La Regione punta sul porto di Livorno per lo smantellamento o il recupero della nave Concordia naufragata al Giglio nei mesi scorsi. Costa Crociere ha ufficializzato oggi che la gara d’appalto per la rimozione del relitto è stata vinta dalla società americana Titan Salvage, in collaborazione con l’italiana Micoperi di Ravenna. L’intervento potrebbe cominciare già a maggio, dodici mesi la durata prevista. Ma il lavoro (o almeno una sua parte) deve rimanere in Toscana: lo ribadisce il presidente della Regione Enrico Rossi, che stamani nel corso di una riunione presso la sede della Protezione Civile a Roma ha strappato i primi impegni. Del resto ancora non è stato indicato il porto italiano dove il relitto sarà trasportato una volta riportato nelle condizioni di poter galleggiare. Una decisione definitiva non è stata presa e la Regione vorrebbe che fosse scelto Livorno: per una questione di buon senso anche, legata alla vicinanza e ai minori rischi per la tutela ambientale.
“Costa Concordia ha scelto in piena autonomia un progetto diverso da quello presentato dagli imprenditori toscani – dice Rossi – , ma questo non deve diventare una penalizzazione del lavoro, delle potenzialità e delle competenze presenti in Toscana, che hanno già dato buona prova di sè nella fase dell’emergenza. Da questo punto di vista ho preso atto con soddifazione, nel corso della riunione che si é svolto oggi a Roma, della disponibilità di tutti a tenere nel massimo conto questa mia richiesta”. E’ stata una riunione lunga. Altre ne seguiranno nei prossimi giorni.
“Avevamo detto che non ci interessava la ditta che vinceva l’appalto, ma che ci interessava il miglior progetto – prosegue Rossi – e che il lavoro per quanto possibile dovesse restare in Toscana. L’abbiamo ripetuto anche stamani e dall’incontro è emerso un quadro positivo che va nella direzione da noi auspicata”. Il progetto prevede infatti massima attenzione per la salvaguardia dell’ambiente marino e l’impegno a riconsegnare l’isola del Giglio ai suoi abitanti e al turismo entro l’estate 2013. “Il progetto prescelto risulterebbe anche il più costoso” annota Rossi.
Nei prossimi giorni verrà effettuata una valutazione puntuale sotto il profilo dell’impatto ambientale, a cui parteciperanno anche i tecnici della regione Toscana. Se questa valutazione avrà esito positivo, i lavori per la rimozione della nave potranno appunto iniziare già a maggio.
“Nel corso della riunione di oggi ho rappresentato con forza – sottolinea Rossi – la necessità che il mondo della lavoro della Toscana fosse pienamente coinvolto nella fase di preparazione dell’intervento necessario a rimettere in asse la nave, nella fase di trasporto e poi in quella di smantellamento o del recupero, che noi chiediamo avvenga nel porto di Livorno attrezzato per questo tipo di interventi: per una questione anche di buonsenso”. “Il trasporto del relitto sarà infatti lento – conclude il presidente – e la scelta del porto più vicino diventa quasi obbligata, per ridurre i rischi dovuti a possibili imprevisti o al mare mosso. Incontrerò Costa Crociere in modo che tutto l’apparato produttivo, le Università e il mondo scientifico vengano coinvolte quanto più possibile in questa straordinaria operazione di recupero, nel suo genere unica al mondo”.