Perché non la finiamo con le accuse roboanti ma gratuite? Se con quel generico “chi organizza da anni la presenza dei KTM all’Elba”, mi riferisco all’articolo apparso su ElbaReport il 3 Marzo scorso http://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/3551-ancora-motocross-selvaggio-nel-parco-nazionale si voleva indicare me, Fabio Fasola, l’autore del “pezzo” firmato Legambiente poteva spingere la sua “indagine” appena un po’ oltre e fornire nomi e soprattutto dati con maggiore precisione, invece di fare come chi lancia il sasso e poi ritrae la mano, e presentare una denuncia che per definizione dovrebbe essere circostanziata.
Ma non è così, e ancora una volta, per fortuna non sono molte, mi sento chiamato in causa da accuse gravi e non riferibili ad atti reali, e indicato come il “mostro” all’origine di scempi e distruzione a danno dell’ambiente dell’Isola d’Elba.
Vorrei, con questa mia, che fossero fissati una volta per tutti i termini di queste accuse, che fosse dato a Cesare quello che è di Cesare e che, per lo meno, si ponesse fine ad un protocollo che è scorretto, offensivo e assai poco all’altezza dei ruoli chiamati in causa.
Io sono “quello” che rappresenta KTM, nel dettaglio delle attività turistiche ed escursionistiche della Marca in Italia e, in particolare, all’Elba. Ma sono anche, e prima di tutto, un professionista che svolge il proprio mestiere nell’ambito del fuoristrada motociclistico da oltre vent’anni, un appassionato responsabile di questo sport che si pratica nella natura e, per scelta, un abitante e innamorato dell’Isola d’Elba.
Con un’accusa generica, e genericamente indirizzata a un gruppo, non circostanziata ed erroneamente riferita ad un’altra disciplina, il motocross, che si pratica esclusivamente all’interno di impianti permanenti appositamente realizzati, si fa davvero torto, questa volta sì, non ai “motocrossisti” elbani, ma a tutti gli appassionati dell’Isola che, come me, si sono da anni impegnati a svolgere la propria attività preferita adeguandola prima ancora al buon senso ed al rispetto per l’ambiente che alle relative regolamentazioni.
I Tour KTM si svolgono all’Elba, così come in altre parti d’Italia e del Mondo, nel pieno rispetto dell’ambiente secondo un’etica auto-regolamentata prima ancora che modellata in funzione delle leggi, E così è per me e in ogni circostanza nella quale salgo sulla moto e vado, per “lavoro” o per passione e divertimento, in giro per le piste dell’Isola. Dove è consentito, e nel modo consentito!
Per questo l’attività dei “gruppi” diretti da me o dalle mie Guide è ben lontana da quanto dipinto nell’articolo di Legambiente e riferibile semmai a iniziative individuali, o tutt’al più di piccoli “branchi”, di irresponsabili che eludono regole e leggi o fanno finta di non conoscerle.
I nostri sono gruppi perfettamente identificabili, nelle persone che li compongono, nei programmi e nei luoghi dove svolgono la loro attività perfettamente autorizzati, non “bande” di motociclisti mascherati con moto dai contrassegni illeggibili o dissimulati.
L’autore dell’articolo farebbe bene a verificare come stanno realmente le cose, rivolgendosi a me, ai miei gruppi e a KTM. Avrebbe potuto e dovuto farlo prima, ma questo lo aiuterà a formulare delle scuse che non invoco, questa volta, formalmente, ma che gli auguro come momento personale di riflessione e di crescita professionale.
E per buona volontà di precisione, vorrei rilevare che il nostro ambito è quello dell’Enduro, uno sport nel quale si utilizzano motociclette targate e conformi al Codice della Strada.
Fabio Fasola
Premesso che abbiamo ospitato un articolo di Legambiente, che se lo riterrà opportuno replicherà, per quanto ci riguarda notiamo comunque che il signor Fasola ci sembra faccia un poco come quello che cascò dal pero. Ci pare che Legambiente abbia, anche questa volta, documentato con foto e testimonianze dirette il passaggio di motociclisti lungo i sentieri del Parco nazionale e in una Zona di protezione speciale.
E’ difficile fare nomi e cognomi di chi circola bardato di tutto punto con una tuta, il volto coperto da un casco e con un targhino illeggibile, in qualche caso neanche esposto, ma, riferendoci all'ultimo episodio contestato, ripetiamo che ci risulta che l’associazione ambientalista abbia fornito alle forze dell’ordine le targhe di una parte di quel gruppo di motocrossisti - con accento del nord e a cavallo di KTM - che partendo da un noto albergo di Porto Azzurro, avrebbero fatto lo slalom su strade secondarie per non essere fermati dai carabinieri che erano all’ingresso del Paese. Saranno quindi, se lo vorranno, Cfs e Carabinieri a vedere chi fossero quei “timidi” motocrossisti.
Quanto alle attività del signor Fasola all’Elba, ci pare che Legambiente abbia (almeno per quanto attiene a quanto ha pubblicato questa testata) sempre circostanziato le sue segnalazioni con foto pubblicate sul sito dello stesso organizzatore di raid (o tour) motociclstici all’Elba, e con articoli e pubblicità varie (italiane ed estere) che propagandavano raid nel Parco nazionale e riportavano anche foto che mostravano inequivocabilmente - a parere degli ecologisti - moto da cross lungo la sentieristica (e fuori strada) del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, così come ci risulterebbe che a carico di qualcuno dei "motociclisti organizzati" ci siano stati diversi interventi (e sanzioni) da parte del Corpo Forestale e di altre forze dell’ordine.
Se il Sig. Fasola o i suoi "organizzati" non sono mai incappati in sanzioni del genere (ergo non hanno mai violato le norme), se gli ambientalisti o altri ci hanno raccontato delle panzane, ce lo specifichi, saremo lieti di darne conto.
Può darsi che la nostra conoscenza delle diverse discipline motoristiche sia carente, ma un convincimento molto saldo ce lo abbiamo ed è che i veicoli a motore che gironzolano sulla sentierististica (e peggio ancora fuori di essa) in aree naturalistiche protette, costituiscano comunque un grave nocumento perche maciullano i sentieri medesimi, per gli idrocarburi che spandono, per il disturbo che arrecano alla flora ed alla fauna, per quello che impongono agli umani che fanno escursioni in modo sicuramente più consono e rispettoso dell'ambiente.
Il signor Fasola in ultimo, non può impedirci di pensare che la pratica di uno "sport" consistente nello scorrazzare a motore per i boschi sia anche culturalmente inaccettabile, oltre che retrò e profondamente diseducativo.
Elbareport