioni l'anno scorso a nostra figlia.
Ma nel caso per inquietarci avevamo una ragione aggiuntiva, l'inerzia di un "operatore balneare" che se ne stava a qualche metro di distanza guardandosi bene dall'intervenire.
Come lei non abbiamo la soluzione in tasca, ma ci parrebbe che almeno i comuni, che sono secondo la nuova normativa i gestori del demanio costiero, un po' più di attenzione alla vivibilità delle loro spiagge dovrebbero porla.