Insiste la polemica relativa alla destinazione d'uso dell'Officina San Jacopo di via Principe Amedeo, all'ingresso di Rio Marina. Ricordiamo ai lettori che il caso era stato inizialmente segnalato dal blog "Il Vicinato.it" curato da Lorenzo Marchetti. Oltre ai suoi interventi, pubblichiamo di seguito la lettera del lettore Carlo E., la richiesta di sospensione del bando di locazione al Commissario Straordinario da parte del segretario PD di Rio Marina, e le risposte di Maurizio Grazia e dell'UDC Riomarinese
da: Il Vicinato.it
RIO MARINA, OFFICINA SAN JACOPO: “L’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Toscana e Umbria, rende noto che intende procedere alla locazione/concessione dei beni in appresso individuati. L’Agenzia si riserva di individuare un contraente sulla base della migliore offerta valida pervenuta, ovvero dell’offerta che a proprio insindacabile giudizio, risulti tecnicamente ed economicamente più conveniente”. “Ex officina meccanica San Jacopo”, indirizzo Via Principe Amedeo Rio Marina. Destinazione d’uso: commerciale/direzionale. Sintetica descrizione: «Il compendio è costituito da un’area urbana con sovrastanti manufatti parzialmente in disuso, un tempo destinati ad officina elettromeccanica. A partire dalla prima edificazione risalente alla seconda metà dell’ottocento, il compendio ha conosciuto successive fasi di ampliamento. Attualmente le aree utilizzate risultano essere il piazzale di ingresso, ed i locali refettorio-spogliatoio, mentre la restante parte è pressoché inattiva dal 1980, anno di chiusura definitiva delle miniere del ferro sull’isola. La superficie fondiaria è di circa 3.600 mq, mentre la superficie coperta è di 2.000 mq. Nel vigente strumento urbanistico il bene è regolamentato nelle NTA dall’art.186.5 Tic – Tessuti consolidati con destinazione prevalente di interesse comune e direzionale. Ai fini del loro recupero funzionale sono ammessi interventi di restauro conservativo, ristrutturazione e sostituzione edilizia attraverso la redazione di un progetto unitario convenzionato esteso a tutta l’area. L’attuale stato manutentivo è pessimo. L’immobile è stato dichiarato di non interesse culturale ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e ss.mm.ii. in data 6 febbraio
da: Il Vicinato.it
RIO MARINA, IL DEMANIO AFFITTA L’OFFICINA SAN JACOPO. Da oggetto di tesi di laurea e Centro culturale espositivo a supermercato Conad? Perché il 6 febbraio 2012 l’immobile è stato dichiarato di non interesse culturale?
L'Agenzia del demanio ha pubblicato il bando per dare in locazione il complesso dell’Officina San Jacopo, posto nel centro dell’abitato di Rio Marina. Nei primi anni “90 il sito, allora sede della mostra mercato I Fiori della Terra, fu oggetto della tesi di laurea dei futuri architetti Federico Mazzei e Roberto Todella che ne suggerivano la valorizzazione archeo-mineraria. Da qui l’idea progettuale della società del Parco minerario per realizzare un “Centro culturale ed espositivo, con sala convegni per manifestazioni scientifiche e commerciali dove organizzare e allestire periodiche mostre mercato di minerali, alle quali sono particolarmente interessate le organizzazioni di mineralogisti, i commercianti, i collezionisti; lavori complementari per la fruibilità, in sicurezza, degli edifici ristrutturati dei compendi minerari dismessi, e la realizzazione di opere museali espositive”. Poi, l’amministrazione comunale del sindaco Bosi, modificò la precedente destinazione urbanistica puntando su un’area commerciale e direzionale, e ci fu l’interesse del Gruppo Nocentini per spostarvi il supermercato Conad. Un’attenzione anche oggi confermata da Tiziano Nocentini sul Tirreno: «Sicuramente questa è un'eventualità che dobbiamo prendere in considerazione».
