C'è stato un tempo in cui l'eventualità che il traghetto da o per Piombino saltasse una corsa era rarissima, tanto da ricordarsene come assoluta eccezione.
La vecchia Aethalia con il Comandandante Alfredo Foresi viaggiò per anni ed anni filati senza che accadesse una volta.
Eppure quel traghetto (modernissimo, sì, perfino avveniristico, ma nel 1956) era molto più piccolo, e infinitamente meno potente e tecnologicamente assistito dei "bestioni" che si muovono sulla rotta del canale, i quali invece, più che frequentemente (e non solo in occasione del manifestarsi di violentissime mareggiate come quella di domenica) restano a banchina lasciando talvolta a pernottare lontano da casa gente sulle sulle due sponde del "bozzo".
Ed è questo solo uno dei tanti aspetti negativi del (dis)servizio di collegamento marittimo ammannito ad elbani e visitatori della terza isola italiana, dopo la sciagurata "privatizzazione" della compagnia già partecipata dalla Regione Toscana, ceduta con astuzia volpina proprio al suo ex-concorrente, creando un gruppo monopolista di fatto (peraltro lautamente sovvenzionato dal pubblico denaro).
Ma tanto bastò perché, qualche mese fa, muovendo dall'ennesimo inspiegabile "mancamento" di un traghetto, ad Arturo Francini venisse un'idea: una petizione/denuncia sociopolitica da inviare a tutte le competenti autorità.
Per un bel po' di tempo Arturo si mosse portando in giro con il suo "Apino" rosso i moduli di raccolta delle firme a supporto della petizione (sottoscritta anche da associazioni di categoria) fino a metterne insieme quasi quattromila.
Fatti i conti con le dimensioni e i numeri dell'Elba una gigantesca "marcia degli incazzati" che dovrebbe cominciare a far riflettere soggetti politici ed istituzioni a cui sono state inviate, e finalmente ad agire.
Intanto quelle firme già hanno segnato, sul piano della loro valenza un punto importante, tra i molti soggetti investiti, una prima considerazione è giunta proprio dal "più alto in grado": l'Unione Europea.
Francini si è visto recapitare in questi giorni una missiva da Bruxelles, inviata a nome del Segretario Generale del Parlamento Europeo, che recita:
Egregio Signore,
a nome del segretario generale del Parlamento europeo, con la presente Le confermo la ricezione della Sua lettera del 05.11.2018 "Trasporti marittimi all'Isola d'Elba, occorre voltare pagina".
La Sua petizione è stata registrata con il numero 1082/2018. La preghiamo di conservare questo numero di riferimento e di indicarlo in qualsiasi comunicazione futura sull'argomento.
Abbiamo trasmesso la Sua petizione alla commissione per le petizioni del Parlamento europeo, che provvederà ad informarLa per iscritto non appena avrà adottato la sua decisione. Le facciamo tuttavia presente che, in ragione dell'elevato numero di petizioni ricevute ogni anno dal Parlamento europeo, la procedura per l'esame di una petizione può richiedere tempo.
Una volta registrate, le petizioni diventano di norma documenti pubblici; pertanto sul retro della presente troverà l'informativa sulla privacy del Parlamento europeo riguardo alla protezione dei dati personali.
Per qualsiasi domanda sulla Sua petizione, non esiti a contattare la segreteria della commissione per le petizioni via e-mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o per posta ordinaria (al seguente indirizzo: European Parliament, Committee on Petitions, Rue Wiertz 60, B-1047 Brussels, Belgium).
Non sia mai ci venisse, dalla recentemente tanto vituperata Europa, un po' di soddisfazione...