In occasione dell'incontro tenutosi lo scorso 1 febbraio 2017 fra la direzione di Unicoop Tirreno e le OO. SS. Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs, i rappresentanti dell'impresa cooperativa, in risposta alle sollecitazioni variamente proposte dalla delegazione sindacale, hanno sostanzialmente aperto ad un confronto di merito afferente:
1) la rinegoziazione del contratto integrativo aziendale, abbandonando l'intenzione precedentemente manifestata di procedere ad una revoca dello stesso, soprattutto relativamente agli istituti a contenuto economico diversi da quelli considerabili diritti quesiti;
2) la verifica, sulla scorta di dati gestionali precisi, che la nostra controparte si è impegnata a sottoporre alle OO.SS. già in occasione del prossimo incontro, dei punti vendita ricompresi nella lista dei negozi da chiudere e in quella dei punti vendita da cedere a terzi, al fine di operare una valutazione oggettiva su dati economici di fatto e non mero frutto di determinazioni unilaterali aziendali;
3) la quantificazione dell'eccedenza in termini orari esistente in ambito aziendale rispetto al fabbisogno per la saturazione del servizio, a seguito della predetta verifica sui negozi connotati da un andamento gestionale ritenuto irrecuperabile;
4) il ricorso all'ammortizzatore sociale conservativo che garantisca il periodo più lungo fra quelli previsti dall'ordinamento e potenzialmente attivabili per le causali sulle quali le parti concorderanno.
Inoltre la direzione di Unicoop Tirreno ha manifestato la propria disponibilità a condividere con le OO.SS. un protocollo relativo alle "regole d'ingaggio" da applicare ai lavoratori in servizio presso i punti vendita oggetto di eventuali cessioni, al fine di garantire loro un trattamento economico-normativo non penalizzante, nonché la possibilità di verificare con le OO.SS. il grado di affidabilità dei potenziali acquirenti; queste disponibilità, che si porrebbero in aggiunta alle previsioni civilistiche in tema di cessione di ramo d'azienda, per quanto da valutare nella sua reale portata, appaiono in netta controtendenza rispetto ad un recente passato connotato da approssimazione e disinvoltura nella scelta di partner commerciali rivelatisi al di sotto degli standard minimi di serietà che un'impresa cooperativa dovrebbe pretendere (si pensi al tragico esempio dei negozi conferiti nelle province di Latina e Frosinone) da imprenditori che opereranno con lavoratrici e lavoratori formati e strutturati professionalmente alle sue dipendenze e nei confronti dei quali non dovrebbe sentirsi definitivamente del tutto "disimpegnata".
Le OO.SS., che hanno proposto di proseguire il confronto nelle giornate del 7 e 14 febbraio a Roma, hanno sospeso (e non revocato) lo sciopero previsto per il 3 febbraio, riservandosi di programmarlo nuovamente qualora il prosieguo del negoziato non facesse registrare avanzamenti apprezzabili in termini di salvaguardia occupazionale.