Referendum comune unico Elba; silenzio assordante! di Lega Nord Livorno
Si sono appena spenti i riflettori sul referendum per il comune unico dell’Isola d’Elba. La temibile macchina da guerra ha dimostrato nei numeri dei sostenitori della proposta di legge, e poi in quelli usciti dalle urne, di essere stata una consultazione poco elbana ma, soprattutto, invogliata da ambienti della “terra ferma”. Meraviglia il silenzio assordante dei media, e di tutti coloro che avevano caldamente sponsorizzato questa manovra politica senza contenuti di sostanza. Abbiamo infatti contestato sin dall’inizio l’impostazione data alla proposta. L’isola d’Elba necessita di una legiferazione speciale di natura fiscale che permetta anzitutto la rinascita del suo tessuto economico/turistico. Si tratta di isola perennemente in sofferenza per i difficili e costosi collegamenti con il resto del continente e, unica isola del mar Mediterraneo, con inadeguato trasporto aereo che le permetta di fruire di un afflusso turistico tramite linee low-cost. Affossato anche il settore nautico, per una tassazione insensata del settore ed un inasprimento di norme e regolamenti del parco dell’Arcipelago che incentiva una fuga verso i vicini porti corsi. Non è con la creazione di un unico soggetto politico che tali problemi possono essere risolti. Esistono già nell’ordinamento italiano strumenti di collaborazione tra enti utili a creare strumenti di gestione e contrattazione territoriale con i livelli statali superiori. Siamo certi che tale plebiscito popolare consentirà ancor più alla società elbana di fortificare il proprio senso di appartenenza ed evitare nuovi tentativi della politica dei palazzi di rendere privo di identità questo comprensorio isolano.
Il rammarico delle Associazioni di Categoria Elbane
Le associazioni di categoria Elbane, da sempre impegnate a sostenere lo sviluppo economico delle proprie imprese e dell’intero territorio, avevano individuato nella fusione degli otto comuni un interessante strumento di semplificazione amministrativa, in grado di innescare un salutare cambio di passo e di accelerare gli indispensabili processi di crescita della nostra isola, anche tenuto conto della recente iniziativa avviata per ottenere il riconoscimento dell’Elba come Zona Franca. Sarebbe stato, infatti, enormemente più funzionale ed efficace poter dimostrare la volontà di procedere concretamente verso la modernizzazione dell’Isola d’Elba.
Per questo motivo hanno sostenuto la richiesta di una consultazione referendaria, affinché la popolazione si potesse pronunciare democraticamente su una questione così importante. Dispiaciuti che solo il 43% degli aventi diritto abbia partecipato alle votazioni, prendono comunque atto che l’esito è stato negativo, e che attualmente non ci sono le condizioni per il processo di fusione in un unico comune.
Le scriventi sono tuttavia fiduciose del fatto che le Amministrazioni locali tengano nella dovuta considerazione le forti aspettative di cambiamento comunque emerse, e sappiano dare all’isola, utilizzando gli strumenti più idonei, quel cambiamento di rotta di cui da anni ha un evidentissimo bisogno.
Di fronte a tale risultato, auspichiamo che le Amministrazioni condividano l’avvio di un percorso totalmente nuovo, che instauri un metodo di relazioni istituzionali adeguato alle necessità ed alle aspettative per la comunità socioeconomica dell’isola.
Ciò specialmente per quanto riguarda la qualità e l’accessibilità dei servizi per i cittadini e soprattutto una forte unità d’intenti che, rispetto al passato, dia un’effettiva capacità di rappresentanza delle istanze dell’Elba presso tutte le sedi istituzionali.
Se questo non dovesse aver luogo, per il territorio e soprattutto per le nostre imprese si prospetteranno tempi assai difficili, che provocheranno seri danni mettendo in crisi la sopravvivenza di tante attività, con conseguenti ricadute negative sull’occupazione.
