Dopo il fango dell'alluvione oggi siamo alle prese con il conto finale dei danni, a cui aggiungere anche i problemi creati dalla burocrazia o dalle scadenze fiscali, derogate o slittate di alcuni mesi ma ormai incombenti – lo affermano Lucio De Biase e Maurizio Aveta, il primo albergatore ed edicolante il secondo.
Entrambi come tanti altri imprenditori campesi alluvionati, oltre la cinquantina, hanno chiesto aiuto alle banche per ripartire, che in un primo momento avevano promesso tassi agevolati, grazie a un protocollo di intesa siglato con la Regione il 24 novembre del 2011. Tale protocollo estendeva all'Elba quanto già concesso alle aziende della Lunigiana, colpite a fine ottobre 2011 da eventi alluvionali.
Purtroppo il protocollo di intesa, una vera e propria “pubblica promessa” sottoscritto da Fidi Toscana e Regione, ha subito dei ritardi attuativi non dovuti alla volontà degli imprenditori campesi, che con mesi di ritardo hanno ottenuto l'accesso al credito ma con tassi raddoppiati rispetto a quanto ipotizzato a novembre. Da tassi compresi tra l'1,95% e il 3,5% ci si è trovati a dover accettare “obtorto collo” finanziamenti con tassi compresi tra un minimo di 3,5 e un massimo del 6,8%.
Una situazione davvero insostenibile per aziende che hanno necessità di quei crediti per poter pagare i lavori di ripristino svolti presso le proprie attività produttive, situazione particolarmente critica per quegli alberghi che hanno chiesto cifre di centinaia di migliaia di euro, non solo per ripagare i danni ma anche per rilanciare il volano dell'economia turistica in una località in cui si vive esclusivamente di accoglienza.
Non tutte le banche hanno ritoccato i tassi, la locale Banca di Credito Cooperativo ha applicato quanto promesso a novembre, mentre altri istituti, accampando il ritardo della deliberazione di Fidi Toscana, delibera arrivata ben oltre il limite fissato inizialmente nel protocollo d'intesa, hanno aggiornato le pratiche fidi secondo i tassi correnti nel nuovo anno. Una deliberazione ritardata di 15 giorni che si è dimostrata deflagrante nell'ormai consueto vocabolario finanziario fatto di euribor e spread.
Ci auguriamo che il Presidente Enrico Rossi possa indurre gli istituti di credito a riconsiderare i tassi dei finanziamenti richiesti da aziende colpite da eventi calamitosi che avrebbero potuto mettere in ginocchio l'economia di una cittadina di 5.000 abitanti che d'estate accoglie sino a 25.000 ospiti giornalieri.
Le speranza è di non dover ricorrere allo sciopero della fame come fatto dall’albergatrice Anne Alexandra Bacchetta per analoghe vicende di finanziamenti post alluvione.
Comitato Aziende Alluvionate Marina di Campo