Se si imparassero le cose migliori con la stessa velocità (e passione) con cui si imparano quelle peggiori vivremmo in un mondo perfetto. Il Consiglio Comunale di Campo è sciolto grazie al ‘blitz’ dei consiglieri delle diverse minoranze presenti nella politica campese: la minoranza vera, quella che ha perso le elezioni, di Vanno Segnini; la prima minoranza della maggioranza (la “destra radicale”), che ha lasciato la maggioranza dopo aver chiesto e ottenuto il licenziamento dell’Assessore al bilancio espressione dell’altra minoranza della maggioranza (la “destra moderata”), che a sua volta più recentemente ha lasciato la Giunta. Le motivazioni, a quel che ci è dato cogliere, sono identificabili nel fatto che il Sindaco aveva perduto il contatto con la gente: anche questa già sentita. I maligni dicono che il contatto lo avesse perso soprattutto con le minoranze interne, che vedevano limitata la loro capacità di iniziativa (personale, per carità, non politica). Il Sindaco, con un nobile discorso in Consiglio, ha rivendicato la propria correttezza (a tutto Campo, per continuare coi giochi di parole), pur ammettendo di aver fatto degli errori: crediamo alludesse al fatto di essersi presentato con una lista così eterogenea, per non dire bislacca, che chiunque avrebbe potuto facilmente prevederne lo sfaldamento. Stesso errore, del resto, compiuto dai suoi partner… Lo slegame della lista è stata la genericità dei programmi imposta dalla eterogeneità dei componenti, e l’improvvisazione politica degli eletti: l’interruzione della Consiliatura ne è un segno evidente, con la prevalenza di motivazioni umorali e una fiducia irrazionale nella capacità palingenetica del ‘cupio dissolvi’.
Compatti come una falange macedone, i sette consiglieri ormai di minoranza, ma maggioranza del Consiglio, sono andati dal Notaio, come a Roma (ma in un contesto un filo diverso). E’ tuttavia difficile immaginare che possano ritrovarsi ancora insieme in una lista alle ormai imminenti elezioni: portatori di interessi di gruppi diversi, alcuni di loro; portatori di desiderio di esistere personalmente, altri; sparpagliati (nel senso di ‘non vincoli’, come diceva Pappagone) tutti o quasi. Auguriamo comunque ai cospiratori che a loro vada meglio di come è andata a quelli di Roma.
Dall’altra parte il Sindaco e i suoi sostenitori (immaginiamo) ci riproveranno, evitando (speriamo) gli errori già denunciati e anche quelli non ancora considerati (cioè che la politica non è fare delle cose, come la ‘rottamazione’ di Renzi; ma avere dei progetti, delle ‘visioni’ come si dice oggi; e spiegarli e farli capire, soprattutto perché il metodo del “meglio un uovo oggi” alla lunga non fa nascere più galline): meno rottamazione e più sguardo rivolto lontano verso orizzonti ragionevoli ai quali orientare le azioni politiche quotidiane. Auguri a tutti.
Un piccolo cenno ai commenti sulle vicende considerate. Il comunicato dei coordinatori di Forza Italia toscani è un atto di coraggio quasi eroico. Già nei giorni scorsi il dott. Palombi si era espresso manifestando una conoscenza a dir poco modesta degli avvenimenti campesi almeno dell’ultimo anno; ma il riferimento alla “inarrestabile subsidenza politica” del PD, fatto da appartenenti a un partito che appare ormai spiaccicato sul fondo dell’abisso politico, ogni giorno impegnato a scavare per vedere se può andare più giù, è davvero spericolato. Ma forse siamo ingenerosi. Il ritorno di Schifani e Quagliariello all’ovile del povero Berlusconi, e la fulgida stella del ‘manager’ Stefano Parisi che si appresta a brillare nei cieli del Centrodestra italiano lasciano intravedere “magnifiche sorti e progressive”.
Auguri anche ai Coordinatori di Forza Italia.
Luigi Totaro