Al Sindaco di Portoferraio Arch. Mario Ferrari,
ero incerto se risponderti o meno. Ma poi, anche su sollecitazione di alcuni amici di merenda, mi sono deciso a scriverti questa lettera.
Dall’alto della mia esperienza di “vecchio mentore” devo dirti innanzi tutto che quando uno decide di “buttarsi” in politica e riesce a conquistare la massima carica di Sindaco, deve necessariamente aspettarsi che ci siano forze politiche, minoranze consiliari o semplici cittadini, come sono io, che possono non essere sempre d’accordo con le scelte che compie, con i programmi che intende portare avanti, con i progetti che decide di realizzare. Insomma non può pensare che, dopo la “tempesta” della campagna elettorale, per 5 anni, per una intera legislatura, prevalga un clima politico di “quiete” assoluta. A torto o a ragione ci sarà qualche” Bastian contrario”. E’ difficile, molto difficile, che chi è chiamato a governare un Comune possa godere sempre di un consenso unanime su quello che fa.
Ma un Primo cittadino, a chi non è d’accordo, a chi ha l’ardire di manifestare pubblicamente il suo pensiero contrario e le sue critiche, sia pure condite da una più o meno pungente ironia, non può usare come arma per contrattaccare l’offesa, come hai fatto tu nei miei confronti non ostante il rapporto di reciproca stima ed amicizia che abbiamo sempre avuto.
E lo hai fatto senza peraltro minimamente dire una parola per smontare le mie “bestialità o castronerie giuridiche” come hai qualificato i miei rilievi su alcuni atti della tua Amministrazione. Se erano davvero “bestialità o castronerie” potevi, e ti doveva restare molto facile, controbattere.
Ti limiti a dire invece che “parlano da sole le norme del Regolamento e le disposizioni legislative in vigore”. Quali?
Il dovere di un Sindaco, è quello di ascoltare con attenzione e talora anche con tanta pazienza. Rispondere certo a chi lo critica per le cose che fa. E rispondere talvolta anche con fermezza se le critiche sono palesemente strumentali o ingiuste. Ma non può assolutamente insultare i suoi concittadini, anche quelli che non lo hanno votato (ed io non ti ho votato come certamente immaginerai ) sul piano personale e professionale. Questo poteva accadere ( anzi accadeva spesso) durante il triste ventennio fascista; quando a livello locale c’erano i Podestà; ma non può accadere oggi.
Nell’ultima tua sortita ribadisci l’impegno a risollevare le sorti della nostra città. Bene. Ma non dire “avremmo intenzione di governare” come se le polemiche politiche di questi giorni o quelle che inevitabilmente prima o poi rispunteranno durante il tuo mandato, ti frenassero o ti impedissero di farlo. Capisco che per tanti anni hai fatto solo il Dirigente pubblico e non dovevi controbattere in prima linea con le diverse minoranze politiche della Assemblea della Comunità montana. Ma devi piano piano abituarti a questo tuo nuovo, più impegnativo e più scabroso ruolo di Sindaco, che ti impone di lavorare per il bene della città e insieme di confrontarti con chi non appartiene al tuo schieramento politico e con i cittadini , togliendoti dal capo che saranno sempre solo “rose e fiori”.
Ai tuoi avversari politici hai rivolto il detto portoferraiese “ Se venite mi ci trovate” . Se penso al significato di questo nostro modo di dire, sarebbe bene che tu evitassi di pronunciare quelle parole, un po’ disdicevoli per un Sindaco. Per quanto mi riguarda, comunque, preparati; perché quando ne sentirò il bisogno manifesterò il mio pensiero, anche venendo a trovarti sia per dirti “bravo” sia per dirti che stai “cappellando”.
Ti saluto
Giovanni Fratini
ex Sindaco, ex Segretario comunale, ex di tante altre cose e da pochi giorni, per tua grazia, anche “vecchio mentore”.
P.S.
Ti ringrazio per avermi attribuito il titolo di “ mentore”. Mentore è un personaggio dell’Odissea, il saggio e fido consigliere di Telemaco, figlio di Ulisse, durante l’assenza del padre. Insomma dopo avermi dato del “rincoglionito” mi hai un po’ riabilitato.