Orecchie da mercante di Onorato e compagnia sulla proposta del sindaco di Portoferraio, Roberto Peria, di usare la tassa di sbarco per abbassare il prezzo dei biglietti dei traghetti in bassa stagione, unificandolo per tutti i viaggiatori alle tariffe concesse ai residenti. Un suggerimento sensato che produrrebbe una serie di benefici a catena, un indotto di attività oggi compresso dal calo di presenze, persino in questi mesi di colmo dell’estate, e dalla crisi generale del Paese.
Non solo si allungherebbe la stagione che, se il clima desse una mano, potrebbe offrire sole e mari caldi fino alla fine di ottobre; ma sicuramente contribuirebbe a calmierare i prezzi della ricezione, persuaderebbe amministratori e forze economiche ad aprire la borsa e a migliorare il rapporto qualità/prezzi dei servizi, insomma alzerebbe il livello dell’ospitalità che oggi presenta non poche pecche e costituirebbe una ghiotta occasione competitiva in tempi di offerte di vacanze a prezzi stracciati, le cosiddette low cost. Perché è fuor di dubbio che all’Elba è necessario provocare un forte scossone per invertire la rotta del lento declino di un’economia turistica tutt’ora senza alternative.
Purtroppo, se il buon giorno si vede dal mattino, non c’è da stare allegri. Pur viaggiando di fatto sotto la stessa bandiera, l’offerta delle due maggiori compagnie, Toremar e Moby, paradossalmente è proposta (ovviamente ai non residenti) a tariffe diversificate. Nonostante le corse di avanti e indietro si siano moltiplicate fino a raggiungere il record senza precedenti delle 91 traversate al giorno (!), i rincari sono stati pesanti con il pretesto (non sempre giustificato) del caro carburanti. Peraltro, nonostante le obiezioni di Onorato, le navi viaggiano a passo di lumaca (18 miglia in un’ora e un quarto invece dell’ora stabilita e proposta agli utenti) per risparmiare sui consumi, provocando ingorghi di traffico ai porti e accrescendo i disagi dei viaggiatori, pendolari innanzitutto, nella affannosa rincorsa alle coincidenze con treni e pullman.
Possibile che, nonostante le migliorie dei porti di Piombino e Portoferraio, l’aumentata stazza dei traghetti e i tempi di attesa per gli imbarchi quasi zero, si debba tornare ai tempi eroici del Calimero quando ogni viaggio all’Elba diventava un’avventura? Possibile che non possa essere favorito il turismo pendolare (nativi e proprietari delle seconde case) con tariffe scontate e, soprattutto con abbonamenti periodici che, fra l’altro, portano quattrini subito nelle casse delle compagnie?
Romano Bartoloni