Siamo tra quelli che non gioiscono nel vedere una proposta di legge popolare regionale per l’Elba nata male e finita peggio.
Non applaudiamo, così come non hanno applaudito ieri i nostri portavoce parlamentari, al dato di fatto che una minoranza degli elbani aventi diritto al voto lo abbia esercitato e che una maggioranza lo abbia disertato; è un dato da rilevare e indicativo che una “massa critica” abbia chiaramente espresso con un NON VOTO la stanchezza di fronte ad politica dei partiti che non è capace di cambiare nell'interesse della popolazione.
Nel 2011 abbiamo votato per un altro referendum in quel caso nazionale; eppure gli elbani risposero e inaspettatamente raggiunsero e superarono il quorum richiesto.
Quindi qualcosa è cambiato, forse tutto ed è successo rapidamente!
Quello di un referendum per avvallare una proposta di legge di iniziativa popolare, che avrebbe dovuto permettere all’Isola d’Elba un salto di qualità, uno sviluppo sociale ed economico dinamico e moderno, dotandosi di meccanismi più idonei per trasformare un duro momento di crisi, poteva essere una grande occasione ma è stata bruciata.
I metodi usati nella comunicazione dai Comitati del SI e del NO hanno fin dall’inizio dell’iter diviso irrimediabilmente gli elbani; i soliti slogan, quelli dei tifosi dell’una o dell’altra fazione, urlati, ridicolizzati, e che alla fine si sono ridotti a discutere solo sui soldi ( che poi non ci sono per nessuno) trincerandosi dietro il paravento ideologico tra sinistra e destra ed in realtà perseguendo la spartizione dei privilegi ed il controllo politico ed economico del territorio.
Questa è stata l’ennesima occasione per loro, i Contendenti, per scontrarsi di fronte ai Cittadini, che venivano chiamati in causa in nome della partecipazione attiva e poi costretti ad assistere passivamente ad un procedimento dettato dall'alto del governatorato del Presidente Rossi.
Il neonato M5S Isola d'Elba/Pf è intervenuto con un unico comunicato solo a fine corsa e si è limitato ad informare i cittadini elbani su ciò che era necessario e di diritto conoscere sulla proposta di legge sottoscritta a loro insaputa invitando i promotori a sospendere l'iter di approvazione della stessa per adeguarla alle vere esigenze locali così particolari e complesse.
Prendiamo atto dunque che se a livello nazionale abbiamo sperato fino all’ultimo nella possibilità di un vero inizio di cambiamento già nell’espressione di un Presidente della Repubblica che assicurasse un rinnovamento rispetto alle strategie spartitorie della vecchia politica, all’Elba si è deciso che il destino vogliamo costruircelo con le proprie mani piuttosto che rischiare un commissariamento con poteri e tempi non predeterminati dalla proposta di legge, unica vera garanzia di fronte alla discrezionalità di intervento del Presidente Rossi.
Vogliamo interpretare in questo modo l’esito di questo referendum, che noi elbani non siamo più disponibili a firmare cambiali in bianco ad amministratori che ci hanno voltato le spalle sul mantenimento dell'ospedale e di altre importanti risorse per il nostro territorio anche se la tanto desiderata unità di intenti in quanto isolani resta un valore da perseguire, partendo però dalla condivisione di un programma di sviluppo per l'Elba e quindi dalla condivisione del contenuto prima che del contenitore.
Si riparte da qui, dal fatto che non c’è un vincitore, né tra i Cittadini né tra i Contendenti.
Qualcosa di profondo deve essere rifondato, un nuovo patto tra le componenti della società, un nuovo modo di relazionarsi e fare POLITICA………..o saremo TUTTI spacciati alla lunga.
(* Staff Comunicazione “Gruppo Attivisti&Simpatizzanti Movimento5StelleIsolad’Elba/Portoferraio”)