Alle 11 circa, momento in cui si effettua una delle conte generali, un detenuto di origine “magrebina”, ha iniziato ad inveire contro il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel reparto, per cause non precisate. Veniva accompagnato all’ufficio della Sorveglianza Generale, dove avrebbe esposto le sue lamentele; giunto presso il suddetto ufficio, anziché esporre i motivi che portavano ad avere tale comportamento, dava in escandescenza e colpiva a calci e pugni 4 agenti, accompagnati successivamente al pronto soccorso, con prognosi di 7, 10 e 15 giorni. Nel tardo pomeriggio, nella stessa sezione detentiva, altri due detenuti (anch’essi di origine nord africana), hanno posto in essere atti di autolesionismo, procurandosi vari tagli sul petto e sulle braccia. Per entrambi è dovuto intervenire il personale sanitario per le cure del caso.
Secondo il vice Segretario Generale del Si.P.Pe. Francesco Mazzei, è inaccettabile che i poliziotti penitenziari debbano subire continui atti di aggressione messi in atto dai detenuti. Il Si.P.Pe. ha più volte denunciato tali situazioni a tal punto che il gruppo alla camera del movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia (vedi atto camera n. 4/01634 ) In tale interrogazione si recepiscono le denunce del Si.P.Pe. e si chiede al Ministro della Giustizia, nell'ambito delle sue competenze, se intenda assumere iniziative al fine di tutelare l'integrità fisica e la personalità morale degli agenti di polizia penitenziaria, spesso vittime del sistema penitenziario stesso che forse non riesce più a proteggere nemmeno i suoi operatori; se sia a conoscenza del livello di attuazione dei «criteri di massima per la predisposizione di piani operativi di intervento locali e regionali», indicati specificatamente nella lettera circolare del D.A.P, n. 0312188 del 17 agosto 2011 e se tali criteri siano stati portati a conoscenza delle Direzioni degli istituti e degli operatori penitenziari.