Da più parti della società elbana, da categorie economiche, da associazioni, da singoli cittadini, è venuto l'appello ai Sindaci a ritrovare un'unità d'intenti, invitandoli a rinunciare ad una contrapposizione, inutile quanto dannosa per gli interessi elbani, per la sua economia. E' la richiesta perché prenda corpo una nuova visione dell'isola, nel suo insieme, più aderente agli interessi di sviluppo e crescita e perché maturi finalmente una maggiore consapevolezza e una volontà politica unitaria che superi visioni isolazioniste, municipaliste e particolaristiche, legate a mere convenienze di potere locale e elettorali. Finora non si è voluto raccogliere, questo messaggio, perché purtroppo all'Elba si vive, ormai da tempo, una crisi della politica, non più capace d'innovazione, slancio, che sappia guardare al futuro senza egoismi e conservatorismi vari. Perdura una situazione di stallo politico tra i Sindaci che si accusano reciprocamente e si rimpallano le responsabilità. Personalmente non credo che questa situazione si possa sbloccare con espedienti istituzionali quali fusioni fulminee, a tappe forzate, tra due, tre, quattro Comuni, tanto più che, comunque alla fine di questi processi, se riusciranno senza produrre lacerazioni e forzature, si dovrà ugualmente procedere, come del resto prevedeva la proposta del Sindaco Lambardi, alla costituzione di una Unione dei Comuni elbani. E questo perché, anche se si dovesse avere i tre comuni, resterebbe aperto il problema di dotare l'Elba di un ente rappresentativo e di governo dell'isola nel suo insieme, superando le attuali frammentate gestioni associate, che gestisca le cosiddette problematiche elbane, sanità, contributo di sbarco, promozione, trasporti, scuola, ecc..
Allora credo che la priorità, l'urgenza istituzionale oggi, per l'Elba, anche per sopperire al vuoto lasciato dall'esautoramento della Provincia, sia quella di procedere al più presto alla costituzione dell'Unione, che è un vero e proprio ente locale, con organismi propri e condivisi con i comuni, come segnale di una ritrovata volontà politica di buon governo e solidale dei Sindaci, in modo da risolvere con un accordo, la questione del contributo di sbarco, recuperare queste importanti risorse e progettare insieme su necessità del territorio. Sarà poi all'interno di questa nuova dimensione istituzionale unitaria che è l'Unione, che potrà affermarsi la libera adesione consensuale dei Comuni e delle rispettive comunità all'avvio di processi di accorpamento e fusione di versante o limitrofi. La stessa esperienza collaborativa che si potrà realizzare con l'Unione sarà il miglior viatico per superare ritrosie e sospetti.
Pino Coluccia