L’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana ha scritto una lettera alla direzione della Asl 6 di Livorno, sollecitando l’immediata riparazione del guasto che ormai da mesi blocca l’ascensore dell’ospedale di Portoferraio. Ieri mattina una signora di 78 anni, cardiopatica, mentre saliva le scale esterne dell’ospedale, ha accusato un malore ed è morta, stroncata da un attacco cardiaco.
L’ascensore esterno dell’ospedale di Portoferraio, che dal piano strada porta direttamente al pronto soccorso, è fuori uso dallo scorso giugno ed è ancora in attesa di riparazione. Tempi così lunghi sono dovuti al contenzioso tra la ditta che ha realizzato l’ascensore e quella che ha fatto il parcheggio. Si sono prospettate problematiche strutturali, e la direzione della Asl 6 ha ritenuto opportuno avviare un accertamento tecnico preventivo tramite il tribunale, per individuare eventuali responsabilità e relativi oneri di ripristino dell’impianto.
Nell’attesa, la Asl ha attivato un percorso alternativo, attraverso il quale è possibile arrivare in prossimità dell’ascensore interno che porta a tutti i piani dell’ospedale, senza che vi siano rampe di scale ad ostacolare l’accesso. Percorso che però non sempre viene seguito dai pazienti, come nel caso della signora deceduta ieri.
L’assessore regionale ha chiesto alla Asl 6 di intervenire immediatamente per accelerare i tempi tecnici e porre fine al contenzioso, in modo che il guasto sia riparato e l’ascensore riattivato quanto prima.
da: Toscana Notizie
Vicenda emblematica di prevalenza della burocrazia sul buonsenso
La morte per infarto di un' anziana signora sulle scale dell' ospedale di Portoferraio ( alla famiglia le nostre più sentite condoglianze) è purtroppo emblematica della prevalenza della burocrazia sul buon senso. Il fatto che ( come riferisce la stampa ) vi fosse un contenzioso tra ditte per i costi dell'attivazione non giustifica in nessun modo la mancanza per mesi e mesi di un servizio essenziale come l' ascensore esterno di un ospedale situato in alto, cioè di una struttura per definizione frequentata prevalentemente da persone avanti con gli anni. La responsabilità di garantire a tutti i cittadini l' accesso ai servizi ospedalieri pensiamo resti - non solo moralmente - in capo all' Azienda ASL.
Crediamo quindi che, oltre a ripristinare prontamente il servizio di ascensore con proprie risorse salvo poi rivalersi sui soggetti terzi eventualmente responsabili , l' Asl stessa o la Regione debbano individuare e perseguire le responsabilità di questo disservizio.
Sinistra Ecologia e Libertà (Circolo Patrizia Piscitello)
Verificheremo se l'accordo è stato attuato
Nell’articolo comparso questa mattina sul quotidiano “Il Tirreno” dal titolo “ Ascensore fuori uso, infarto mentre sale la scala dell’Ospedale “ viene riportato il tragico evento conclusosi con la morte della Signora N.G. di 78 anni imputandone le cause al mancato funzionamento dell’ascensore antistante l’ospedale.
La Direzione della ASL, nell’esprimere il proprio cordoglio alla famiglia della Signora, comunica che avuta notizia dell’evento, ha immediatamente disposto una indagine interna tesa a valutare prima di tutto se la fase dei soccorsi portati alla signora fosse stata nei tempi e nei modi previsti. E’ risultato che l’evento si è verificato al piano pronto soccorso, a pochi metri dall’ingresso dello stesso e che la Signora è stata in tempi brevissimi soccorsa sul posto e trasportata all’interno. Al momento del primo soccorso, sul piazzale, la Signora era già in asistolia; nonostante questo sono state messe in atto nell’immediato tutte le manovre rianimatorie previste con prosecuzione delle medesime per ulteriori trenta minuti purtroppo senza esito. La paziente era stata dimessa da un ricovero ospedaliero alcuni giorni prima ed era affetta, come già riportato dalla stampa, da “problemi di natura cardiaca”.
In merito al non funzionamento dell’ascensore esterno che porta dal piano stradale al piano di ingresso all’ospedale e al pronto soccorso, la Direzione ha sempre seguito attentamente il problema valutando, attraverso le proprie strutture tecniche, le possibili soluzioni.
Essendosi tuttavia prospettate problematiche strutturali, la Direzione Aziendale ha ritenuto opportuno avviare un accertamento tecnico preventivo tramite il tribunale al fine di ottenere una valutazione super partes per individuare eventuali responsabilità e relativi oneri di ripristino dell’impianto di elevazione. Tale iter tuttavia ha dei tempi tecnici di espletamento.
Sin dall’inizio, comunque, sono stati previsti, e sono tutt’ora in atto, percorsi alternativi per garantire l’accesso all’interno dell’ospedale ai pazienti con limitazioni della deambulazione. Tali percorsi, condivisi all’epoca anche con le parti sociali, sono indicati da apposita cartellonistica ed ampiamente pubblicizzati, anche a mezzo stampa, al momento della loro attivazione.
