Ci ha lasciato, con la discrezione di tutta una vita, Mario Berti, un uomo giusto e buono che tutti a Marciana Marina conoscevamo come Mario della Fiaccola, il ristorante nel quale ha saputo costruire un avvenire per sé e per la sua famiglia.
Con Mario se ne va quello che per un breve tratto della mia vita, dopo la morte del mi’ babbo Veleno, è stato per me quel padre che non avevo, l’uomo che, mentre facevo il contabile/cameriere/lavapiatti alla Fiaccola, mi ha aiutato ad attraversare il tumultuoso torrente di un’adolescenza selvatica senza che la corrente mi portasse via.
Quel cacciatore con la passione per la botanica, l’ambiente e la pittura mi ha fatto capire un pezzo del mondo che avrei dovuto affrontare, l’inevitabilità dell’onestà e della responsabilità, l’importanza delle piccole cose dentro un grande sogno difficile da realizzare, ma soprattutto la fatica eroica del quotidiano, la solidità di radici che affondano nella terra zappata e nel salmastro della povertà contadina e dei pescatori che aveva segnato la sua generazione e si era allungata sulla nostra.
Mario è stato un uomo della trasformazione in un’isola che stava cambiando, sapendo che si sarebbe arricchita e non sarebbe rimasta la stessa, che gli uomini e le donne stavano cambiando.
Ha attraversato il mutare dei tempi della sua fertile vita con dignità ed umiltà, con consapevolezza e rigore.
Di tutto questo lo ringrazio, per tutto quello che mi ha insegnato lo piango.