Ma quale buona scuola? La riforma enfaticamente così battezzata con cui il governo ha per mesi pubblicizzato la fine in tempi brevi dei docenti precari, la rincorsa ai supplenti è naufragata al primo acquazzone settembrino.
La caccia alla responsabilità del comandante Schettino è partita e il salvataggio del superstiti se c’è stato è solo grazie all’equipaggio degli Istituti Comprensivi che tra mille sofferenze in poco tempo sono riusciti a disincagliare e a rimettere in navigazione temporaneamente la scuola.
Non ci sono ancora orari regolari e certezze sulle nomine dei docenti ma almeno da una sola ora di lezione si è passati a quattro ore giornaliere come nel caso delle classi della scuola secondaria di Marciana Marina.
E’ già un qualcosa, ma sicuramente non sufficiente per un paese come l’Italia che dovrebbe garantire il diritto allo studio ed invece sembra dimenticarsene.
L’accorpamento dell’Istituto scolastico marinese/marcianese con quello campese se pur legalmente accettabile ha deluso per il momento, causa proprio il sovrapporsi delle novità e carenze della riforma scolastica perché si è sentito come non mai la lontananza dell’Istituto e di chi lo rappresenta dal sistema locale. Non penso sia umanamente possibile per un direttore presiedere l’intero territorio elbano, non mi piace fare demagogia ma mi piacerebbe che chi legifera e chi amministra prima di riformare si confronti con il sistema che intende rivoluzionare e poi prenda decisioni atte a valorizzare e salvaguardare aspetti sociali e aree di massima importanza come la scuola.
Basta ai tagli del personale, la perdita di un solo dipendente o che faccia il bidello o che sia un impiegato si ripercuote totalmente nel sistema scuola del territorio, l’incertezza del posto di lavoro per un insegnante penso sia profondamente demotivante per non parlare dell’”ordine” di prestare servizio a centinaia di chilometri dalla propria famiglia. Ordine perché questo sembra essere, quasi come se ci trovassimo in un sistema militare, fatto che a mio modesto avviso va contro alcuni principi costituzionali come quello della salvaguardia della famiglia. Insomma ma quale buona scuola e dove è finito lo stato sociale?
Da una parte c’è la riforma da un’altra le consuete carenze degli enti pubblici locali che come ogni anno sono sistematicamente in ritardo per il regolare inizio e funzionamento dei servizi collegati alla scuola di loro competenza: vedi il servizio di trasporto degli alunni e la nomina degli educatori di sostegno.
Visto che la scuola da decenni si sa che inizia con il mese di settembre viene da chiedersi perché non si è mai pronti al suo inizio, è come se il giorno di Santa Chiara non fosse pronto lo spettacolo pirotecnico ma per fortuna questo non è mai successo.
Ma la domanda a cui mi aspetto come consigliere comunale e anche come genitore risposta è “dato che alla prima pioggia si è dovuto evacuare un’aula del nuovo plesso scolastico e sono caduti ben 15 pannelli di cartongesso e altri sono da ritenersi non sicuri che cosa ha fatto il mio comune in questi anni per evitare queste continue infiltrazioni d’acqua e come e quando intende procedere per evitare definitivamente che ciò possa risuccedere?”.
Francesco Gentili – Consigliere Comunale