Gent.ma
Dr.ssa Maria Teresa De Lauretis
Commissario Azienda USL 6 di Livorno
Ci sono innegabili responsabilità locali nell’attuale situazione di emergenza che vive il nostro ospedale, responsabilità nate dal sostenuto quanto dannoso principio di “indipendenza sanitaria elbana” che ci ha portato oggi a un isolamento soffocante.
Ma non si può al contempo non mettere in evidenza l’inadeguatezza di chi ha gestito in questi anni il sistema sanità considerando che i problemi non hanno una genesi recente ma si ripresentano sistematicamente senza che nessuno ne abbia valutato le cause e abbia proposto rimedi.
Anche quest’anno, all’inizio della stagione estiva, entra in crisi il sistema emergenza urgenza del nostro ospedale che è sprovvisto di medici, infermieri ed operatori sanitari.
La crisi funzionale che investe il nostro Pronto Soccorso può riconoscere più cause: da un uso improprio dello stesso da parte dei cittadini i quali, eliminata la continuità assistenziale territoriale con l’abolizione della guardia medica identificano il P.S. quale unico punto di riferimento per ogni problema, (pagando però ingiustificati tikets) a un eccesso di burocratizzazione ricaduta sulle spalle degli operatori sanitari sottraendo loro risorse temporali e distogliendoli in pratica dal primario lavoro di assistenza del malato.
Anche la cronica mancanza di medici, sempre banalmente giustificata dal fatto che nessuno vuol venire all’Elba, è un elemento di grave disfunzione del sistema emergenza urgenza, ma che trova la sua giustificazione in una ricerca di personale estemporanea, messa in atto in extremis e priva di una incentivazione economica e carrieristica quale elemento fondamentale per lavorare in zone disagiate, nella brevità di contratti che scadono dopo appena tre mesi, nella pressoché assenza di alloggi da reperire sul territorio e mancanza di una decente foresteria sostitutiva, da anni promessa e mai realizzata, dalla mancanza di una continuità territoriale vera per i lunghi tempi di traghettazione, il caro traghetti, la difficoltà di parcheggio e di imbarco.
Come conseguenza il servizio viene coperto chiedendo ai pochi e volenterosi medici presenti di accollasi straordinari raggiungendo anche 200 ore di lavoro mensili, senza adeguati periodi di riposo e integrando irresponsabilmente medici addetti al Servizio 118 e al Pronto Soccorso i quali hanno una diversa preparazione professionale.
Ad aggravare il quadro della situazione la figura del medico del 118 convenzionato che, se pure a tempo indeterminato, è privo dei diritti di un dipendente, cioè senza ferie, senza possibilità di malattia o di gravidanza, senza un trattamento di fine rapporto; in definitiva un trattamento lavorativo in antitesi alle conquiste dei lavoratori.
Tutto questo va avanti da oltre 15 anni.
Il problema avrebbe avuto una possibile soluzione con l’apporto di professionisti in rete, ma oggi non potendo contare su una sinergia con gli altri ospedali per una discutibile scelta politica, si ricorre all’art. 55, che si presenta non solo particolarmente oneroso per la stessa Azienda, ma che comporta una disparità di trattamento a parità di tipologia di lavoro che è discriminatoria ed umiliante per coloro che lavorano all’Elba tutto l’anno, per cui moralmente inaccettabile e causa di malumori.
Questo aspetto del problema sanità elbana non deve però far passare in secondo piano le carenze e assenze di altri servizi fondamentali: abbiamo segnalato, senza ottenere alcuna risposta, il problema delle colonscopie, dell’interruzione di altri servizi nel periodo estivo, richiesto e proposto interventi per alleggerire il problema insularità, in particolare per alcune categorie di pazienti particolarmente impegnati, abbiamo sopportato promesse fatte in conferenza dei sindaci e non mantenute.
Eppure tutto questo lo avevamo già segnalato nel lontano novembre 2015, in una lettera che probabilmente Lei non avrà nemmeno letto visto che la stessa non ha avuto alcuna risposta, lettera nella quale segnalavamo tra l’altro che “la desertificazione dell’ospedale, e la sua trasformazione in un contenitore sempre più povero di professionalità e di prestigio, al contempo arricchito di responsabilità e turni di lavoro intollerabili, sono tra le motivazioni per le quali i medici non vengono più a lavorare all’Elba in pianta stabile”.
Da tutto ciò emerge una gestione tecnica e politica palesemente sconfitta e non più sostenibile per la quale ci proponiamo d’ora in avanti interventi più incisivi.
Arch.tto Mario Ferrari sindaco di Portoferraio