Mi sembra che la cosiddetta legge Realacci per i piccoli comuni sia stata artatamente mal interpretata dai nostri analisti di casa contrari per partito preso (ma quale partito, quello della poltroncina?) alla fusione dei comuni, come ai tempi del Comune Unico con i bei risultati che tutti possiamo vedere...
Ma soprattutto dispiace che la agitino, questa nuova legge, alla vigilia del Referendum per la fusione delle due Rio mentre invece dovrebbe essere ed è un motivo in più per votare SI alla fusione.
La legge com'è noto è nata 20 anni fà, quando non c'era Internet nè l'informatica diffusa, sia per operare con gli uffici comunali che con le banche che con le poste che non torneranno certo nei paesini che hanno abbandonato. Nè c'era Amazon o ebay per esempio e gli anziani di allora non erano "informatizzati" come quelli di ora. Ma soprattutto non c'erano le leggi statali e regionali che finanziano, come ora, generosamente le fusioni di comuni grandi e piccoli mentre la legge Realacci, a detta di tutti, di fondi per i circa 5000 comuni interessati ne stanzia proprio pochi. Ma a maggior ragione, seppur pochi, detti finanziamenti si aggiungerebbero ai molti per la fusione se le due Rio si unissero dato che il nuovo Comune rientrebbe fra quelli sotto i 5000 abitanti. Quello però che non risolve questa nuova legge sono i costi della rappresentanza politica e dei servizi (8 sindaci, 8 giunte, 8 consigli comunali, 8 segretari comunali, quando si trovano e così via) che continuerebbero a gravare sui singoli comuni ma soprattutto si continuerebbe a NON AVERE una comune programmazione per l'Elba sia economica che urbanistica e neanche per la sanità per la scuola per i trasporti e per il turismo, senza poter valorizzare il nostro PIL che sommato di tutti gli 8 comuni diventerebbe quello più significativo di tutta la costa sud.
Quindi un ultimo incentivo ai cittadini riesi per votare SI alla fusione e dare un chiaro segnale a tutti gli elbani di come progredire sulla via dello sviluppo con l'innovazione anche nella pubblica amministrazione, senza far perdere identità storia e tradizioni alle comunità che si uniscono non per perdere autonomia ma per rafforzarla con i mezzi di cui purtroppo oggi non dispongono più.
Gabriele Orsini