Pur restando il rammarico per l’obiettivo mancato, che certamente avrebbe modernizzato l’Isola d’Elba, le Associazioni confermano la determinazione nel rafforzare il fronte unico attraverso il quale contribuire al consolidamento e allo sviluppo dell’economia di tutta l’isola. CONFESERCENTI / CONFCOMMERCIO / CNA / ASSOCIAZIONE ALBERGATORI ELBANI / COLDIRETTI/CONFINDUSTRIA
Dante Leonardi commenta la dichiarazione del Comitato del SI
Ho letto con interesse la dichiarazione del Comitato per il SI a commento dei risultati referendari, in particolare mi ha sorpreso questo passaggio:
“i contrari al comune unico hanno dimenticato che in tutti questi anni non siamo stati capaci di fare una discarica comprensoriale , un sistema di trasporti marittimi terrestri ed aerei efficienti e a costi competitivi come i servizi per cittadini e turisti sgravati dagli alti costi dell’energia e del personale , una portualità propulsiva anche per il turismo nautico , servizi socio sanitari pari almeno a quelli del continente e soprattutto un unico centro di marketing territoriale per competere con l’offerta turistica ormai globalizzata .”
Ma tutti questi problemi, siamo sicuri che siano causati perché ci sono otto Sindaci e che le responsabilità debbano essere ricercate all’Elba?
Ci siamo scordati che la realizzazione di alcune discariche sono opera di Commissari Regionali i cui risultati sono ben visibili? Ma sempre la Regione con il controllo dei suoi Commissari, non ha cofinanziato al Buraccio, un centro di trattamento rifiuti? Secondo il progetto avrebbe prodotto una minima quantità di materiali da discarica e che il nostro territorio l’avrebbe assorbito per decenni e si sarebbe prodotta energia per il territorio, invece si sono polverizzati miliardi di Lire, (oggi milioni di Euro), senza che nessuno abbia pagato, lasciando all’Elba dei contenitori vuoti, buoni solo allo stoccaggio della spazzatura prima del carico e partenza per il continente.
Sul sistema dei trasporti marittimi cosa decidono i comuni? La partita della privatizzazione si è giocata totalmente a Firenze. La Port Authority ascolta veramente l’Elba? Forse un orecchio più attento l’ha per Piombino, non per ultimo il faraonico porto turistico dell’Arcipelago. I trasporti terrestri, finanziamenti, scelta dei vettori ecc. avviene tutto oltre Canale, inviando all’Elba le macchine più sfruttate, figurarsi che sul nostro territorio, viaggiano mezzi privi di abbattimento delle barriere architettoniche. E poi l’aeroporto, con un solo comune sarebbero veramente piovuti finanziamenti per adeguare la pista ad un traffico aereo all’altezza dei tempi? Di questi asini volanti che dispensano soldi dal cielo, ormai non ci crede più nessuno.
E per i servizi socio sanitari (meglio leggibili come Ospedale)? Anche questo è colpa degli otto Sindaci? Per fortuna ha vinto il NO altrimenti nell’interregno della gestione commissariale, forse la Regione avrebbe attuato definitivamente quel progetto contrastato con forza dai Comitati a cui si sono aggregati i sindaci.
Per concludere veniamo al “centro di marketing territoriale per una migliore offerta turistica”.
I comuni Elbani, dopo il colpo di spugna che ha cancellato le APT, hanno dato vita ad una gestione associata per il Turismo, dando incarico al Comune di Capoliveri di gestirne l’attuazione (insomma più o meno come il canile), poi leggo a commento del risultato referendario la dichiarazione di Barbetti che è assolutamente contrario alle gestioni associate ecc. ecc. Allora punto di domanda. Siamo proprio certi che certe gestioni associate sono fallite per incapacità dei Sindaci o c’è chi si è messo di traverso?
Come si dice, le chiacchiere le porta via il vento e le biciclette i Livornesi, per cui, dopo questa esperienza, sento di dover dire ai nostri sindaci Visto che i nostri problemi non provengono dalle divisioni Amministrative, ma bensì le divisioni ideologiche, di cominciare a lasciarle da parte ed insieme lavorare per il bene degli Elbani.
