Le dichiarazioni dell’ex ministro dei trasporti Matteoli, e quelle dell’AD di SAT, uscite in questi giorni sulla stampa, finalmente mettono a nudo il re e palesano quello che da anni andiamo dicendo nel silenzio assordante delle Amministrazioni.
L’inesistente nuovo piano economico del progetto Tirrenica, non puo’ prevedere l’esenzione totale per tutti i residenti che ad oggi usano gratuitamente l’infrastruttura perche’ SAT e soci pensavano bene di far cassa sulle spalle dei pendolari e degli utenti abituali, gli unici, che percorrano la variante aurelia.
Se viene a mancare l’unica fonte di reddito certa ossia i soldi dei cittadini della Val di Cornia e provincia l’opera non e’ sostenibile.
E’ il momento, di fronte all’aut aut di SAT, che lo Stato, la Regione e i comuni ristabiliscano un po’ di ordine in questa storia e prendano decisamente in mano il timone, visto che siamo di fronte ad un ribaltamento di forze, ossia il privato che detta le regole al pubblico.
Inanzitutto la strategicita’ di un opera pubblica come un infrastruttura stradale, si misura con i vantaggi che porta alla comunita’ e non certo con quanto potra’ incassare la societa’ privata che la costruisce e la gestisce per 40 anni.
Sfacciatamente la SAT chiede sgravi fiscali allo Stato e soldi pubblici per rendere vantaggioso l’affare per i suoi soci, le coop rosse coinvolte nello scandalo Milano-Serravalle, il Monte dei Paschi, Caltagirone e il Gruppo Gavio.
A fine giugno la SAT spera di avere il via libera dal CIPE sul Lotto2 (Scarlino-San Pietro in Palazzi) e piazzare i suoi cantieri, in questo scenario ribadiamo con forza che e’ il momento in cui la Regione Toscana non puo’ e non deve fare un passo indietro, ma ascoltare il suggerimento che da anni Liste civiche e Comitati stanno gridando.
La soluzione e’ togliere la concessione alla SAT, investire i soldi pubblici - quelli stessi che chiede la suddetta societa’ privata - per far interventi seri di manutenzione sull’attuale variante aurelia esistente, mettere a gara europea, nel rispetto della libera concorrenza del mercato, la progettazione e costruzione della parte a sud di Grosseto fino a Civitavecchia, il vero unico “buco nero” della dorsale tirrenica, mantenendo la gratuita’ della variante, cosi’ come indicato dallo studio correlato al progetto ANAS 2000 dove i tecnici indicavano tale soluzione come l’unica i grado di garantire vantaggi economici per i cittadini delle provincie interessate e per i conti pubblici.