Purtroppo devo prendere atto che evidentemente sto invecchiando e non riesco più ad essere chiaro come una volta. Infatti non mi era mai successo, nella mia lunga attività di amministratore, che mi si scrivesse una lettera, che io rispondessi e che, da parte degli stessi interlocutori, me ne tornasse indietro un’altra sullo stesso argomento con la chiara dimostrazione che non si era capito cosa avevo detto. Ci riprovo in modo più schematico
1. Non ho la volontà di riclassificare le strade all’interno del parco, anche perché questa competenza non è del parco stesso. Ho semplicemente detto che nel regolamento va recuperato il fatto che oggi la circolazione è libera su tutte le strade ed invece è opportuno regolamentarla. In più ho aggiunto che questo può avvenire anche declassando delle strade a sentieri, di concerto con i comuni perché di fatto sono loro che hanno il potere di farlo.
2. La “singola moto” per passare nei tratti di strada all’interno del parco nei quali è stata autorizzata la gara non ha bisogno di alcuna autorizzazione, anzi se ogni giorno ci passano migliaia di moto andando avanti ed indietro possono farlo tranquillamente, visto che il piano del parco lo consente.
3. Non conosco pareri negativi espressi da presidenti e direttivi precedenti e peraltro la concessione di un nulla-osta non è nemmeno una competenza del presidente e del consiglio, ma del Direttore. Ma la domanda sorge spontanea: se la volontà era quella di vietare le gare di moto perché i consigli direttivi non hanno approvato nel piano una norma semplicissima “all’interno del parco sono vietate le gare di moto”. Lo poteva legittimamente fare (quella si che era una sua competenza) e questo carteggio non sarebbe mai esistito. Come poteva anche dire che su alcuni tratti di strada non possono passare moto o auto o pullman o biciclette. Si può addirittura impedire l’accesso pedonale, figuriamoci ai veicoli.
4. E’ vero che il parco aveva la possibilità di negare l’autorizzazione alla gara, ma stante il piano del parco vigente, il direttore che firmava il diniego poteva rendere nullo l’atto che firmava e/o commettere un reato. Infatti se il diniego avveniva per la salvaguardia di habitat e specie si incorreva nella “carenza di motivazione” visto che è difficile sostenere che una gara di un giorno, con un numero di moto definite, può produrre un danno maggiore di quello che possono produrre negli altri 364 giorni dell’anno un numero di moto indefinito, oltreché quello di qualunque altro mezzo a motore sull’identico tracciato. Il reato invece è quello che si chiama “abuso di potere”, che in parte si interseca con la carenza di motivazione e per dirla in parole povere si ha quando la la pubblica amministrazione nega ad un cittadino una cosa che sarebbe invece possibile, appunto abusando del suo potere.
5. Da verifica fatta con gli uffici non è stato autorizzato per la gara nessun tratto di strada con divieto di accesso, anche perché, ai sensi del piano del parco, non ne esiste neanche una.
6. La valutazione d’incidenza si fa all’interno dell’atto pianificatorio, in questo caso al piano del parco. Se in uno strumento di programmazione si pianifica la costruzione di una strada in un area natura 2000, è in quel momento che si fa lo studio d’incidenza, non quando la strada è finita e la macchine cominciano a passarci. Ripeto, il piano del parco consente su ogni strada il passaggio di veicoli a motore e la valutazione d’incidenza è stata fatta sul piano che conteneva questa norma. Richiedere uno studio d’incidenza ad un privato, dopo che già l’aveva fatto il parco per una norma ben più estensiva sicuramente riportava nella direzione del punto 4.
7. Il fatto che apre come dite voi “un pericoloso precedente” non è l’autorizzazione a questa gara ma, se voi lo considerate pericoloso, è la norma del piano che consente la circolazione su tutte le strade è per questo che la gara non è autorizzata su “aree ad oggi precluse”.
8. Sono proprio le forze dell’ordine che sollecitano una maggiore chiarezza regolamentare su questo punto, anche perché quando si fa un verbale può esserci un sanzionato che paga anche se ha ragione ed un altro che invece fa ricorso...
9. Il parco nel rilasciare l’autorizzazione, non ha ascoltato “solo gli organizzatori” e tantomeno gli “sponsor politici” che, almeno io, non so neanche chi siano. Ha semplicemente ricevuto una domanda di nulla-osta, ed ha operato secondo le norme vigenti.
Detto questo, se non sono riuscito a spiegarmi nemmeno stavolta, mi arrendo, di più non riesco a fare. Nel caso però sono disponibilissimo ad un incontro, forse a voce ci si capisce meglio. Comunque mi sembra un utile confronto, visto che la regolamentazione del traffico sulle strade all’interno del parco sarà un punto importante da affrontare all’interno del regolamento
Giampiero Sammuri
Link agli articoli precedenti:
http://www.elbareport.it/politica-istituzioni/item/3697-gara-di-motocross-nel-pnat-il-25-marzo