La risposta di Marini a Peria
Ecco che finalmente é finita questa storia ridicola del Comune Unico; ridicola perché non supportata da alcun progetto; ridicola perché portata avanti ad oltranza da alcuni nostri amministratori solo perché così era stato deciso (da Firenze), nonostante le pecche e le lacune, tutto contro ogni ovvietà e contro i principi democratici che sono alla base del nostro Paese. Ridicola perché a dire si non sono stati neanche quei 5700 firmatari che, secondo loro, erano già favorevoli al Comune unico.
Una proposta vuota che, però, ha occupato il nostro territorio per molti mesi.
Intanto a Portoferraio tutto va in malora. La stagione é alle porte e il nostro paese, tanto per essere coerenti, ë, come si dice da noi, una "maialaia". Continuano, a cadenza mensile, gli spot del Sindaco e della maggioranza sulle cose che faranno: sempre le stesse da quattro anni, anzi da otto, e non ancora iniziate. Abbiamo Una amministrazione che ha permesso il cantiere " scempio " della Gattaia: un cantiere aperto da anni e gestito in modo vergognoso! Comunque sappiamo, da precedenti loro dichiarazioni, che entro l'estate sarà finito ..... manca un mese.
Tutto il resto é abbandonato: la zona del porto, le periferie, il centro storico. Per non parlare delle difficoltà amministrative interne al comune di cui tutto il paese ormai é a conoscenza.
In tutto questo contesto il Sindaco dice grazie perché ha ottenuto la maggioranza di sì a Portoferraio: finge di non sapere che il sì, anche qui, ha raggiunto poco più del 20% dei votanti; che oltre il 60 % dei cittadini portoferraiesi non é andata a votare e, quindi , é ovvio, non voleva il Comune Unico; per essere più precisi: hanno detto NO!
Però lui gioisce e ringrazia. É proprio il caso di dire: guarda che "Roma" brucia!
La vittoria di Pirro di Gabriele Orsini
Quando la squadra perde si cerca sempre di dare la colpa a qualcuno , o all’arbitro ma soprattutto all’allenatore e in questo caso essendo stato io l’allenatore , tanto più foresto e soprattutto pisano, dovrei essere esonerato .E‘ vero ,forse a volte ho sparato piombo infuocato e inadeguato , spesso però provocato dalle intemperanze del nemico , come dopo i “ Vigilanti “ , ma altrettante bordate hanno mandato quelli del no anche se spesso sparavano a salve o con i fucilini ad acqua perché non hanno mai argomentato la loro contrarietà se non per dire che erano contrari perché no e basta . E allora perché hanno vinto ? Ecco il tema per cui volevo aprire il dibattito dopo questa lunga battaglia in nome della semplificazione amministrativa, dell’innovazione,per il futuro dei giovani, tutta combattuta contro l’immobilismo, la paura del nuovo, la negazione dell’evidenza della crisi non solo globale ma dell’Elba in particolare alla quale otto comuni non hanno saputo e continuano a non sapere dare uno sbocco, un’alternativa, una prospettiva .Hanno festeggiato sul molo massimo di Portoferraio in spregio all’unico comune , dicono loro , dove ha prevalso il SI, con la sindaca di Marciana che è arrivata giusto in tempo da Livorno dove trattava della spending revew che non le dà possibilità di spesa , con gli altri sindaci e sostenitori del no che quando sono ritornati a casa hanno ritrovato tutti i problemi che credevano d’aver lasciato sul molo massimo con la vittoria del Referendum e che non sanno come risolvere, dalle gestioni associate agli appalti alla mancanza di finanziamenti . Problemi gravi già da ora ma soprattutto dall’anno prossimo o col prossimo governo quando fra i primi provvedimenti tornerà a galla l’eliminazione delle Province e l’accorpamento dei piccoli comuni che è nel programma di tanti candidati al governo e anche dei Grillini che all’Elba magari lo disconoscono. E allora di quali colpe mi/ci siamo macchiati nella nostra lunga campagna pro comune unico ? Forse perché ci siamo caratterizzati di sinistra ? Ma nessuno del comitato era un esponente di partito