Destinare gli incentivi economici di sostegno a tutto il personale sanitario regionale impegnato nella gestione dell’emergenza epidemiologica, compresi gli operatori in quarantena, istituire un’indennità di rischio biologico per tutti gli operatori e prevedere ulteriori emolumenti da erogare mensilmente fino al termine dell’emergenza. Sono queste le principali proposte di modifica della legge regionale 24/2020 contenute in una mozione presentata dai consiglieri di Toscana a Sinistra, Paolo Sarti e Tommaso Fattori, assieme alla consigliera del Gruppo misto-Toscana per tutti Monica Pecori ed elaborata con il contributo di Rifondazione Comunista Toscana e da parte del mondo sindacale.
L’atto di indirizzo impegna la Giunta a presentare con urgenza al Consiglio una modifica della legge regionale del 15 aprile scorso che ha definito misure economiche di sostegno per il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19.
“Abbiamo immediatamente rilevato che tali misure erano troppo contenute e scarsamente inclusive - hanno ribadito Sarti, Fattori e Pecori – e attraverso una serie di emendamenti avevamo chiesto di rimodulare il contributo prevedendo una distribuzione più equa, erogandolo anche al personale sanitario costretto in quarantena dopo aver contratto il coronavirus, considerando peraltro che molti di loro sono rimasti contagiati perché sprovvisti di dispositivi di protezione individuale. Adesso la stessa richiesta la rivolgiamo anche al Parlamento, affinché approvi apposite norme per superare eventuali impedimenti o dubbi interpretativi sulla possibilità di fruizione dei contributi per chi si trovava in quarantena a causa dell’esposizione al Covid-19”.
“Il personale del servizio sanitario sta svolgendo un ruolo fondamentale e primario per garantire la tutela della salute pubblica – proseguono i tre consiglieri - e riteniamo che nella norma in questione sia necessario dettagliare meglio la platea dei beneficiari per non rischiare di escludere chi ha pieno diritto. Pensiamo inoltre che tutte le organizzazioni sindacali di settore debbano essere coinvolte nella verifica dell’applicazione della legge e ascoltate a proposito delle ulteriori modifiche necessarie in considerazione dell’evolversi della crisi sanitaria. Ci aspettiamo anche che l’assessora Saccardi relazioni quanto prima in Consiglio e nella Commissione competente sull’andamento dell’applicazione della legge, seguendo una tempistica utile a consentire l’adozione di tutti i correttivi necessari”.
La mozione presentata dai consiglieri Sarti, Fattori e Pecori chiede anche l’istituzione di un’indennità di rischio biologico destinata a tutti gli operatori regionali in modo omogeneo - concordandone l’applicazione con tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale - nonché l’erogazione di ulteriori emolumenti mensili per tutto il periodo dell’emergenza, con una base minima di 1700 euro per la fascia A, 1100 per la fascia B e 800 euro per la fascia C, con importi riproporzionati per i fruitori di smart working.
“Un atto necessario, questa mozione, per provare a modificare palesi ingiustizie contenute nella legge in questione, per questo abbiamo contribuito a sollecitarla ed elaborarla, non si può chiamare gli operatori sanitari “eroi” e poi girarsi dall’altra parte rispetto a quanto dovuto e escludendone alcuni”: così Alessandro Favilli, segretario regionale toscano di Rifondazione Comunista.
“Con questa mozione intendiamo continuare una battaglia che è politica ed anche etica, dopo l’incomprensibile e ingiustificata bocciatura dei nostri emendamenti in aula, dando seguito ad un impegno preso con i tanti operatori sanitari incontrati in questo periodo, con varie organizzazioni sindacali di settore e con Rifondazione Comunista Toscana”, hanno concluso i tre consiglieri presentatori della mozione.