(Il Monitore d’ Etruria del 15 settembre 1814)
PORTOFERRAIO ( dal Nostro Inviato speciale) – Il Sig. Andrè Pons, mi ha comunicato, ieri mattina 14 settembre, la volontà di S.M.I. Napoleone di incontrarmi, alle ore sei pomeridiane, presso la Residenza Imperiale di Porto Longone per una intervista. Con grande e credo comprensibile emozione , mi sono recato all’ appuntamento ,e dopo una breve anticamera sono stato introdotto nello studiolo di Napoleone, previa una tanto discreta quanto accurata perquisizione, ( La giusta cautela per le tante voci che circolano circa un possibile attentato alla vita del Sovrano. Ndr).
L’ Imperatore mi ha accolto affabilmente.<< Stavo dettando una lettera per il Conte Drouot in merito alle miniere di ferro di Rio, ma sono subito da lei, nel frattempo voglia comunicarmi su quali argomenti intende svolgere l’ intervista. Visto il momento potrei suggerirle una conversazione in merito alle miniere stesse, nella cui gestione ho qualche piccolo problema. E’ un tema che mi sta particolarmente a cuore, dato che dalle stesse deriva la quasi totalità delle rendite del demanio elbano .Devo sostenere grosse spese>> ha continuato l’Imperatore << e , come avevo previsto, sia Luigi XVIII, sia quella indegna persona di ministro che non intendo nominare, ( Talleyrand. Ndr), non mi hanno inviato la “rata” dei denari a me dovuti dall’accordo di Fountainebleau>> ( Due milioni di franchi all’anno.Ndr) >>.
Difficile non accogliere l’ imperiale “suggerimento”!
<< Capisco l’ interesse di V.M. Imperiale per le miniere e sono a conoscenza che, superati i dissapori con il Sig. Andrè Pons anche sui recenti fatti della farina avariata, restano comunque frizioni con i maggiorenti di Rio, in particolare con il maire Giovanni Gualandi. Inoltre….>>
<< Mi perdoni se l’ interrompo>>, ha detto l’ Imperatore in tono suadente ,sfilando lentamente la mano destra dal panciotto << ma desidero con lei ricostruire alcuni fatti. Poco dopo quel 14 aprile del 1799 quando l’esercito francese arrivò alla Marina di Rio , i Riesi inviarono alle Autorità repubblicane una accorata petizione per avere la proprietà e l’ amministrazione delle miniere. Al tempo, come ricorderà ero in Egitto impegnato contro inglesi e mamelucchi. Le armate francesi stavano subendo pesanti sconfitte nei fronti europei e le politiche del Direttorio facevano acqua da tutte le parti. A fine agosto , per salvare la mia Patria, fui costretto a rientrare a Parigi lasciando il mio esercito in Africa . So bene che i miei detrattori parlano, per quel fatto e per quelli successivi di Spagna e Russia, di fuga e abbandono dei soldati per ambizione personale, ma il mio intendimento era quello di salvare la Francia ed i valori di libertà uguaglianza e fraternità, di cui era portatrice. Poi arrivò il Colpo di stato del 18 Brumaio, oggi diciamo del 9 novembre 1799, e la mia nomina a Primo Console. In quella vesta ho avuto modo di leggere il documento che i Riesi avevano inviato in Aprile alle autorità francesi. Ricordo perfettamente alcuni passi, secondo i quali, dai tempi della Repubblica Romana e fino alla Repubblica di Pisa le miniere del ferro erano una proprietà amministrata dal Comune e Municipalità di Rio. “ Caduta la Repubblica Pisana gli Appiani si fecero padroni della miniera come regalia del Principe e lo stesso fecero i Ludovisi Boncompagni, feudatari successivi fino al tempo presente”. Queste erano con una certa esattezza le parole scritte nella petizione dei riesi, ma…>>
<< La Maestà Vostra mi perdoni, >> ho detto interrompendo improvvidamente l’ Imperiale dire << ma negli Statuta Rivi, uno dei più antichi codici minerari a noi pervenuti, è sancito l’ antico possesso della vena del ferro da parte dei Riesi >>