ma se essere di sinistra significa voler innovare, voler trovare soluzioni all’immobilismo che ha bloccato lo sviluppo dell’Elba, allora eravamo tutti di sinistra anche quelli come il sindaco di Capoliveri , notoriamente uomo di Matteoli,che diceva che il comune unico era solo un’operazione di buon senso. Ma forse tornava comodo dipingerci come emissari del governatore Rossi per alimentare i contrasti con la Regione partendo dall’ospedale ed evocare una Regione matrigna che voleva annettere l’isola bianca . Ci accusavano di non avere un programma, ma prima di tutto il nostro era un programma semplicissimo : fare di otto comuni un comune unico e questo “recitava “la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare che la Regione, per tradurla in legge, doveva prima controllare che fosse stata sottoscritta da almeno 5000 elettori toscani e poi ai sensi dell’art. 137 della Costituzione doveva sentire le popolazioni interessate con un referendum : dov’era l’inganno signori azzeccagarbugli in questa procedura prevista dalla legge regionale e dal nostro Comitato seguita correttamente ? O forse è stato il tema del commissario a creare un altro punto di attacco ma che differenza può fare un commissario di nomina regionale se poi viene convenuto, per accertamento successivo di competenze, che sarà invece di nomina ministeriale ? sempre una figura terza per l’ordinaria amministrazione per il breve periodo , 4/5mesi , tra la decadenza dei sindaci e l’elezione degli organi del nuovo ente . E poi comunque un’ipotesi su cosa sarebbe avvenuto col nuovo comune unico l’abbiamo comunque presentata con l’autorevole e scientifico sostegno dell’Università di Pisa con una bozza di statuto , un’ipotesi di dotazione organica e di organizzazione del nuovo ente , sempre precisando che non era nostro compito ma del futuro consiglio in quanto noi non eravamo eletti e prestavamo solo strumenti di lavoro . E le abbiamo presentate queste soluzioni , anche per i risparmi sulle spese della politica e sulle maggiori entrate regionali e statali a seguito della fusione, in vari convegni , in vari opuscoli , in vari articoli , in tanti incontri con tutte le documentazioni a sostegno e allora perché l’accusa di non avere illustrato cosa si voleva ?Non c’è più sordo di chi non vuol sentire e quegli elbani del no non hanno voluto sentire , non hanno voluto cogliere una grande occasione per avviare quel processo di cambiamento anche della classe politica che finora ha bloccato lo sviluppo della loro isola per mantenere piccoli privilegi , piccoli interessi di bottega per coltivare piccoli orti quando ormai non si viaggia più con l’asino né si esporta più l’uva con le barche a vela o si estrae il minerale col piccone anzi non si estrae proprio più niente e resta solo il turismo come motore dell’economia elbana che questi signori del no vogliono solo coltivare per il loro orticello , senza curarsi della globalizzazione, senza accorgersi che c’è Internet e che in tutto il mondo si cerca di unire le forze per far fronte alla crisi . E allora dove ho/abbiamo sbagliato ? A pensare che si poteva cambiare o a non aver pensato che i feudatari avevano ancora la forza di condizionare vassalli e valvassori per tenerli legati alle loro poltroncine lasciando loro le briciole del loro già sbriciolato feudo ? I tempi che verranno daranno la risposta e io/noi nel frattempo, anche se abbiamo perso questa battaglia, non smetteremo di combattere per un’Elba migliore , certi comunque che la loro è una vittoria di Pirro .
Comune Unico, ...Ha vinto il Medioevo! di Massimo Puccini
Senza voler fare polemica ma proponendo solo qualche riflessione, gli Elbani hanno preferito, alla grande, la struttura amministrativa dell'Isola che risale a quella remota epoca storica. Varie le motivazioni:
1- Il rigetto dell'ingerenza della Regione che ha una maggioranza di un colore che in questo momento non e' al top dell'Hit Parade.
