Con un po' di pazienza la verità finalmente viene alla luce: non solo non ci saranno vantaggi economici dalla fusione a freddo; ora Orsini, presidente e quindi rappresentante di tutti quelli del si, nel suo ultimo intervento, si confessa e confessa il vero obbiettivo che si nasconde dietro il progetto comune unico: dare il controllo dell'Elba a poche persone e aprire le porte alle grandi ditte del continente, magari collegate all'apparato toscano, per lasciare le briciole alle ditte locali. D'altronde, come dice Orsini , le ditte elbane sono "dittarelle" da "pane e salame" e l’imprenditoria elbana é "usa alle amichevoli trattative private degli otto comunelli". Accuse gravi, offensive e oltre. Accuse che certamente le nostre ditte, specialmente in questo grave momento di difficoltà, non si meritano. Accuse che fanno trasparire il disprezzo per un territorio e i suoi cittadini.
Non importa se la nostra economia é fatta di medie e piccole imprese, non importa se sono frutto della fatica e del lavoro delle famiglie elbane, possono tranquillante chiudere; i tempi sono cambiati e perché l'Elba sia al passo con i tempi é necessaria una "globalizzazione" che produrrà in piccolo gli stessi effetti avuti nel nostro Paese: i ricchi diventeranno sempre più ricchi e il piccolo, già in difficoltà , scomparirà ......... pazienza! Ma noi non siamo disponibili ad accettare tutto il disprezzo espresso dal Presidente del Comitato del si, che vuol raccogliere consensi con toni minacciosi e arroganti; che chiama, in senso altamente dispregiativo, nostre ditte storiche impegnate nella distribuzione del gas : " bombolai del gas"; ma che ruolo hanno in questa partita le associazioni di categoria ? Noi vogliamo ritenere che non condividano tali affermazioni, così come speriamo che, immediatamente e pubblicamente, si dissocino e insorgano a difesa di chi rappresentano. Diversamente c'é veramente qualcosa che non torna.