Non è nelle mie abitudini intromettermi nei dibattiti e nelle polemiche altrui. Tuttavia lo scontro in atto, a Rio nell’Elba, fra il Sindaco in carica e gli ex mi spinge ad alcune considerazioni su temi assai delicati e talvolta complessi che riguardano tutti coloro che sono investiti di responsabilità nella conduzione delle Amministrazioni Comunali.
Com’è possibile non mettersi nei panni di un Sindaco – in questo caso Claudio De Santi – che deve, suo malgrado, e imprevedibilmente prendere atto di una situazione finanziaria pesantissima che scaturisce in larga parte da finanziamenti ottenuti, in passato, per opere pubbliche non realizzate e che pertanto debbono essere rimborsati?
Ma la gravità ulteriore consiste nel fatto che di queste somme non vi è un corrispondente accantonamento nel bilancio e quindi nelle Casse Comunali.
Dunque che fare? Le reazioni dei suoi predecessori sono assai poco convincenti e, comunque, non rassicuranti per chi deve – per dovere istituzionale – governare una situazione difficilmente sostenibile.
Ciò detto, per amore della funzione di Sindaco che ho svolto per dieci anni, mi sento di rivolgere un monito a tutti sul tema dell’uso dei finanziamenti che si ottengono da altri Enti: Regione, Ministeri, Europa ecc. per la realizzazione di opere pubbliche che spesso restano ferme per inerzia o per difficoltà burocratiche nelle procedure autorizzative.
Siffatte situazioni sono più frequenti di quanto non si creda e determinano conseguenze gravi sotto vari profili. In primis per il territorio che di tale opere ha bisogno, poi per la credibilità stessa delle Amministrazioni interessate, infine perché alimentano la diffidenza di chi, questi finanziamenti, ha il compito e la possibilità di concedere accertando preliminarmente la cantierabilità dei progetti.
Si tratta comunque di parametri che misurano il grado di efficienza delle Amministrazioni e la loro affidabilità. Tralascio ogni altra considerazione sulle responsabilità e sui danni che tutto ciò comporta. Certo è che una più celere e puntuale attività di verifica e d’intervento della Corte dei Conti sarebbe davvero auspicabile e sicuramente benefica per l’interesse della collettività.
Francesco Bosi