2- Il timore di perdere la possibilita' di curarsi il proprio orticello e le proprie clientele.
3- Il timore di venir fagocitati da Amministrazioni piu' grandi.
4- Il classico letargismo elbano
5- Forse proporre un frazionamento su tre Comuni: Orientale, Occidentale e Centrale, avrebbe avuto maggiore possibilita' di vincere.
Risultato...L'Elba ha perso una grande opportunita' d'emancipazione che l'avrebbe messa in condizione di affrontare con maggiore possibilita' di successo le sfide che il futuro ci prepara. Stiamo vivendo tempi che dovranno necessariamente essere densi di cambiamenti, mettere la testa sotto la sabbia, imitando lo struzzo, non ci aiutera'.
Il risultato referendario commentato da uno del SI di Alberto Nannoni
Molti amici elbani mi hanno telefonato per chiedermi come mi sentivo dopo aver "perso" al referendum sul Comune Unico (ero tra i favorevoli). Sono restato perplesso, ho riflettuto obiettivamente sulla domanda ed ho risposto che in realtà non ci sono vincitori e vinti perchè non era un derby calcistico. E' stato proposto un progetto di fusione degli 8 comuni da parte di un gruppo di elbani, c'è stata discussione anche accesa ed a volte sopra le righe, e la maggioranza degli elbani - il 60% - ha espresso preferenza per il mantenimento dello status quo. Per come la vedo io è stata una esperienza molto positiva. Per una volta gli elbani hanno avuto nelle proprie mani la leva decisionale, ed usando lo strumento democratico principe - quel referendum messo a loro disposizione proprio dai promotori del SI fra i quali il sottoscritto - hanno preso una decisione da soli assumendosi la responsabilità degli effetti futuri che ne deriveranno, sia in positivo che negativo. Nessuno potrà lagnarsene. La maggioranza degli elbani oggi ha detto preferisce la divisione amministrativa in 8 comuni e tali per ora resteranno salvo diverse decisioni nazionali.
In fondo è quanto avevamo detto già nella raccolta delle firme: avevamo promesso di mettere nelle mani della comunità elbana questa importante decisione, e tale è stato fatto.
Ciò detto pongo un interrogativo a cui forse il comitato del NO od i lettori del NO possono dare quella risposta che non emerge nè dall'esito referendario nè è emersa durante i vari dibattitii. Le risposte possibili al referendum erano ovviamente solo due: 8 comuni od 1 solo. Gli elbani ed il comitato dei contrari hanno respinto questo progetto (la fusione degli 8 in 1) perchè hanno in cantiere valide proposte alternative per migliorare l'efficienza amministrativa e decisionale della nostra bella isola (..che so, a 3 comuni, a 5, o gestioni associate, o monocolori politici....) o ciò è stato fatto con il solo obiettivo di mantenere "a tutti i costi" l'attuale assetto ad 8 perchè ritenuto il più idoneo per l'Elba?
Credo giusto che questo dilemma dovrebbe essere sciolto per capire meglio il futuro dell'isola, e sopratutto gli amici del NO portano l'onere della risposta. Da parte mia personale sarò sempre disposto, per l'amore che mi lega a questo scoglio, a dare un costruttivo contributo se emergessero proposte alternative della cui validità sia convinto.
Se la prevalenza dei NO prelude solo al mantenimento dello status quo, spero solo che gli 8 sindaci attuali e quelli futuri maturino sempre più il concetto di alleanza stategica per la soluzione di tutte quelle problematiche che riguardano l'isola intera, e pensino "come elbani" oltre al loro singolo territorio. E' su queste tematiche che si gioca una buona parte del futuro dell'isola d'Elba.
I Grillini: SI’ ad un'Elba unita dalla Partecipazione, No a questa proposta di legge impopolare!" Siamo tra quelli che non gioiscono nel vedere una proposta di legge popolare regionale per l’Elba nata male e finita peggio.
