La Perla del Tirreno, l'Elba. Natura rigogliosa, panorami infiniti, spiagge frequentate da migliaia di turisti, tesori culturali e storici, seppure nascosti come alla Grotte, ma nonostante una situazione potenzialmente idilliaca, c'è ancora molto da fare in fatto di sicurezza per i villeggianti e gli stessi indigeni, che amano trascorrere molte ore su qualcuna delle circa 110 spiagge dell'isola, per godersi mare e sole. Incidenti non sono mancati nell'estate e nel passato ed è tristemente ancora fresca nei cuori la morte, in giugno, di un giovane avvocato nella spiaggetta de Le Tombe, un lido dal nome sinistro segnalato quale anno fa tra i più belli d'Italia. Un infarto fulminante, forse nessun tipo di soccorso avrebbe evitato la tragedia. Il viceprefetto Giovanni Daveti promuove l'attenzione su tali problematiche e ha mobilitato forze politiche e sociali, con un incontro alla sede di viale Elba, proprio per studiare nuove soluzioni utili a garantire crescente sicurezza ai frequentatori delle affascinanti insenature elbane, puntando su soccorsi più veloci, anche nei litorali notoriamente difficili da raggiungere via terra o che si possono conquistare solo andando per mare.
L'input al rappresentante del governo lo ha fornito la Misericordia di Porto Azzurro, che sperimenta un servizio di emergenza per raggiungere le spiagge poco accessibili, via mare, grazie ad un gommone motorizzato e attrezzato di barella. Perché non estendere l'idea a tutto il resto della costa dell'isola? Quindi Daveti ha convocato sindaci, capitaneria di porto, rappresentanti del pronto soccorso dell'ospedale e volontari della Misericordia, per potenziare il settore.
"C'è ancora molto da fare per migliorare la sicurezza di tutti gli ospiti e degli elbani, - fa notare Daveti- quando si trovano a godersi l'estate sulle spiagge. Esistono vari lidi ben attrezzati con bagnini, Punti Blu, postazioni di soccorso, e in alcuni luoghi esistono pure defibrillatori. Ma allo stesso tempo esistono molte spiagge, probabilmente le più belle dal punto di vista paesaggistico, prive di alcun tipo di soccorso e difficilmente raggiungibili da persone e dagli interventi sanitari o della protezione civile e simili, in casi di malori o incidenti. Nell'incontro è stata convenuta la bontà della proposta realizzata dai volontari di Porto Azzurro. Potrebbe essere estesa creando quattro postazioni nelle varie parti della costa isolana per garantire, al bisogno, la partenza di soccorsi, proprio per raggiungere queste spiaggette in maniera più rapida via mare, con al massimo 20 minuti di tragitto, con un mezzo navale veloce attrezzato opportunamente e dotato di esperti preparati allo scopo. Interesseremo l'Asl per creare un piano di emergenza innovativo, d'intesa con i volontari del soccorso, che dovrebbero poi essere sostenuti economicamente come avviene nel caso dei normali trasporti in ambulanza sulle strade". Quindi una nuova era dell'emergenza, rivolta alle spiagge "impossibili" può prendere vita, probabilmente dalla prossima stagione turistica. Nell'occasione dell'incontro il rappresentante della capitaneria di porto ha fatto presente che questo è senz'altro necessario, anche per sollevare i militari della Marina da interventi impropri. Infatti alla Guardia costiera compete il soccorso in mare, non quello sulle spiagge, anche se il personale della capitaneria è intervenuto lo stesso, con slancio, in alcuni casi, per dare il proprio aiuto, assumendosi pesanti responsabilità. Nuove prospettive del soccorso che si dovrebbero arricchire di altri dettagli operativi secondo il viceprefetto. "Bisogna anche pensare a creare un sistema di informazione su questa nuova organizzazione, quando sarà realizzata. I Comuni, il parco saranno da coinvolgere in questo progetto, e dovrebbero porre dei cartelli che avvertono, chi frequenta tali litorali difficilmente raggiungibili, bacheche che forniscono anche notizie sul come chiamare soccorsi via mare. Per i lidi difficili da raggiungere poi, i Comuni potrebbero fare interventi di ampliamento dei sentieri, facendone anche di nuovi, per meglio far arrivare i soccorsi alle spiagge più isolate, in modo che le squadre di soccorso che agiscono via terra possano trovare con più facilità l'accesso alla riva e quindi avere tempi di intervento ridotti". Un progetto importante, senza dubbio, che anche gli imprenditori locali potrebbero sostenere, una strategia necessaria visto che è mirata alla tutela della salute e alla sicurezza. Un fatto che darebbe risvolti positivi a tutta l'economia turistica, perché maggiori sono le sicurezze e le assistenze, maggiori dovrebbero essere anche i motivi per venire all'isola d'Elba.