Il clamore suscitato dalla proposta di Pietro Grasso, di "Liberi e Uguali", di una "Università gratuita" è dovuto proprio alla carica dirompente di quest'ultima parola, gratuità.
In una società, come quella attuale dove tutto è merce (anche i diritti sociali fondamentali dei cittadini) ed è solo valore di scambio, per cui tutto deve essere pagato e per cui se hai denaro bene, altrimenti ti arrangi, rappresenta una rottura inattesa ed una possibile e auspicabile inversione di tendenza.
Questa parola ha anche una forte carica simbolica e innovativa, perché fa presuppore ad un ruolo nuovo e sociale dello Stato, "uno Stato di tutti e non di pochi", uno stato universale.
Questa proposta rompe con una ideologia che ha dominato in questi ultimi decennni, cioè quella riassumibile nella formula liberista, cara al capitalismo selvaggio, "meno stato, più mercato ": i cittadini si devono così arrangiare da soli, al massimo lo "Stato" potrà intervenire con assistenza per chi non trova nel libero mercato risposta ai propri bisogni. Purtroppo a causa di questa ideologia, che emarginava lo stato, privilegiando il mercato, abbiamo assistito ad una crescita di diseguaglianza, emarginazione sociale, inaccessibilità crescente ai diritti sociali costituzionali: lavoro, istruzione, salute, integrità ambientale.
Noi dobbiamo invece costruire uno Stato diverso, alternativo a questo: uno "Stato democratico e sociale", oltretutto ben delineato nella nostra carta costituzionale.
Esso si basa su due principi costitutivi dello Stato, quello di ruolo universale verso tutti i cittadini e quello di progressività fiscale del concorso dei cittadini al suo funzionamento. Questo è quindi il ruolo assegnato allo Stato, come ruolo "pubblico", che permea tutta la società, pur rispettandone autonomia, indipendenza e libertà, ma in una cornice di responsabilità sociale, di interesse pubblico e non dei soli disponenti e possidenti.
Uno Stato quindi promotore per tutti, delle condizioni vitali, sociali, culturali ed economiche, di tutti i cittadini e indistintamente, del loro benessere e dignità.
I diritti fondamentali, universali, quali istruzione, salute personale, salubrità dell'ambiente, lavoro, devono essere garantiti dallo stato a tutti i cittadini in modo gratuito. (Princopio dello Stato universale e non asservito alle sole classi dominanti e benestanti).
Dall'altra, tutti i cittadini, in base alle loro reali condizioni economiche e di ricchezza, quindi secondo il principio della progressività, devono, pagando le tasse attraverso la fiscalità generale contribuire perché lo stato possa assolvere a questa funzione universale, generale rivolta a tutti ed al relativo sostentamento finanziario della stato democratico e sociale.
Questo dice la nostra costituzione.
Pino Coluccia
Del Comitato LIBERI E UGUALI elbano