Lettera inviata dal PD di Rio Marina al Commissario Staordinario per chiedere la sospensione del bando per dare in locazione il complesso dell'ex Officina di San Jacopo
Egregio dottore, leggiamo che l'Agenzia del Demanio ha pubblicato il bando per dare in locazione il complesso dell'ex Officina San Jacopo. In base all’attuale destinazione urbanistica, voluta dall’Amministrazione Bosi, consente la realizzazione di un centro commerciale che va nella direzione opposta allo sviluppo che vorremmo per Rio Marina. Il progetto “Officina”, che tiene in grande considerazione l'occupazione, lo presenteremo nel nostro programma elettorale. Il sito è stato oggetto della tesi di laurea di due futuri architetti i quali ne suggerivano la valorizzazione archeo-mineraria. Da qui l’idea progettuale fatta propria dalla società del Parco minerario di realizzare un Centro culturale ed espositivo, con sala convegni per manifestazioni scientifiche, commerciali e di intrattenimento. I riusi dell’Officina San Jacopo, così come del Palazzo del delegato governativo, a nostro parere, richiedono una ristrutturazione ed un risanamento che mantengano traccia evidente della nostra storia industriale, per restituirli alla collettività. Con la presente, pertanto, Le chiediamo di invitare l’Agenzia del Demanio, direzione regionale di Firenze, a chiedere la sospensione della gara fintanto che non si sarà insediata la nuova Amministrazione comunale. Sarà questa a valutare qual è l'interesse della comunità, e cioè se esercitare il diritto di prelazione sullo storico, per noi amato, manufatto. Renzo Sanguinetti Segretario PD Rio Marina
L'intervento di Carlo E.
UN CENTRO COMMERCIALE NELL’OFFICINA SAN JACOPO? NO GRAZIE! “È ovvio che se la Conad si trasferirà all’Officina, lì si sposteranno anche altre attività commerciali. Sarà la morte dei già traballanti negozi del centro storico di Rio Marina. Non vi è bastato il colossale errore della Coop del Piano?”
ilvicinato@ - Mailing AsiNoi: «Fare un Centro commerciale nell’ex Officina San Jaocopo significa una sola cosa: ammazzare i già traballanti negozi del centro storico di Rio Marina. Ma cari signori, non vi è bastato il colossale errore della Coop del Piano con cui è stata cancellata ogni attività commerciale di Rio Alto? È ovvio che se la Conad si trasferirà all’Officina, lì si sposteranno anche altre attività: un ristorante, un ristorante, un bar, una gelateria, magari anche un souvenir di minerali e un internet point, etc. Quindi non si creerà nessun posto di lavoro, ma si porterà alla chiusura di quei negozi storici che ora sono sparpagliati nelle vie e viuzze del paese perché non li frequenterà più nessuno!».
L'intervento di Maurizio Grazia
Considerando il periodo storico che stiamo attraversando, caratterizzato da una profonda crisi che attanaglia il mondo del lavoro, con investimenti ridotti ai minimi storici, appare davvero singolare l’iniziativa della sezione del PD di Rio Marina, la quale con la richiesta al Commissario Prefettizio di adoperarsi con l’Agenzia per il Demanio per il blocco del bando di locazione dei manufatti facenti parte delle officine San Jacopo all’ingresso dell’abitato, appare ancora legata ad uno schema ideologico che tenta di limitare le opportunità legate al rinnovamento ed allo sviluppo del tessuto commerciale ed imprenditoriale nel nostro Comune.
Certe uscite da parte di chi si è sempre professato progressista, suonano anacronistiche ed incredibili nel loro tentativo di voler ancora una volta impedire sviluppo e cambiamento, quasi che non si siano avveduti della velocità alla quale il mondo si sta muovendo.
A questi conservatori va la responsabilità dei treni persi negli anni 80, quando si tentava, consapevoli di essere al canto del cigno, di difendere le attività minerarie, impedendo la conversione turistica del territorio, in tempi nei quali le risorse statali lo avrebbero consentito e condannando il versante Riese a rincorrere opportunità per i successivi trent’anni.
Con una iniziativa che a voler pensar male appare più una difesa di altri interessi, oggi si chiede di bloccare previsioni già inserite nel Regolamento Urbanistico approvato nel 2010 e per le quali non mi sembra allora vi siano state manifestazioni di piazza, senza considerare quale danno si rischia di apportare al mercato del lavoro locale.
