Piccolo è bello ma solo se mantiene il livello e la qualità dei servizi che ogni comune deve assicurare ai suoi cittadini. Cosa possano programmare comuni di poche centinaia di abitanti che non riescono a garantire neppure i servizi essenziali? Negli ultimi anni è stata tentata la strada delle gestioni associate, ma è penosamente fallita, così come lo è stata quella delle unioni di comuni. È inutile insistere! Scriveva Gramsci "La mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro". L'ultimo cammino che rimane è la fusione dei piccoli comuni, ma non quella della con-fusione. È sbagliato, infatti, continuare a motivare la fusione delle due Rio solo e soltanto con i soldi che in dieci anni arriveranno dallo stato e dalla regione. Bisogna avere il coraggio di confermare che in base alle normative vigenti, non si possono più garantire ai cittadini i servizi essenziali per mancanza di personale. Da alcuni mesi nei due comuni manca il segretario comunale e non si sostituiscono i dipendenti andati in pensione. Non è quindi una questione di riduzione di costi, bensì d’energie umane che nella macchina amministrativa dei piccoli comuni mancano per dare una pronta risposta alle esigenze delle persone. Insomma, è tempo di decisioni innovative che superino i campanilismi anche se è probabile che vada a finire come con il comune unico dell'Isola d'Elba.
Lorenzo Marchetti