Caro (si fa per dire) Matteo
se potessi, al referendum voterei due volte NO. Uno per il dott. Matteo Renzi Presidente del Consiglio e per il tuo tentativo di far passare una indecente riforma alla Costituzione, nella quale sostieni che:
- eliminare l'attuale Senato sarà un toccasana per il bilancio statale (si risparmieranno 58 milioni di euro all'anno, 98 centesimi per ogni italiano, meno di un caffè);
- eliminare il CNEL significherà un altro grosso risparmio, e menti sapendo di mentire perché gli ottanta dipendenti hanno già un posto assicurato in altri enti statali, e inoltre il risparmio sarà una ventina di milioni di euro, tanti quanto costa il noleggio annuo del dell'aereo preso in leasing dalla Ethien con il quale scorrazzi il mondo (a nostre spese) alla ricerca di endorsement, portando a spasso i tuoi elettori e Roberto Benigni, fino all'altro giorno in sella al cavallo bianco, agitando il tricolore per il televisivo racconto della Costituzione più bella del mondo, e ora pronto ad una nuova puntata in cui la tua e di Elena Boschi sarà anche più bella;
- eliminare le Provincie sarà ancora un altro grosso risparmio, e menti ancora perchè tutti i dipendenti saranno riassorbiti.
L'altro NO è alla tua storia che riassumo brevemente:
- da giovane tu, boy scout a San Miniato, litigavi ferocemente con il tuo concittadino di professione ortopedico e allora dirigente della F.G.C.I.;
avresti odiato la sinistra anche se tu fossi stato mancino, ma già allora stavi mettendo a fuoco le tue strategie;
- da fiorentino (anzi no, sei di Rignano sull'Arno) avrai sicuramente letto “Il Principe” di Niccolò Macchiavelli, il quale teorizzava che “il fine giustifica i mezzi” e ti ci sei riconosciuto e incarnato. Il tuo fine è il potere e i tuoi mezzi sono stati:
- schierarti con la Margherita quando ti sei accorto che la Democrazia Cristiana era in disfacimento;
- salire in corsa sull'autobus del Partito Democratico per diventare Presidente della Provincia di Firenze;
- salire ancora sul Freccia Rossa (anche se la parola “rossa” ti dava fastidio) per diventare Sindaco di Firenze;
- inventare la Leopolda con il divieto assoluto di esporre bandiere del P.D. perché quella era la Scuola di Formazione dei futuri esponenti del Partito della Nazione;
- accorrere, da Sindaco di Firenze, città Medaglia d'oro della Resistenza, all'invito a cena di Silvio Berlusconi nella famigerata villa di Arcore, dove faceste il primo “assaggio” di Patto del Nazzareno;
- allevare la tua “banda del giglio” di fiorentini, per accompagnarti nella scalata;
- diventare Segretario del P.D. (ma questa non fu colpa tua, ma di chi te lo permise);
- dire quotidianamente a Enrico Letta “stai sereno” mentre lo stavi pugnalando alle spalle;
- rifiutare tassativamente di dimetterti da Segretario del P.D. anche quando Napolitano ti aveva spalancato le porte del premierato.
e da quel momento in poi, la strategia finale per l'assalto al potere e alla democrazia.
Eh no caro! Con due NO annullerei la scheda ma, stai sereno, spero che qualcuno che mi legge aggiunga il suo NO al mio.
Valberto Miliani
Comitato Elbano per il NO