Lo sguardo angosciato che ho visto lunedì 21 scorso negli occhi delle moltissime persone in attesa davanti all’ambulatorio del ”piede diabetico” del nostro ospedale, è lo stesso che ho visto mesi fa negli occhi degli ammalati oncologici quando hanno appreso che il “Loro” medico, Dottor Coltelli, sarebbe andato via.
Queste malattie, croniche e a volte invalidanti, richiedono cure e terapie particolari che se praticate sempre dallo stesso medico che conosce il paziente e la sua emotività, possono essere affrontate con meno ansietà e apprensività. La comunicazione tra medico e il paziente diabetico è fondamentale come la fiducia che si instaura nel tempo la quale può ottimizzare gli effetti delle terapie e delle cure migliorando di conseguenza, anche il futuro del paziente.
Anche al malato del piede diabetico sarà tolto lo specialista che fino adesso si è curato di Lui, ed è pensiero di tutti i pazienti, che neanche il professionista stesso sappia il motivo per il quale le hanno cessato l’incarico. Sta di fatto che il suo mandato di medico specialista all’ospedale di Portoferraio è finito il 31.12.2012. Lunedì 21/01/2013 la Dottoressa Chiara Goretti ha fatto l’ultimo giorno di ambulatorio nell’immensa tristezza e nello sconforto di quei pazienti che in quel medico avevano trovato anche un amico con cui confidarsi e condividere i momenti di crisi.
L' ASL non si è preoccupata di comunicare se continueranno le cure e le terapie e quale medico verrà in sostituzione della dottoressa Goretti, ma chiunque venisse, (sempre che arrivi qualcuno) se pur bravo, non potrà mai avere quella sensilità e umanità che matura nel tempo.
Sembra che i vertici dell’ASL si divertano a porre, con cinismo e menefreghismo, una distanza immensa tra medico e pazienti facilitando a questi ultimi enormi momenti di ansia per la propria malattia, angoscia per il dolore e inquietudine per il futuro.
Per questo tipo di malattie, altri Paesi mettono a disposizione del paziente anche un psicologo.
Francesco Semeraro