Le ombre del dissesto finanziario si allungano sul Comune di Rio Elba il cui Consiglio si è riunito nel pomeriggio di Venerdì 18 Dicembre in un clima estremamente grave.
Dolenti le note finali del Sindaco Claudio De Santi che ha dichiarato che resterà in carica solo fino a quando i conti dell'Ente torneranno a posto, ma che se ciò non dovesse verificarsi, e si procedesse alla nomina di un commissario ad acta, non resterebbe a fare il sindaco formale e si dimetterebbe.
"Quando sono entrato in Comune - ha affermato De Santi - non credevo che la situazione fosse questa, non sapevo e non potevo sapere che i conti erano in questo stato".
E dopo essersi scusato coi suoi concittadini per averci messo tanto tempo a capire quale era la situazione reale e le dimensioni vere della voragine debitoria (4.4 milioni di euro in un paese di non molto più di mille anime), il sindaco ha confessato la propria amarezza dell'aver dovuto sopportare per mesi critiche di immobilismo, appunti che gli erano rivolti mentre cercava di venire a capo della complessa situazione. Si capisce che l'incarico gli pesa "... ma il mio senso di responsabilità - ha detto - mi impone di rimanere per mettere le cose a posto e lasciarle meglio di come le ho trovate per chi verrà. Dopo posso anche farmi da parte".
Cerca De Santi di costruire un fronte comune contro il dissesto: "Voglio andare avanti e trovare una soluzione insieme a voi, insieme alla minoranza, dovremo tutti fare dei sacrifici.." si deve tentare di uscire dalla stretta, di salvaguardare innanzitutto il patrimonio pubblico riese.
Durante la seduta lo stesso crudo realismo, l'affermazione che solo con una cura di tagli, rinunce, "lacrime e sangue" si può pensare di raddrizzare la barca, con la prospettiva poco rosea che anche la politica di contenimento possa non essere sufficiente, e che un piano di risanamento non superi positivamente il vaglio della Corte dei Conti.
Spietata l'analisi del consulente del Centro studi enti locali Luca Eller Vainicher che ha relazionato al consiglio dopo il compito affidatogli dal Comune di scoprire la causa delle sofferenze economiche del Comune in vista della redazione del bilancio previsionale 2015, ma che poi ha esteso il suo studio agli esercizi finanziari degli ultimi 15 anni.
"Il comune - ha affermato il tecnico - ha vissuto per anni al di sopra delle proprie capacità producendo un debito ingiustificato che ora, in un momento in cui le entrate sono diminuite, non si riesce più a coprire".
Un terzo delle entrate del Comune è stata valutata da Luca Eller Vainicher come non sicura e le spese dovranno essere tagliate per importi correlati.
4.4 milioni di debito sono un macigno per un comune che negli esercizi precedenti ha incassato mediamente 2.5 milioni. Un deficit che il consulente imputa essersi accumulato perché il comune avrebbe sistematicamente speso più del ragionevolmente consentito, trovando anche da formulare appunti alla destinazione delle spese in eccesso: "Nel periodo 1999 - 2014 le entrate correnti - ha annotato il tecnico - sono andate a coprire spese correnti ingiustificate quando invece potevano essere destinate a strade, scuole, parcheggi, insomma opere pubbliche. Opere che ora difficilmente possono essere realizzate".
Come uscire dalla crisi che si è determinata? Le strade - è il Sindaco De Santi ad intervenire - sono sono solo due: arrendersi dichiarando il dissesto (ed in tal caso il Comune subirebbe un quinquennale commissariamento prima di tornare a nuove elezioni dei suoi amministratori) o tentare il rientro elaborando un piano decennale, che, come già accennato, dovrebbe essere però dichiarato plausibile ed applicabile dalla magistratura contabile, e comunque comporterebbe un carico di tagli alle spese ed ai servizi erogati di sicura rilevanza.
Nelle more delle decisioni della Corte dei Conti e della eventuale stesura del piano di risanamento del debito (che è ragionevole necessiti di 4/5 mesi per essere sviluppato) le finanze pubbliche riesi finiranno sotto la lente del Ministero delle Finanze, al quale lo stesso Sindaco De Santi ha chiesto di inviare i propri ispettori, auspicando che da essi giunga l'indicazione di una via di uscita.
Ma tornando a quanto, secondo De Santi ed il consulente, si è sbagliato "in progress" negli esercizi precedenti, un altro appunto viene formulato circa il non aver previsto in bilancio per le eventuali passività, fatto che il tecnico dichiara "stupefacente": "Quando si hanno cause pendenti - ha affermato - si prevede una certa somma nell'eventualità di perdere la causa. Questo non è stato fatto e ci sono cause contro il Comune con richieste milionarie".