Ci spieghi il circolo del PD quale è la direzione dello sviluppo del Paese di Rio Marina che sta progettando e con quali risorse lo vuole attuare.
Dalla data della chiusura delle attività minerarie, dalle giunte a guida PCI prima e DS poi, nulla è stato fatto ne per eliminare gli elementi di degrado residui delle attività stesse, ne per liberare dai vincoli demaniali le ampie porzioni di territorio tenute bloccate, rendendo disponibili adeguati spazi per le attività produttive ed artigianali, consentendo così l’avvio delle trasformazioni del tessuto urbanistico ed economico.
Quanto alla idea progettuale “fatta propria dal Parco Minerario” se davvero non esiste solo nei pensieri o nei sogni di qualcuno, la si mostri al pubblico contestualmente ai piani economici ed ai tempi di realizzazione unitamente alle previsioni di ricavi ed occupazione e si spieghi il perché sino ad oggi il progetto non sia ne presentato ne tantomeno avviato.
Personalmente, per quanto curioso, nel periodo in cui mi sono onorato di un ruolo attivo come membro del CDA della Società stessa, non sono riuscito a trovare traccia di detto progetto…
Resta il fatto che la trasformazione delle ex officine, qualora realizzato in tempi brevi costituirà invece:
- La eliminazione di un elemento di degrado all’ingresso dell’abitato, con contestuale eliminazione dei pericoli che sono costituiti dalle arrugginite strutture in lamiera che prima o poi in occasione di maltempo si distaccheranno andando a colpire qualcosa o qualcuno a caso.
- La ricostruzione di una struttura moderna, che possa rispettare anche i tratti caratteristici del passato industriale, valorizzando la storia del paese ma coniugandola con lo sviluppo di aree da troppo tempo abbandonate.
- Lavoro e quindi occupazione e quindi reddito e quindi gettito per l’Erario e gli Enti Previdenziali dal momento in cui si opererà per la demolizione e la realizzazione dei manufatti, sino alla messa in esercizio della/delle attività commerciali.
Nutro ancora la speranza che nel nostro paese, come in buona parte della nazione, termini la radicata tradizione di far guerra all’iniziativa privata ed alle imprese e che si avvii un circolo virtuoso di stimolo e sostegno in favore della creazione di posti di lavoro, infrastrutture e servizio perché è bene ricordarlo, in un paese senza lavoro non abita nessuno.
La risposta dell'UDC di Rio Marina
Ci sorprende che il segretario del PD, a tre anni dall’approvazione del piano strutturale, scopra improvvisamente di essere contrario alla nuova destinazione d’uso dell’ ex Officina S. Jacopo. Tanto più che durante la loro amministrazione, la citata tesi di laurea per la valorizzare l’officina in senso culturale è stata lasciata nel cassetto per anni, durante i quali l’edificio ha subito un ulteriore e progressivo deterioramento.
Il segretario del PD solleva la questione oggi e chiede un improbabile intervento del Commissario straordinario, al fine di sospendere un’asta demaniale già aperta e alla quale è presumibile che abbia già partecipato più di un operatore economico. E da cosa viene suffragata questa richiesta irrituale? Da un aleatorio “utilizzo culturale” che il PD potrebbe predisporre in caso di vittoria alle prossime amministrative. Come si vede, nella migliore delle ipotesi, siamo nel campo del futuribile.
Intendiamoci, i progetti culturali sono buona cosa e nessuno più di noi ne è consapevole, ma oggi la priorità non è quella di creare altri poli, ma piuttosto di valorizzare quelli esistenti, come ad esempio il Parco minerario (oggi impegnato in un piano di sviluppo) mettendolo in condizione di svolgere la propria azione in modo ancor più incisivo. C’ è, piuttosto, un altro edificio di elevato valore storico, il “Palazzo dell’ingegnere governativo”, che meriterebbe uno sforzo comune per fermarne il degrado.
C’è, infine, da considerare che il centro commerciale previsto fa tutt’uno con il progetto di sviluppo che ha come assi portanti il porto turistico e il Villaggio-paese.