Caro Direttore, ho letto giorni fa sul tuo giornale la notizia che il Comune di Portoferraio aveva rinunciato al ricorso presso la Regione che riguardava la Comunità Montana.
L’articolo, per quanto esauriente, era essenziale, neutro. Mi aspettavo, nei giorni seguenti, qualche decisa presa di posizione oltre quella dell’ex sindaco Peria, ma la cosa è scivolata via così, senza gran clamore.
Eppure si tratta, con ogni probabilità, della definitiva conclusione , senza responsabili o colpevoli, della più pittoresca vicenda di gestione ”allegra” di pubblico denaro all’isola, che i giornali stigmatizzarono al tempo col nomignolo di ”Comunità Mondana”. Allegra al punto che un dipendente in trasferta poteva giustificare una spesa di svariati milioni (c’erano ancora le lire) annotando semplicemente “cotillons”. Come dire regalucci, scherzetti, fesserie. Fesserie che, insieme a tante altre, hanno portato il conto finale agli attuali 11 milioni (non più, purtroppo, di lire) e non c’è chi sgomiti per farsi avanti a pagare.
Secondo ogni logica, poiché in un Ente pubblico vi sono dei Dirigenti Responsabili sta a loro appunto rispondere, eventualmente anche in solido, dei buchi di bilancio. E’ questa la visione secondo cui, quando la Regione avrebbe voluto concludere in tempi rapidi la triste vicenda addossandone il debito ai comuni dell’isola, l’allora sindaco Peria fece ricorso.
E' davvero ammirevole la destrezza con cui l’Architetto Ferrari, ai tempi dirigente della Comunità Montana ed ora molto opportunamente Sindaco di Portoferraio, in quest’ultima veste abbia potuto dire alla Regione (non sappiamo se direttamente o per interposta persona) semplicemente un "No, grazie", annullando un ricorso che mirava precisamente ad individuare i diretti responsabili.
Certo, non sarebbe stato il solo, c’erano altri dirigenti che sarebbero stati chiamati a rispondere, sia pure in modo minore. ed è stata probabilmente la convinzione che alcuni di loro si sarebbero trovati a pagare per colpe non commesse che ha indotto molti alla discrezione, ma non mi sembra giusto lasciar scorrere così questa tonnellata di sabbia su una questione di questo peso.
E’ vero che in teoria la Corte dei Conti potrebbe voler rivedere la questione, ma con tutto il daffare che ha sarà ben difficile che voglia venire a mettersi a scavare su una vicenda vecchia di anni, prossima a concludersi, a giorni, con la benedizione della Regione.
Così questa bella tonnellata di sabbia il 9 novembre seppellirà tutto. Meno che il Conto, il conto da pagare che una maiuscola se la merita, visto che sono 11 milioni (che nelle vecchie lire, la moneta del tempo in cui la faccenda ha avuto origine, sarebbero più di venti miliardi).
Chi pagherà? Noi. Metà subito, il resto poi, i Comuni dell’isola, Portoferraio in testa, dovranno contribuire in larga parte ad “onorare” il debito che il nostro Primo Cittadino ha ritenuto, con signorile gesto, di rifiutare.
Noblesse oblige!
Maurizio Tavanti