Mentre da un lato il Presidente Rossi fa la cosa giusta, che apprezziamo senza riserve, impegnando la Regione ad acquistare le quote della società del Parco Minerario dell’isola d’Elba che la Provincia vorrebbe privatizzare, dall’altro, nella sua risposta (si può leggere QUI) alla lettera aperta del comitato3novembre, chiudendo ad ogni possibilità di sbloccare la situazione paramonopolistica in cui versa il trasporto marittimo dall’Elba al continente fa, spiace dirlo, quella sbagliata.
E lo fa usando argomenti dubbi che forse andavano più attentamente valutati.
Dice il presidente: le corse notturne non sono previste dal contratto di servizio che regola i rapporti con Toremar. A dir la verità il contratto di servizio reperibile sul sito della Regione Toscana, per quanto risulta, non parla di corse notturne. L’art 6 di detto contratto – Esecuzione del servizio – così recita al comma 3: “nel corso di validità di ciascun orario al fine di consentire l’adeguamento tempestivo delle modalità di offerta ai mutamenti della domanda e delle condizioni di contesto o per far fronte ad esigenze di pubblica utilità…….la Regione può chiedere a TOREMAR di procedere a modificare in modo permanente o temporaneo il servizio oggetto del presente contratto”.
Ancora, dice il Presidente, la Regione investe circa 15 milioni (sull’intero arcipelago) l’anno per assicurare il servizio dunque non può permettersi altre spese. Appare perlomeno inesatto affermare che il costo dei servizi Toremar è a carico della Regione. Il DL governativo 135/2009 convertito con legge 166/2009 – art. 19/ter comma 16 – assegna alla Regione Toscana un finanziamento annuo pari a 13.005.441 euro finalizzato a garantire la continuità territoriale da e per l’Arcipelago per tutto il periodo relativo al contratto di servizio stipulato con Toremar all’atto della privatizzazione. Considerato che il prezzo stimato del servizio Toremar è pari a 13.333.318,36 euro annui (vedi Contratto di servizio Toremar art.4, comma 2) ne risulta che il costo reale a carico della Regione Toscana è pari a euro 327.877,36 (sempre sull’intero arcipelago). Ben lontano dunque dai 15 milioni lamentati dal Presidente.
Il Presidente rivendica inoltre nella sua risposta la tempestività della “liberalizzazione” dei trasporti marittimi, della quale diamo volentieri atto, senza accennare però al risultato contrario alle attese che ne è conseguito, un monopolio nel periodo invernale conseguente alla posizione dominante nel periodo estivo di Moby/Toremar. Non una parola rispetto all’ all’argomento principale della lettera aperta, la mancanza cioè di un regime accettabile di libera concorrenza, conseguenza della privatizzazione dei trasporti marittimi fra l’Elba e la Regione.
Tuttavia, e nonostante le apparenze, non tutte le porte sono davvero chiuse. La recente anche se tardiva sentenza del Consiglio di Stato, che rimette in discussione l’intero assetto dei trasporti, se applicata nel modo migliore, offre alla Regione Toscana l’occasione di erogare i servizi fondamentali di continuità territoriale in un contesto aperto alla concorrenza fra i privati che devono avere la possibilità di operare sulla tratta nel corso dell’intero anno in gestione di equilibrio economico. Comprendano, il Presidente e l’Assessore Regionale delegato, le necessità degli elbani: chi vive all’Elba vive, direttamente o indirettamente, di turismo e ha bisogno come dell’aria che respira di un sistema di trasporti marittimi e aerei sicuramente efficienti e continuativi ma, altrettanto sicuramente, accessibili a prezzi tali da non costituire una barriera insormontabile per molti di coloro che vorrebbero raggiungerla.