<< Può essere, >> ha replicato Napoleone con una leggera punta di fastidio << mi riprometto di controllare, ma devo ricordare che la storia insegna come il diritto sia condizionato dalla politica e dagli interessi del vincitore. Comunque la richiesta dei Riesi fu superata dagli eventi bellici che sconvolsero l’ Europa fra il 1799 e il 1802, e che ebbero grosse ripercussioni anche all’Elba : la seconda Campagna d’ Italia, la grande vittoria a Marengo il 14 giugno 1800, il trattato di pace di Lunéville del 9 febbraio 1801 con Russia e Austria che determinò la cancellazione del Granducato lorenese di Toscana, il trattato del 27 marzo 1801 fra la Repubblica francese e il Regno di Napoli con il quale Porto Longone e i territori del Principe Boncompagni passavano alla Repubblica Francese- perdurando la resistenza anti francese a Portoferraio appoggiata dai Britannici- e poi la pace di Amiens con gli Inglesi stessi, fino a quel decreto del 21 aprile del 1802 con il quale tutta l’Elba entrava a fare parte del territorio della Repubblica Francese. In questi turbolenti anni le miniere erano rimaste inattive . Limitate coltivazioni erano riprese nel 1801, direttamente dallo Stato francese e poi, per concessione, da privati. Ruberie e “ nostrali”assalti pirateschi ai vascelli minerari, caratterizzarono quei tempi >>
<< Ringrazio la Maestà Vostra per le informazioni, ma mi sembra>>, ho continuato , non senza un certo imbarazzo << che resti aperta la questione sui diritti riesi. Il 21 marzo del 1804 , giusto nove mesi prima dell’ incoronazione ad Imperatore della M.V., vennero promulgate dalla Repubblica francese le nuove norme di diritto civile , appellate “ Codice Napoleonico”. Fu un passo fondamentale nella evoluzione sociale e civile, poiché introdusse lo “ stato di diritto”, trasformando i sudditi in cittadini e previde norme innovative quali l’istituto del divorzio e, in particolare per le miniere, sancì l’ estensione della proprietà dal sopra al sottosuolo . ( Anche le leggi minerarie del Granducato di Toscana, che comunque non erano applicate alle miniere di Rio essendo queste parte del Principato di Piombino, prevedevano con il Motu proprio di Pietro Leopoldo del 13 maggio 1788 la proprietà del suolo estesa al sottosuolo, cancellando l’istituto feudale della regalia. Ndr). Ma quando il 1 gennaio 1807 >> ho continuato << il Codice Napoleonico entrò in vigore anche all’ Elba,il divorzio rimase e si ebbe all’Elba il primo caso di “ divorzio italiano”, ma la norma mineraria sulla proprietà del sopra e sottosuolo venne sospesa e le miniere di Rio divennero proprietà demaniale dello Stato francese. In altre parole cambiavano i lessici , ma la sostanza rimaneva quella della regalia feudale con la quale il principe poteva disporre a suo piacimento delle ricchezze minerarie del sottosuolo>>
<< Non posso negare quanto lei dice, ma occorre contestualizzare storicamente gli avvenimenti. Lei sa bene che con la così detta Rivoluzione industriale, “ scoppiata” in Inghilterra alla metà del secolo passato , si è avuta una svolta epocale ai fini energetici e manifatturieri. I minerali di ferro ed il carbone fossile sono diventate le vere materie prime strategiche per la modernizzazione. La Gran Bretagna inoltre, sfruttando- con metodi servili e feudali, indegni della democrazia che dice di essere, ben più duri di quelli già gravosi dei cavatori riesi- i vasti giacimenti di carbone fossile bituminoso del Galles, è diventata una grande potenza economica e militare proiettata verso il futuro. Sulla disponibilità di carbone fossile e acciaio risiede il vero potere dell’Inghilterra e ovviamente il mio interesse per le miniere di ferro di Rio e i depositi di carbone del Belgio e dell’Alsazia –Lorena. Non ha caso quindi, superai per ragioni di Stato, discutibili atteggiamenti liberali sulla disponibilità delle materie prime, e cinque anni fa stipulai una convenzione di 25 anni con l’ Impresa Boury e Chevalier per lo sfruttamento delle miniere di Rio. Nella convenzione, che peraltro ebbe breve durata per l’incapacità dell’Impresa ed il boicottaggio degli Inglesi, era prevista l’ edificazione di moderni altiforni in Corsica e nelle coste meridionali della Francia.”>>
