Se il risultato conseguito dai diversi schieramenti politici a livello nazionale può definirsi sorprendente, identico e più accentuato giudizio lo si deve esprimere analizzando il voto degli elbani.
L’irruzione del ciclone del Movimento 5 Stelle che va al 28.6%, molto vicino alla soglia dei 5000 voti, segnando un risultato anche migliore della media nazionale è incontestabile come è vero che migliore, rispetto ad altrove, è la tenuta del centrodestra, che ferma intorno al 34% la sua discesa e confermandosi, con poco meno di 6000 voti, come primo raggruppamento politico, con un margine di oltre 5 e 7 punti percentuali sul M5S e Centrosinistra.
Preoccupante per i sostenitori di Bersani-Vendola tanto il distacco dal blocco berlusconiano quanto l’essere usciti dalla competizione addirittura terzi staccati di 300 voti anche dai supporter di Grillo. Per comprendere a pieno la portata di un tale sconvolgimento basti pensare che, se per ipotesi, queste fossero state le cifre dei i suffragi raccolti nella prima elezione del sindaco del comune unico, al ballottaggio sarebbero andati berlusconiani e grillini con il centrosinistra fuori dai giochi già al primo turno.
Per il resto la coalizione di Monti all’Elba fa un vero flop, non arrivando neppure al 7%, mentre sparisce quasi la “sinistra alternativa”: il candidato Ingroia infatti va anche peggio, arrivando appena al 2.1% quando, ereditando l’elettorato di forze minori ma piuttosto radicate come Rifondazione Comunista, oltre a quello teorico di Comunisti Italiani ed Italia dei Valori, sarebbe stato logico attendersi molto di più.
All’interno delle coalizioni (tutte) il voto si polarizza sulle forze maggiori. Accade nel centrodestra dove il PDL lascia solo il 2% a Fratelli d’Italia e poco più che le briciole agli altri (Lega compresa), accade nei centristi dove Monti sfarina letteralmente gli alleati dell’UDC di Casini e di F.I. di fini che assieme sommano un disastroso 2%.
SEL (partner di minoranza all’interno del centrosinistra) se la cava un po’ meglio e resta sopra il 4% con dimensioni di consenso che sono ancora quelle di un partito strutturato, ma con una percentuale dimezzata rispetto all’exploit del debutto, in occasione delle regionali.
La curiosità è ora nel cercare di capire (anche se una traduzione del voto politico in precise indicazioni per le consultazioni amministrative è arbitrario se non impossibile) cosa potrà accadere in occasione dei prossimi tre appuntamenti elettorali elbani”: il referendum sul comune unico ed il rinnovo delle amministrazioni di Rio Marina (dove il centrosinistra l’ha spuntata di poco sui berlusconiani) ed a Portoferraio (dove il centrodestra ha prevalso di non molto sulla concorrenza di Bersani e dove M5S, terzo per appena 5 voti, è comunque il primo dei partiti cittadini).
Ma come (indipendentemente da indicazioni “centrali”, se ci saranno) si orienterà l’elettorato elbano del M5S in queste occasioni, resta tutto da scoprire