Non applaudiamo, così come non hanno applaudito ieri i nostri portavoce parlamentari, al dato di fatto che una minoranza degli elbani aventi diritto al voto lo abbia esercitato e che una maggioranza lo abbia disertato; è un dato da rilevare e indicativo che una “massa critica” abbia chiaramente espresso con un NON VOTO la stanchezza di fronte ad politica dei partiti che non è capace di cambiare nell'interesse della popolazione.
Nel 2011 abbiamo votato per un altro referendum in quel caso nazionale; eppure gli elbani risposero e inaspettatamente raggiunsero e superarono il quorum richiesto.
Quindi qualcosa è cambiato, forse tutto ed è successo rapidamente!
Quello di un referendum per avvallare una proposta di legge di iniziativa popolare, che avrebbe dovuto permettere all’Isola d’Elba un salto di qualità, uno sviluppo sociale ed economico dinamico e moderno, dotandosi di meccanismi più idonei per trasformare un duro momento di crisi, poteva essere una grande occasione ma è stata bruciata.
I metodi usati nella comunicazione dai Comitati del SI e del NO hanno fin dall’inizio dell’iter diviso irrimediabilmente gli elbani; i soliti slogan, quelli dei tifosi dell’una o dell’altra fazione, urlati, ridicolizzati, e che alla fine si sono ridotti a discutere solo sui soldi ( che poi non ci sono per nessuno) trincerandosi dietro il paravento ideologico tra sinistra e destra ed in realtà perseguendo la spartizione dei privilegi ed il controllo politico ed economico del territorio.
Questa è stata l’ennesima occasione per loro, i Contendenti, per scontrarsi di fronte ai Cittadini, che venivano chiamati in causa in nome della partecipazione attiva e poi costretti ad assistere passivamente ad un procedimento dettato dall'alto del governatorato del Presidente Rossi.
Il neonato M5S Isola d'Elba/Pf è intervenuto con un unico comunicato solo a fine corsa e si è limitato ad informare i cittadini elbani su ciò che era necessario e di diritto conoscere sulla proposta di legge sottoscritta a loro insaputa invitando i promotori a sospendere l'iter di approvazione della stessa per adeguarla alle vere esigenze locali così particolari e complesse.
Prendiamo atto dunque che se a livello nazionale abbiamo sperato fino all’ultimo nella possibilità di un vero inizio di cambiamento già nell’espressione di un Presidente della Repubblica che assicurasse un rinnovamento rispetto alle strategie spartitorie della vecchia politica, all’Elba si è deciso che il destino vogliamo costruircelo con le proprie mani piuttosto che rischiare un commissariamento con poteri e tempi non predeterminati dalla proposta di legge, unica vera garanzia di fronte alla discrezionalità di intervento del Presidente Rossi.
Vogliamo interpretare in questo modo l’esito di questo referendum, che noi elbani non siamo più disponibili a firmare cambiali in bianco ad amministratori che ci hanno voltato le spalle sul mantenimento dell'ospedale e di altre importanti risorse per il nostro territorio anche se la tanto desiderata unità di intenti in quanto isolani resta un valore da perseguire, partendo però dalla condivisione di un programma di sviluppo per l'Elba e quindi dalla condivisione del contenuto prima che del contenitore.
Si riparte da qui, dal fatto che non c’è un vincitore, né tra i Cittadini né tra i Contendenti.
Qualcosa di profondo deve essere rifondato, un nuovo patto tra le componenti della società, un nuovo modo di relazionarsi e fare POLITICA………..o saremo TUTTI spacciati alla lunga.