<< Sire, non voglio essere irriverente, ma quanto dice la M.V. è una chiara operazione di colonizzazione, in cui si prelevano le materie prime dai paesi sottosviluppati, con inesistenti vincoli ambientali e sanitari , e costi bassi della manodopera e si attivano industrie secondarie di trasformazione , ricche di valore aggiunto, nel Paese dominante >>
<< Concordo , ma quelli erano i tempi. Comunque penso che questa cattiva pratica perdurerà lungamente anche nel futuro, alimentando conflitti e portando a fenomeni di inquinamento globale che andranno a cascare anche sulla testa dei Paesi dominanti >>. Ha commentato Napoleone, non senza un grande stupore da parte del vostro cronista. L’ Imperatore ha quindi aggiunto << Del resto , vista l’incapacità di Boury, il quale possiede “ il talento di rovinarsi in tutte le imprese che tenta “, dopo poco tempo ho annullato la concessione ed assegnato le miniere di Rio all’Ordine della Legione d’ Onore .l’ Ordine, che io stesso avevo fondato ai tempi del Consolato, nominò il Sig. Andrè Pons amministratore nell’ Isola, e io ,superati i primi dissapori, ed apprezzando la sua cristallina onestà di inguaribile repubblicano, ho confermato nell’incarico >>
<< Grazie Sire per le precisazioni, ma ora quale è il futuro delle Miniere di Rio e Terranera? Tralascio quelle di Calamita dove il minerale di ferro, non sembra avere al momento un idoneo interesse>>
<< La ringrazio per questa domanda, che mi permette di illustrare al grande pubblico i miei progetti minerari. Già il 29 agosto ultimo scorso, quando ero alla Madonna, come peraltro da lei scritto nell’articolo del 5 settembre, dove fra l’ altro ha reso di dominio pubblico un evento che doveva rimanere segreto, ledendo gravemente la mia “ privacy ( Visita della contessa Maria Walewska. Ndr),..>>
<< Mi perdoni Sire>> ho osato interrompere <<non sono un pennivendolo e ho fatto il mio mestiere di onesto giornalista .E’ una annosa questione stabilire il limite del privato in una persona con ruoli di governo, poiché le azioni private in questi casi, hanno inevitabili ripercussioni sulla politica del Paese>>
<< Torniamo alle miniere>>, ha tagliato corto l’ Imperatore << nella lettera dalla Madonna chiedevo espressamente al Conte Drouot, Governatore dell’ Elba, che è un esperto in materia siderurgica avendo ricoperto la carica di Ispettore delle Manifatture d’armi di Maubeuge e Charville, di relazionarmi sullo stato delle miniere elbane e sulla possibilità di creare nell’Isola degli altiforni. Ho proseguito chiedendo dettagli con altre quatto lettere. La prima scritta sempre dalla Madonna , lo stesso “famoso” 3 settembre ,le altre da Longone - dove mi sono recato in attesa di notizie sul buon esito della traversata- il 7 e 11, fino alla lettera che oggi 14 settembre, stavo scrivendo al vostro arrivo. Nelle missive ho fra l’ altro segnalato la presenza a Pomonte, di grandi masse di scorie antiche alla foce di un grosso torrente, che può essere una preziosa forza motrice per un futuro impianto siderurgico. Peraltro caro Sig. de Latorre, la invito ad andare nelle Terre pomontinche in questi stupendi giorni di fine estate. Vedrà il suggestivo e piatto profilo di Pianosa, dove si sta costruendo un forte a Punta Teglia nel tentativo di ripopolare l’Isola, e vivrà la bellezza di magici tramonti sui monti della mia Corsica. Tornando a noi, posso assicurarle che il mio interesse per il potenziamento delle miniere e la possibilità di stabilire un impianto siderurgico all’Elba proseguirà anche nel futuro>>
A questo punto , il nostro conversare è stato interrotto da un concitato parlare proveniente dall’ anticamera, seguito da un deciso bussare alla porta dello studiolo. E’ entrato il Gen. Cambronne; “ Mio Imperatore in rada è giunta uno sciabecco il cui rais chiedeva incessantemente di poter vedere ed onorare la MaestàVostra. Il “l Dio in terra” come lui dice”. Napoleone ha dato immediato ordine al Sig. Pons di recarsi a bordo del fascello barbaresco, e… con un incredibile << Mi perdoni , ma sono chiamato ad altri doveri ! >>, sono stato congedato da S. M. l’ Imperatore Napoleone , Sovrano dell’Elba.
