La protesta della compagnia Blu Navy, per il rifiuto dell'APPE di concedergli nuove corse, appena approdata, nel pomeriggio di Lunedì, in rete, ha scatenato poco meno che un pandemonio.
Solo sul sito del nostro giornale abbiamo registrato in poche ore circa 4.000 "letture" della notizia, una cinquantina di "condivisioni" (rilanci della notizia) dalle nostre pagine Facebook, decine di commenti, con neanche uno favorevole all'operato della Autorità Portuale, che, a naso, ci pare abbia assunto una decisione che ha provocato, più che un disappunto, una diffusa incazzatura insulare.
Ai colleghi del Tirreno l'Autorità Portuale ha risposto con un suo funzionario, di aver semplicemente applicato la procedura di assegnazione degli slot in vigore dal 2008 - una procedura fissata dalla stessa APPE ci par di capire - che impedisce una diversa ripartizione degli slot, e che comunque la richiesta di corse aggiuntive estive era inaccettabile perché non si può andare oltre le 60 partenze giornaliere già previste, pena creare (soprattutto a Portoferraio) problemi di sicurezza in porto.
Risposte che è probabile vengano mal digerite dalla comunità isolana che in larghissima maggioranza vedrebbe di buon occhio (a maggior ragione dopo l'impegno ad effettuare corse invernali) la concessione di uno spazio operativo maggiore a chi fa realmente concorrenza al mono-duopolio Moby-Toremar.
Forse "le sacrali procedure" è ora di cambiarle, in modo che ci siano meno "rendite di posizione" e si possa parlare di qualcosa che inizi a somigliare al libero mercato del trasporto marittimo anche all'Elba, dove, non casualmente, le tariffe fissate da chi spadroneggia sul canale hanno toccato punte insostenibili.
Sarebbe opportuno ne prendesse atto la stessa APPE, e forse, prima ancora, i soggetti che più debbono rappresentare i cittadini-utenti in questa partita: la Regione e i Comuni.