E l'ipotesi per il sindaco non è peregrina perché richiama l'altro punto dolente affrontato nella seduta: quello dei contestati lavori pubblici a Bagnaia e Nisporto.
Della questione avevamo già parlato per la questione dell'apertura dei due cantieri in regime di somma urgenza e per affidamento diretto che era stata contestata (anche per la progettazione dei dei lavori) dalla Autorità di Valutazione dei Contratti Pubblici (oggi Autorità Nazionale Anti Corruzione) in una lettera giunta nel 2013 ma rinvenuta "nascosta in un faldone" - dice il Sindaco - che afferma di avere compiuto una approfondita indagine i cui esiti sono a suo dire "sconfortanti, sconvolgenti e molto gravi".
Ed il Sindaco in effetti formula nei confronti dei suoi predecessori pesanti accuse: ed inizia dalla vicenda della frazione di Bagnaia per la regimentazione idraulica della quale - afferma - nel 2005 il Ministero dell'Ambiente, un contributo finalizzato anche alla costruzione della nota passerella (oggetto di chiusura lo scorso agosto in piena stagione turistica con annesse inevitabili polemiche).
Ma il sequestro fu dettato - spiega il Sindaco dal mancato collaudo della struttura, peraltro realizzata in modo difforme dalla progettazione, fatto che comporterà un ulteriore esborso da parte del Comune. Il vero punto dolente bagnaiese è però costituito dalla mancata realizzazione della messa in sicurezza del bacino e dei 600.000 corrispondenti euro incamerati - secondo il revisore contabile - indebitamente.
"Quell'opera non è mai stata realizzata e ora sappiamo perchè - dice De Santi - il progetto è sbagliato, parte dell'opera include terreni privati e in quegli anni un condominio va a occupare un'area demaniale. Nel 2012 la giunta modifica il progetto che avalla l'occupazione illegittima".
Si è di conseguenza aperto un contenzioso col ministero che, a fronte dei difetti di progettazione, chiede la restituzione di un milione di euro che era stato erogato, richiesta per ora congelata dall'impegno del comune di portare a compimento il lavoro, sul quale però anche la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sulla vicenda.
Ma pende anche gravemente la questione di Nisporto, dove i lavori di messa in sicurezza idraulica furono finanziati con 2.3 milioni di euro, con il compimento tra l'anno 2002 ed il 2009 dei lavori, anche in questo caso contestati nella lettera 2013 dell'AVCP, nel caso per la procedura di affidamento lavori.
Il Sindaco spiega che l'intervento effettuato a Nisporto prevedeva lo scorrimento delle acque in parte in alveo a cielo aperto in parte in tratti "tombati" Ma nel tempo, sono state aumentate le parti tombate "... rilasciando permessi per costruire - specifica De Santi -fino a quando, nel 2012, l'Autorità di bacino ordina di stombare i fossi chiusi in maniera difforme dal progetto ma l'indicazione non viene seguita e anzi si procede al collaudo dell'opera anche se manca del tutto la vasca di decantazione".
Allo stato attuale dell'arte - secondo gli amministratori riesi - i finanziamenti sono stati spesi e l'opera non è né collaudata né collaudabile, senza che ad essa siano apportate delle modifiche strutturali che graverebbero per altri 400.000 euro sulle dissestate casse riesi.
E per finire in gloria ci sabbe pure l'autorità di Bacino che potrebbe anche essa pretendere la restituzione del finanziamento, dopo aver chiesto di riesaminare tutte le concessioni edilizie rilasciate nella zona sospettate di illegittimità.
Al termine di questo lungo report riese ci rendiamo comunque conto che per quanto rispettiamo le analisi e le "indagini" del Sindaco e dei suoi certo validi consulenti, ci troviamo al cospetto della "lettura" dei fatti di una sola parte in causa, e che quindi è opportuno - proprio per la delicatezza e insieme la pesantezza dei rilievi mossi, che sia concesso un diritto di replica e/o spiegazione dei fatti trattati (sia sul fronte finanziario che su quello urbanistico) ai più direttamente interessati e chiamati in causa: segnatamente gli amministratori che hanno megli ultimi anni governato Rio Elba, ai quali fin da ora (come d'uso) garantiamo - se ne vorranno fruire - adeguati spazi nelle nostre pagine.
s.r.