La nostra è decisamente una famiglia internazionale, e per noi non c’è molta differenza tra porti e aeroporti. Per anni, la scelta di un luogo dove stabilirsi è stata fortemente influenzata dall’accessibilità o meno a un grande aeroporto. Da quando ci siamo trasferiti all’Elba, quattro anni fa, il nostro centro gravitazionale si è spostato su Pisa, fulcro dei nostri viaggi. Potete immaginare con quale entusiasmo abbiamo tutti noi accolto la recente notizia dell’inizio dei voli regolari con Lugano e con alcuni aeroporti italiani, oltre che internazionali.
È vero che non ci sono ancora coincidenze “vere”, ma la gioia di essere in un aeroporto nazionale o internazionale in provenienza da destinazioni lontane ed avere sul biglietto i codici IATA e ICAO per l’Elba provoca una sensazione di grande euforia e flessibilità.
Sembra che ad oggi l’attenzione degli elbani sia rimasta focalizzata sul porto commerciale, sulle navi e i passeggeri a bordo di queste stesse navi, ma in un futuro ormai prossimo cominceremo a renderci conto che potenziare in modo esponenziale un porto provoca la perdita di un’identità e di benefici che, oltre un certo limite, snaturano e sviliscono i luoghi, oltre che la comodità e il trasporto delle persone.
In altre parole, solo un aeroporto può controbilanciare la presenza ingombrante del trasporto marittimo, della frequenza impressionante di navi, del traffico in rada che si acuisce durante il periodo estivo.
Quando si parla di nuovi sviluppi, l’aeroporto offre la consapevolezza di un futuro che comporta l’ineluttabile presenza di un turismo in crescita. Non mi piace però di parlare solo in funzione di turismo. Preferisco sempre partire da un presupposto elbano, di mobilità e scambio di interessi, esperienze, interconnessioni, facilità di spostamenti, apertura verso l’esterno. È in questo modo che intendiamo, nella nostra famiglia, l’uso degli aerei. Per ora sembra solo in apparenza che non siano stati fatti passi significativi per un cambiamento e uno sviluppo. Ricordo ai tempi del mio matrimonio, trent’anni fa, un addio doloroso all’Elba proprio da questo aeroporto, su un aereo di linea comodo e con voli regolari per Pisa. Ecco invece che arrivano puntuali, dall’aerostazione rinnovata, uno dopo l’altro in questi ultimi mesi, notizie di accordi e di nuovi voli, già confermati. Ci sono voluti trent’anni, ma siamo ad una svolta, in un senso e in un altro. Approfittiamone tutti allora, cercando di dimenticare che le novità lasciano un po’ interdetti, ne vale la pena.
Cecilia Pacini