Vorrei prendere spunto dalla recente vicenda dell'assegnazione degli Slot portuali, che ha suscitato reazioni negative tra tutte le forze politiche, i Sindaci e le istituzioni elbane. Chi, con argomenti strumentali, chi con critiche di merito o di metodo, tutti hanno lamentato una esclusione o mancato coinvolgimento della comunità elbana, di tutte le sue istituzioni, pur rilevando che nel Comitato dell'APPE, siano presenti due comuni elbani Portoferraio e Rio Marina. Evidentemente contano poco e le loro istanze restano imbrigliate nelle normative dell'Authority e nei limiti strutturali del Porto, che forse è stato penalizzato per il traffico civile, ciò che lo rende il 4°porto nazionale, nonostante gli ingenti realizzazioni nel settore del trasporto industriale. Pensiamo a quando la stessa Autorità portuale sarà accorpata a quella di Livorno, se non di Genova, quanto si sentirà questa distanza, l'Elba sparirà soverchiata dagli interessi di questi altri porti. Questo, del mancato coivolgimento del nostro territorio insulare nelle decisioni politiche, è stato ripetutamente sollevato, in varie altre circostanze, contro la Regione, con la Provincia, fin con il Governo nazionale, su altre questioni importanti per la vita degli elbani, dalla sanità, ai collegamenti marittimi, alla scuola, al mancato riconoscimento dell'insularità, fin alla progressiva scomparsa di servizi dal territorio isolano, con il loro trasferimento continentale.
Alcune forze politiche ne hanno tratto posizioni separatiste o di contrapposizione politico/elettorale, dai grillini alla destra, altre hanno cercato canali istituzionali e di rappresentanza governativa, il centrosinistra ed il PD, per risolvere i problemi che si ponevano. Ma, al fondo c'è stata sempre ed in tutti, destra sinistra, questa sensazione di "mancato coinvolgimento" che nonostante le risposte istituzionali, riemerge comunque ogni qualvolta è assunta da enti esterni una decisione che interessi l'Elba, nonostante si siano profuse buone volontà. Perché accade questo? Perché si è costretti a giocare sempre di rimessa od in riparazione? È evidente, credo, che il problema non sia più riconducibile alla mera buona volontà di qualcuno, alla fortuna di avere qualche amico politico o di stesso partito, messo bene in qualche ruolo di governo, che possa risolverci, di volta in volta, i problemi che abbiamo. Questo ultimo sistema non garantisce giustizia, affidabilità, trasparenza, continuità e coerenza nelle decisioni che vengono assunte sulla nostra testa. Qualcosa non funziona più e tanto meno funzionerà nel nostro prossimo futuro, nel meccanismo partecipativo e distributivo delle risorse verso un territorio periferico e tanto più insulare, quale è l'isola d'Elba. Questo canale di partecipazione non può fondarsi se non nelle istituzioni di rappresentanza elettiva e democratica, quelle dove risiede la sovranità popolare.
Questa riforma costituzionale è il punto culminante e determinante, di un progressivo processo di emarginazione dei territori periferici, sia insulari che montani, e di espropriazione o depotenziamento del voto dei cittadini. Non solo i cittadini elbani, sempre in meno vanno ed andranno a votare, come protesta verso una politica distante dai problemi concreti della loro vita, ma ne sono sistematicamente esclusi attraverso la loro espropriazione dal diritto al voto; è già successo con le Province, in quanto queste esisteranno, cambiando solo nome, gestendo ancora risorse finanziarie e competenze, anche dopo la riforma, ma non saranno più elette dai cittadini, in via diretta.
La stessa sorte toccherà al Senato, non più eletto dai cittadini, ma dai consiglieri regionali; così come i deputati che saranno eletti, saranno solo quelli che beneficieranno di una nomina del loro capo politico tutelare, in barba del voto dei cittadini. Dall'altra, questa riforma, oltre a far votare il meno possibile i cittadini, così chi governa non dovrà occuparsi più di tanto del consenso politico ed elettorale dei cittadini, tenderà a concentrare il potere politico e legislativo in organi esecutivi, a ristrette e fidate oligarchie, a discapito dei pochi organi elettivi che resteranno. Abbiamo avuto, di questa tendenza a chiudere spazi di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni, testimonianza, nella penalizzazione dei Comuni, evidentemente considerati istituzioni troppo vicine ai cittadini, nei Commissariamenti con organi burocratici della gestione di risorse pubbliche escludendo i rappresentanti dei cittadini. Le stesse Regioni, pur anch'esse, talvolta distanti, ma comunque essendo pur esse un secondo livello di governo più vicino ai territori periferici, saranno sottratte di importanti competenze legislative a vantaggio degli apparati centrali ministeriali. Si tornerà indietro di anni.
Ecco perché l'Elba non ha nessun interesse che passi questa riforma e che sia auspicabile scegliere un bel NO sulla scheda referendaria. L'Elba non deve essere esclusa, i cittadini elbani devono contare e poter decidere loro su chi li deve governare, sulle scelte che interessano la loro vita.
Ecco perché voterò No.
Pino Coluccia
Iscritto PD