Mi sono qualche mese fa occupata personalmente di approfondire il tema della tassa di sbarco, oggi di nuovo al centro del dibattito pubblico elbano e soprattutto sul tavolo dei Sindaci chiamati a trovare intese che confluiranno nel regolamento di attuazione a cui la legge 44/12 affida la scelta delle modalità applicative e che sarà sottoposto all’approvazione di tutti i consigli comunali.
Questo tributo (che ha natura di tassa di scopo) è infatti caratterizzato da una rilevante problematica dovuta all’assenza di dati certi sul Comune di destinazione dei passeggeri in transito nel territorio dei porti di accesso all’isola, a fronte di centri di riscossione del tributo unitari ed individuati nelle compagnie di navigazione che esercitano collegamenti di linea.
Ne nascono sicuramente interrogativi circa i criteri di ripartizione, lasciati alla discrezionalità e soprattutto all’accordo tra le amministrazioni in assenza di analoghe situazioni in altri territori insulari.
Senza scendere nel merito delle proposte a suo tempo formulate vorrei sottolineare che la norma istituiva determina peraltro in modo puntuale gli scopi cui il gettito del tributo può essere destinato: “interventi in materia di turismo ed interventi di fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali”.
Questi letteralmente i temi cui può indirizzarsi la decisione - senza operazioni perequative possibili se non nella determinazione di esenzioni ed esclusioni - in una scelta delle priorità che può rappresentare una buona occasione per un progetto unitario che rilanci quest’isola nella prioritaria sfida della sua competitività.
Paola Mancuso