Con l’intento, vero o presunto, di far battezzare il proprio figlio si era recato più volte all’interno della sacrestia della chiesa di San Giuseppe di Portoferraio, per parlare con il sacerdote. Ciò gli ha presumibilmente consentito di studiare la disposizione degli uffici parrocchiali e la sera del 4 gennaio, approfittando dell’assenza del sacerdote, l’uomo, avuto accesso al retro del luogo di culto, col favore delle tenebre, si è facilmente introdotto nell’ormai nota canonica e ha scassinato la porta d’accesso dell’ufficio del parroco.
Una volta all’interno ha rovistato negli arredi, prelevando, infine, da un armadio, 300 € in contanti.
Il giorno seguente, alle prime ore del mattino, il sacerdote, giungendo presso il suo ufficio, ha notato con enorme dispiacere l’esito dell’accaduto e immediatamente ha contattato i Carabinieri della Stazione di Portoferraio.
I militari di viale Elba, dopo aver effettuato i primi accertamenti in fase di sopralluogo, hanno raccolto preziose informazioni sulle recenti frequentazioni dei locali parrocchiali ed ottenuti importanti riscontri testimoniali, sono riusciti a concludere velocemente l’indagine segnalando in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Livorno, un 30enne, residente a Portoferraio, già noto alle Forze dell’ordine per altri reati contro il patrimonio.
Il giovane dovrà ora rispondere per le sue responsabilità all’Autorità Giudiziaria labronica, per un delitto che prevede pene di tre anni di reclusione.