Referendum: Love & Confusion di Andrea Galassi
Partiamo da un primo assunto: il referendum sul comune unico è stato indubbiamente un bel momento di democrazia, sicuramente l'evento politico-amministrativo che verrà ricordato dalla storiografia elbana di questi anni. Non è capitato mai che gli isolani fossero chiamati a decidere delle loro istituzioni con uno strumento di democrazia diretta. Può non piacere agli sconfitti, ma il dato è importante. Detto questo, mi azzardo a fare un'analisi del voto, spero obiettiva, avendolo vissuto senza isterismi: non pensavo affatto che dopo la proclamazione del comune unico ci sarebbe stata l'apocalisse o disgrazie appena poco inferiori, né che sarebbe iniziata un'età dell'oro; e neanche che se le cose rimangono così arriveremo alla catastrofe o ci logoreremo come vecchi arnesi. La domanda, secondo me, è se i contrari hanno veramente vinto o se sono i favorevoli che hanno perso. E la risposta è la seconda. Lieto di essere smentito, ovviamente, ma è innegabile che una sconfitta sul tavolo c'è. Partiamo dall'affluenza. Che l'astensione non fosse irrilevante era prevedibile, non fosse altro che per il fatto che una buona percentuale dei votanti sono finti residenti, ovvero persone domiciliate all'Elba spesso solo una settimana l'anno, detentori di residenze di comodo. E quasi sicuramente neanche al corrente del referendum. Ma altrettanto sicuramente non tanti da giustificare oltre il 50% di astensionismo. È evidente quindi che una fetta rilevante di elbani non era entusiasmata dal tema. Ritengo invece che chi sia andato a votare avesse le idee chiare per le proprie convinzioni personali, e che la campagna referendaria abbia smosso solo lo zero virgola. Non sono state le tesi dei due schieramenti a convincere i propri supporters, casomai sono state sposate da questi solo per partito preso. Questo sicuramente non ha giovato ai promotori del sì. Ma ritornando al dato dell'astensione si evince che gli stessi procomuneunico non hanno saputo giocare nel campo di quelli che non si erano formati un'opinione: non sono riusciti a portare alle urne con argomentazioni convincenti una percentuale che, astensionismo fisiologico a parte, poteva essere decisiva per la vittoria. Ma perché la loro campagna non è stata convincente? A mio parere per queste ragioni. 1) I contrari avevano un compito facile, solo opporsi al comune unico: non dovevano certo prefigurare uno scenario futuro, dovendo conservare l'esistente. I favorevoli invece non potevano soltanto impuntarsi sui limiti dell'attuale: era necessario coinvolgere in una programmazione condivisa. Una sfida obiettivamente difficile. Ma non ne sono stati all'altezza. 2) In un referendum dove le indicazioni dei partiti contavano meno di nulla, dato che i pro e i contro erano trasversali a ogni gruppo, alcuni esponenti dei favorevoli si sono fossilizzati con il giochino sterile e tipicamente novecentesco della categorizzazione dell'elettorato: ma il pdl che ne pensa?, ma il m5s dove si colloca? ma il pd che indicazioni dà? Credo che questa strategia sia stata addirittura suicida: a molti elettori il tema comuneunico è apparso come un dialogo inter nos tra politici, quello che si suol dire “se la cantano e se la suonano tra di loro”, con la presunzione che tutti ci dovessimo appassionare a volumi di comunicati in politichese, o peggio dovessimo seguire acriticamente segreterie che a malapena rappresentano se stesse. Prima che a questa gente qualcuno dia un benvenuto nel ventunesimo secolo, facciano autocritica per aver portato una giusta istanza a una rovinosa sconfitta. 3) Errore madornale dei favorevoli è stato quello di puntare tutta la comunicazione su esponenti politici e delle categorie economiche. Perché non si è coinvolto e buttato nella mischia anche appartenenti alla società civile? Personalità della cultura locale? Del volontariato? Degli studenti? Delle associazioni? Senza di essi, che avrebbero potuto legare e coinvolgere nella discussione una fetta più ampia della popolazione, il dibattito è sembrato, ribadisco, una tribuna politica, peraltro noiosa, tra elite. Insomma nell'anno di grazia 2013 è stata persa un'occasione. Il prossimo treno ripasserà solo quando le incrostazioni passatiste e campaniliste di questa generazione si estingueranno senza compianti.
