Riutilizzare i beni strappati alle mafie, che anche in Toscana – che non ha insediamenti stabili ma è terra di investimenti mafiosi – non sono pochi, e riconsegnarli alle comunità locali. È la priorità che indica l'assessore alla presidenza e alla legalità della Regione Vittorio Bugli, al termine della conferenza dei servizi convocata oggi in Prefettura a Firenze dall'Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alla mafia e alla criminalità organizzata. "Per noi – dice – restituire al patrimonio comune e alla collettività i quasi cinquecento beni sequestrati alle mafie è una priorità politica. Con questa prima conferenza dei servizi abbiamo ottenuto un risultato importante: degli undici lotti della conferenza dei servizi (per un totale di 68 particelle catastal i), ben otto hanno ricevuto manifestazione d'interesse da parte dei Comuni o dell'agenzia del demanio. È un segnale di riscatto civico, proprio alla vigilia della commemorazione della strage mafiosa dei Georgofili di oggi, sabato 26 maggio."
Sono 486 (432 immobili o unità catastali e 54 aziende) i beni confiscati alle mafie in Toscana negli anni. I dati sono aggiornati al 23 maggio scorso. Sono pochi in termini assoluti, rispetto agli oltre diecimila della Sicilia, ai più di quattromila cinquecento della Campania, quattromilacento della Calabria o quasi duemilasettecento della Lombardia. Si tratta però di una presenza da non sottovalutare. Dei 486 beni, quelli già destinati a partire dal 1996 sono 71 (comprese due aziende). Diciassette lo sono stati nel corso del 2017 e in quarantaquattro casi sono assegnati ad amministrazioni comunali. Con i sessantotto al centro della riunione e della manifestazione di interesse di stamani potrebbero presto di fatto raddoppiare.
"Gli otto che hanno ricevuto manifestazione d'interesse saranno assegnati entro giugno o luglio – spiega Bugli – Si sono fatte avanti le rispettive amministrazioni locali e in un paio di casi anche l'agenzia del demanio. Per gli altri tre lotti saranno necessari alcuni approfondimenti". E' il caso di un magazzino a Portoferraio, di un appartamento a Rosignano Marittimo e di un albergo a Montecatini, per cui c'è già comunque un percorso instradato. "La Regione – prosegue l'assessore – collaborerà con le amministrazioni locali perché in breve tempo si possa arrivare ad assegnare anche questi beni". E intanto l'agenzia nazionale dei beni confiscati annuncia, attraverso il prefetto Sodano che la dirige, una prossima conferenza di servizi per altri ottanta beni e particelle.
"Fino a tre o quattro anni - spiega il prefetto - l'agenzia assegnava quattrocento beni ogni anno in tutta Italia. L'anno scorso ne abbiamo assegnati duemila, e ne assegneremo altrettanti questo". Un cambio di passo evidenziato anche dall'assessore Bugli, che annuncia la prossima conclusione dell'assegnazione della tenuta di Suvignano in provincia di Siena, bene simbolo delle confische in Toscana, sequestrata oramai da più di undici anni. "Manca solo un passaggio – dice – Ci vedremo a breve con l'Agenzia e le amministrazioni comunali. Il prefetto Sodano ce lo ha comunicato ieri mattina".
Intanto ci sono però gli undici lotti, per sessantotto particelle e un valore complessivo di 5 milioni di euro, oggetto della conferenza di servizi appena conclusa: la prima che si svolgeva, una modalità pilota e innovativa, trasparente e capace di accelerare i tempi. I lotti sono distribuiti in sette province e nove comuni: un fondo commerciale in via della Saggina e un appartamento in via Cammori a Firenze, diciannove appartamenti e relative pertinenze, per un intero condominio, a Marciano della Chiana in provincia di Arezzo, un'abitazione con pertinenza a Montale (Pt) e un appartamento con garage a Montemurlo, terreni agricoli e un fabbricato rurale sul Monte Argentario a Grosseto, a Montecatini Terme (Pt) l'ex Albergo Paradiso confiscato al cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti e un appartamento, una casa a Torre del Lago nel comune di Viareggio ed ancora un appartamento a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, e un magazzino a Portoferraio all'Elba.
L'osservatorio sui beni confiscati alla mafia, sul sito della Regione