La frana che sta interessando la strada provinciale per Porto Azzurro, all’altezza di punta San Giovanni, sulla curva del Fanaletto, ha nuovamente messo in luce i già conosciuti rischi idrogeologici dell’area per il suolo e la popolazione e, con l’altro episodio della voragine apertasi sulla strada provinciale a Rio Marina, anche l’estrema fragilità della rete viaria dell’intero versante orientale. In concomitanza con i lavori si era già verificata una frana a pochi metri di distanza, il 2 settembre 2012, primo giorno di pioggia dopo mesi di siccità. Allora a patirne le conseguenze fu un’auto all’interno del parcheggio di un Hotel vicino, ma i lavori di ripristino e messa in sicurezza, con conseguente viabilità a senso unico gestita da un semaforo, non risultano ancora completati ed appaiono interrotti.
Anche se pare cominciata un’opera di minimizzazione, le notizie che rimbalzano sui media elbani parlano di nuovi lavori di somma urgenza messa in sicurezza dell’area, interventi su viabilità secondaria, costruzione di un muro di contenimento del costone franato sulla strada. Interventi lunghi, con grande disagio dei cittadini ed estremamente costosi, che l’Amministrazione comunale e quindi i cittadini di Porto Azzurro dovranno pagare di tasca loro.
Quella della punta di San Giovanni è una collina geologicamente fragile, anche se chi amministrava (e amministra) Porto azzurro sembra da sempre pensarla diversamente. La prima versione del Piano Strutturale di Porto Azzurro prevedeva di scavare un tunnel proprio sotto la collina, per bypassare la curva del Fanaletto, un’idea che, alla luce di quanto sta accadendo, oggi appare anche più sconsiderata e che fu respinta grazie alle osservazioni di Legambiente e di alcuni cittadini e proprietari di abitazioni della collina.
La nuova frana, secondo le segnalazioni giunteci da Porto Azzurro, la nostra conoscenza dell’area e le ipotesi che si fanno sui blog e le pagine Facebook frequentate dai longonesi potrebbe però avere concause più pesanti della pioggia. Per questo rivolgiamo alcune domande Comune di Porto Azzurro ed alle autorità competenti.
1) A monte della frana si erge, arroccato con i suoi 3 piani l’Hotel Plaza, dove negli ultimi due anni si sono svolti e sono in via diimponenti lavori di scavo per la costruzione di una piscina , fiore all’occhiello della novità “ centro benessere” dell’albergo, ”piscina riscaldata con acqua di mare dotata di idromassaggio e zona relax, sauna, docce emozionali e cabine per i trattamenti” con apertura prevista il prossimo febbraio, come pubblicizzato nel sito della struttura stessa http://www.hotelplazaelba.com/centro-benessere-isola-elba.asp. E’ vero che per effettuare i necessari scavi sono stati utilizzati martelli pneumatici, trivellatori e, come qualcuno dice e scrive, anche micro-cariche, le cui vibrazioni avrebbero prima provocato crepe nella vecchia struttura alberghiera, tanto che si sarebbe fatto ricorso a corpose iniezioni di calcestruzzo per rinforzare le fondamenta dell’albergo?.
2) In considerazione del fatto che questi movimenti franosi non si siano mai verificati prima dei lavori all’interno del Plaza, di chi sono le responsabilità di questo grave danno al territorio ed ai cittadini? Chi si assumerà l’onere finanziario del ripristino del versante della frana e del suo consolidamento, gli Enti Pubblici o chi ha eventualmente causato/concausato la frana?
3) I lavori eseguiti ed in corso di esecuzione all’Hotel Plaza sono conformi alle concessioni comunali ed in quest’ultime, se sono stati autorizzati tutti gli scavi eseguiti, si è tenuto conto della fragilità idrogeologica dell’intera area “appesantita”, dalla presenza dell’hotel, delle sue infrastrutture e del nuovo calcestruzzo che è stato gettato?
4) Risponde al vero, come si dice insistentemente a Porto Azzurro, che durante i lavori siano emerse vecchie strutture nel sottosuolo che potrebbero essere ampliate ed utilizzate?
5) Quali autorizzazioni siano state fornite per l’eventuale prelievo di acqua di mare per la piscina e dove è stato autorizzato il posizionamento delle tubazioni e degli impianti, dei quali non sembra citraccia in superficie, considerati il dislivello e la distanza tra la struttura ed il mare e considerato l’attraversamento obbligato della strada provinciale?
6) Tenuto conto dell’aspetto paesaggistico e della posizione peculiare della punta di San Giovanni – una vera “ porta d’ingresso” sulla baia ePaese – con quali accorgimenti e mitigazione ambientale si intende realizzare a della struttura muraria di contenimento, in modo da non snaturare il panorama da cartolina del Fanaletto, principale accesso a Porto Azzurro?
7) A che punto son i lavori di messa in sicurezza della frana del 2 settembre 2012 e quali ulteriori interventi sono previsti per consolidare e mettere in sicurezza un’area in evidente dissesto proprio sopra una costa di grande pregio ambientale lungo la quale il Comune di Porto Azzurro vorrebbe costruire un nuovo percorso sugli scogli?
8) Vista l’interruzione della viabilità per i mezzi pesanti e per i futuri lavori di messa in sicurezza, si intende il passaggio dei camion e lo stoccaggio sulla spiaggia La Rossa (subito a valle della frana) dei massi per i lavori per la difesa del molo, evitando il trasporto dei massi per il consolidamento del molo di sopraflutto del porto di Porto Azzurro? Ed ora da dove e come si intende portarli nell’area portuale?