Commentando la positiva soluzione di una vicenda giudiziaria che si trascinava dal 2010, per presunti illeciti sui detenuti, il dott. Carlo Mazzerbo (all'epoca dei fatti Direttore della Casa di Reclusione di Porto Azzurro), ha scritto sulla sua pagina FaceBook la seguente nota:
Questo Natale ho ricevuto un bellissimo e atteso regalo, la fine della lunga e dolorosa vicenda processuale per presunte colpe quando ero direttore a Porto azzurro; dopo ben 8 anni è arrivata l'assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste.
Naturalmente ne sono molto lieto, perché anche se sereno e con la coscienza tranquilla la cd macchina della giustizia si può trasformare in un meccanismo infernale. Dopo la lettura del dispositivo, la rabbia che credevo sparita si è sciolta in un pianto liberatorio e ho avuto forte e chiara la voglia di lasciare andare via l'astio, il rancore nonché una certa voglia di vendetta perché sentimenti che non mi appartengono più. In questi lunghi anni ho continuato, spesso con molto fatica, a lavorare per quello che non solo la legge mi impone ma soprattutto in cui credo profondamente, cercando di non dimenticare mai di lavorare con gli uomini e per gli uomini, con attenzione e senso di umanità. Ho avuto la fortuna di avere accanto collaboratori e amici che non hanno mai smesso di credere in me e che voglio ringraziare di cuore perché non sanno quanto sono stati preziosi per me. Buon Natale e soprattutto buon anno.
Qualche ora prima avevamo raccolto la segnalazione della buona notizia da parte del dott. Domenico Zottola, un altro dei protagonisti della storia anch'esso assolto per insussistenza dei fatti.
Rallegrandoci con Mazzerbo, Zottola e le altre persone che sono state ugualmente assolte, abbiamo preso l'impegno di tornare a ragionare su una vicenda, che per troppo tempo ha gettato un'ombra sulla giustezza dell'agire di operatori che, al contrario, si erano sempre distinti- a nostro avviso - per correttezza, umanità e professionalità, qualità espresse peraltro lavorando in un ambiente difficile come quello carcerario.
s.r.