Grazie a questa alternativa, è possibile entrare con la macchina all'interno del percorso ospedaliero ed arrivare in prossimità dell'ascensore interno che porta a tutti i piani dell'Ospedale, senza che vi siano rampe di scale ad ostacolare l'accesso.
È altresì possibile seguire un altro percorso, anche questo debitamente segnalato, che porta ai Poliambulatori, salendo solo due gradini. Questo secondo percorso è completamente distinto dal percorso delle ambulanze per le urgenze.
USL 6
L'Azienda deve chiarire tutti gli aspetti di questa insostenibile vicenda
La vicenda della morte di una nostra concittadina sulle scale dell’ospedale è un episodio molto triste e grave. In primo luogo mi sento di esprimere la vicinanza mia, della Giunta e dell’intera comunità di Portoferraio alla sua famiglia. Va poi rimarcato che, per quanto non spetti a me stabilire se esista o meno un nesso causale fra il guasto ad un apparato pubblico –l’ascensore- ed un evento così tragico, certo non si può più tollerare che un bene che deve servire soprattutto alle persone anziane, a chi ha problemi di salute ed ai disabili, per anni funzioni a singhiozzo e per mesi stia fermo. Quel bene è stato comprato con denaro dei cittadini ed è necessario capire chi ha sbagliato, dove sono le responsabilità e perseguirle.
Ieri avevo convocato la conferenza dei sindaci, in seduta aperta, per lunedì prossimo. Si deve discutere della situazione di ortopedia, con il primario, dott. Gabellieri ed in generale dello stato di attuazione dell’accordo con l’assessore Marroni del novembre scorso. Credo che un passaggio vada dedicato anche a questa situazione dell’ascensore e che, in proposito, l’Azienda debba chiarire tutti gli aspetti di questa insostenibile vicenda.
Roberto Peria
Presidente, ci dia l'ascensore o ci abbassi l'ospedale
Mi permetto di disturbarla in un momento cruciale della campagna elettorale ma le esigenza delle persone, in particolar modo quelle con problemi di deambulazioni, sono primarie e come tale devono essere trattate con un certo riguardo.
Nel lontano 28 agosto 2012 le scrissi per segnalare che il fermo dell’ascensore per raggiungere l’ospedale produceva enormi difficoltà a chi doveva recarsi nella struttura ospedaliera di Portoferraio. Stessa lettera la indirizzai anche al direttore generale dell’ASL6 di Livorno. Il 24 settembre Lei rispose: “la valutazione in merito alla funzionalità in sicurezza dell’ascensore in questione, sono in avanzato stato di completamento, resta solo da definire alcuni passaggi; per quanto riguarda il disagio legato al momentaneo fuori uso dell’ascensore, è stato previsto un percorso alternativo che permette ai diversamente abili che possono arrivare COL PROPRIO MEZZO fino all’ingresso alla rampa di discesa del pronto soccorso”
A oggi l’ascensore è sempre fermo e in questi mesi non ha subìto nessun intervento o manutenzione straordinaria idonea alla ripresa del servizio. Per ciò che riguarda il percorso alternativo, la maggior parte delle persone che si recano all’ospedale compreso i diversamente abili molti dei quali arriva con mezzi pubblici proprio perché sono diversamente abili, lasciano la vettura nel parcheggio sottostante avventurandosi sulla faticosa scala. Questo avviene perché la corsia da Lei decantata come eventualità, è occupata da ambulanze che per la chiusura assurda e ingiustificata della piazzola di nuova costruzione antistante al pronto soccorso, intasano qualsiasi via di entrata e uscita della zona. Molte volte le ambulanze si vedono costrette a scaricare i pazienti barellati nelle due discese confluenti al piazzale sfiorando sempre la tragedia in caso di abbandono fortuito del carrello portabarella. (siamo in grado di procurare molte foto).
Al mattino tra ambulanze e vetture di soccorso, si contano decine di mezzi a intasare sia l’entrata sia l’uscita dell’ospedale causa la piazzola transennata.
A fronte degli impegni da Lei non mantenuti e della poco sensibilità dell’Azienda Sanitaria nei confronti di chi si deve recare in ospedale pur avendo gravi problemi motori, La informo che se non saranno presi provvedimenti per la ripresa immediata del servizio dell’ascensore esterno o per mettere in atto quell’alternativa più volte suggerita all’Azienda a al direttore Tamberi di attivare un servizio alternativo mediante una vettura navetta che dalle 7 del mattino fino alle 13,00 copra il tratto che va dalla palazzina USL fino all’ingresso dell’ospedale (mt. 300), saremo costretti, noi dei comitati pro-sanità, a un presidio con occupazione senza termine delle scale di accesso al nosocomio fino a quando non si avrà l’ascensore o la vettura navetta. Se siamo stati in grado in pochi giorni di portare più di 7.000 persone a manifestare, Le possiamo garantire che in poche ore porteremo centinaia di esseri umani indignati a presidiare le entrate dell’ospedale anche alla presenza della forza pubblica. Molta gente è pronta a farlo.
Francesco Semeraro
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