Le modifiche votate dal Senato alla legge 394 definite ‘aggiornamento’, hanno suscitato una vera rivolta di protesta del mondo ambientalista. L’accusa sempre più diffusa è quella di avere peggiorato le cose, insomma più un ‘annottamento’ che un aggiornamento della legge che è considerato tale solo da Federparchi. Il che ovviamente ha accresciuto lo stato confusionale che non ha precedenti e i cui effetti non potranno che aggravare una situazione già insostenibile. Qui è davvero il caso di augurarsi che la tanto famigerata ‘navetta’ tra Senato e Camera faccia rinsavire la politica a partire naturalmente da quella del Pd. Mi chiedo, infatti, se questo partito tanto impegnato a sostegno della riforma su cui il 4 dicembre si voterà, e il cui Titolo V ha suscitato tanti interrogativi sul ruolo assegnato alle regioni, non si è chiesto se il voto del Senato non confermerà più di tante chiacchere, quanto abbiano ragione quelli che giudicano il titolo V penalizzante per il governo del territorio. Il testo infatti che ora andrà alla Camera stabilisce – anche se quasi nessuno anche tra i molti critici sembra ricordarlo- che il ruolo delle regioni previsto dalla 394 ‘sui brevi tratti di costa prospicenti le regioni’, è stato cancellato. Questo sarebbe l’aggiornamento tanto atteso? Questo sarebbe il nuovo ruolo delle regioni e delle autonomie nel governo del territorio del paese? E questo sarebbe il ruolo dei nostri parchi nella gestione dell’ambiente e specialmente delle nostre aree protette marine che da anni il ministero dell’ambiente sta maltrattando e che ora continuerebbe a fare senza neppure dover rendere conto a regioni e enti locali.
Che il venticinquennale della legge 394 sia ricordato all’insegna di una vera a propria mortificazione delle nostre aree protette è sconfortante. E lo è anche di più che la rappresentanza associativa dei nostri parchi nazionali e regionali, cioè Federparchi, risulti ormai latitante e priva di una dignitosa funzione in grado di garantire alle nostre aree protette un minimo di presenza stimolarne e critica.
Inutile dire –ma va detto- che se lo Stato sta dando una pessima prova del suo ruolo anche le Regioni non stanno brillando e non soltanto sui parchi. Infatti per il consumo del territorio, le alluvioni e così via le cose non vanno molto meglio.
Renzo Moschini