Aggiornamenti
Italia Nostra Arcipelago Toscano, ha lanciato la raccolta delle firme nella campagna del FAI “ I luoghi del Cuore”, per restaurare Forte Teglia a Pianosa. (giglioelbaitalianostra.it/salviamo-forte-teglia-pianosa/ ). Napoleone non riuscì a ripopolare Pianosa ( dura sfida.Nda), ma continuò ad interessarsi delle miniere che sono rimaste e sono proprietà del demanio statale, Granducale prima e Unitario poi. L’Imperatore incaricò l’Ing. Giacomo Mellini di sviluppare un progetto per costruire un porto alla Marina di Rio in grado permettere l’attracco a grossi bastimenti minerari e comunicò al Gen. Drouot di esaminare il progetto siderurgico presentato dall’Ing. Boury, il 22 febbraio 1815, giusto quattro giorni prima di lasciare l’Elba ( Piccinini,Napoleone all’Isola d’Elba, Italsider,1969). Un segno forse, del suo convincimento di poter tornare a vincere! Nei primi mesi del 1817, quando tutta l’ Elba, era divenuta parte integrante del Granducato di Toscana, l’Ing. Giascomo Mellini, scoprì a Vigneria e Rio Albano dei livelli di carbone fossile, che fecero nascere la possibilità di impiantare all’ Elba uno stabilimento siderurgico ( Lo Scoglio n.101,2014 ). Deluse le speranze, dobbiamo attendere quasi un secolo per vedere nei primi anni del XX secolo l’edificazione degli altiforni di Portoferraio, seguiti a breve da quelli di Piombino. Lo stabilimento siderurgico elbano, come noto, venne distrutto dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Le Miniere di Rio e Terranera cessarono la loro attività negli anni Settanta e nel 1981 chiuse la Miniera del Ginevro, l’ultimo centro estrattivo elbano. Si concludeva così dopo quasi 3000 anni, la storia mineraria del ferro elbano, e si apriva una storia eco- turistica che permette oggi di godere di un patrimonio storico e naturale unico al Mondo, in grado di attrarre dai ripiani della “ Montagna del ferro “ di Rio alle gallerie del Ginevro centinai di visitatori. Un prezioso mezzo culturale, fra l’atro, per promuovere le consapevolezze sulle emergenze ecologici del Pianeta Terra quali , il riscaldamento globale e le emissioni di gas serra . La Terra nella sua lunga storia è passata da fenomeni naturali di riscaldamento e raffreddamento con cicli di milioni di anni. Da circa venti mila anni il Pianeta è soggetto ad un periodo di riscaldamento naturale, velocizzato però fortemente dalle emissioni di CO2,dovute all’ uso di combustibili fossili. Nell’ultimo numero di : “ Greenhouse gas Bulletin” uscito pochi giorni fa, l’ Organizzazione meteorologica mondiale ( Wmo), indica un valore di 396 ppm di CO2 nell’atmosfera attuale, contro i 270 ppm di prima della rivoluzione industriale. La scienza e la tecnologia dispongono degli strumenti per contenere e diminuire le concentrazioni di anidride carbonica , sviluppando l’efficienza energetica, lo stoccaggio, il riuso e l’ impiego delle energie pulite e rinnovabili . La politica e le nostre consapevolezze di “ sapiens sapiens ” devono fare il resto.
(B.T.)