Il Comitato del Si prende atto della pesante sconfitta
Il Comitato prende atto della pesante sconfitta subita col Referendum del 21/22 aprile ma è comunque orgoglioso di aver prima proposto e poi dato vita ad un’ipotesi diversa di organizzazione amministrativa dell’isola d’Elba in linea coi tempi , con le innovazioni informatiche , con le ristrettezze economiche della spending revew per gli enti locali ,con gli obblighi di legge per le gestioni associate dei servizi essenziali, col prossimo affidamento delle potestà di appalto dei piccoli comuni ad un’autorità esterna , col prossimo venturo patto di stabilità , con la necessità ineleudibile di un unico centro di promozione turistica dopo la chiusura dell’APT e il mancato decollo della gestione associata del Turismo, tutti temi che i nostri volontari, i nostri articoli , i nostri depliants hanno cercato con ogni mezzo di far capire al popolo elbano . Ma il popolo elbano ha detto no a larga maggioranza , con l’eccezione significativa di Portoferraio che induce a riflettere al di là dei numeri complessivi del risultato referendario . Non è certo dipeso da quei sindaci che hanno radunato , specie nella mattinata di lunedì , le proprie truppe cammellate per votare e votare no perché il Referendum non è passato nemmeno a Rio nell’Elba e a Capoliveri dove i sindaci hanno sostenuto da sempre la nostra iniziativa e allora da cosa è dipesa la nostra debacle ? Perché a Portoferraio SI che era il Comune egoisticamente meno interessato in quanto non obbligato a nessuna gestione associata e a nessun vincolo che hanno gli altri sette piccoli comuni ? E perché invece negli altri comuni una così schiacciante maggioranza dei contrari al comune unico? La paura del nuovo , del cambiamento , della perdita del sindaco della porta accanto che , se anche non ti può più aiutare a risolvere i tuoi problemi , lo ritieni essenziale per il tuo paese , i timori artatamente ingigantiti e falsati per la perdita del posto di lavoro ai dipendenti comunali e degli appalti e delle forniture per le aziende elbane e in ultimo il pericolo rosso della colonizzazione della Regione Toscana ? Tutto questo e forse anche qualcosa di più ma i contrari al comune unico hanno dimenticato che in tutti questi anni non siamo stati capaci di fare una discarica comprensoriale , un sistema di trasporti marittimi terrestri ed aerei efficienti e a costi competitivi come i servizi per cittadini e turisti sgravati dagli alti costi dell’energia e del personale , una portualità propulsiva anche per il turismo nautico , servizi socio sanitari pari almeno a quelli del continente e soprattutto un unico centro di marketing territoriale per competere con l’offerta turistica ormai globalizzata . Forse noi del Comitato non siamo stati adeguati al compito che ci avevano affidato le categorie economiche e produttive dell’Elba , stanche di dover affrontare otto sindaci , otto , anzi enne regolamenti , otto piani regolatori ed enne funzionari con ennne interpretazioni diverse di leggi e dei suddetti regolamenti e dei continui veti incrociati che hanno impedito di introitare oltre alle cosiddette nostre immaginarie entrate staordinarie sia regionali che statali previste per la fusione anche i proventi della tassa di sbarco e i risparmi sulle spese della politica . Forse appunto la colpa è stata anche nostra ma noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno per quasi due anni e al termine di questo appassionante lavoro vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato col loro volontariato con il loro contributo anche economico e siamo certi che il loro e il nostro impegno darà comunque prima o poi i suoi frutti e ci dispiace soltanto che tutti gli altri , che ,in buona fede hanno avuto paura, si dovranno pentire della loro scelta
Hanno prevalso lo spirito di conservazione e la diffidenza al cambiamento
di Danilo Alessi Sindaco di Rio nell'Elba
"Hanno prevalso lo spirito di conservazione e la diffidenza al cambiamento, alimentati dai sostenitori del NO che hanno evitato il confronto prefigurando lo sbocco unitario come una annessione al comune più grande e la perdita di identità e autonomia dei comuni minori.
Quello che mi sento di dire è che l’Elba ha perso una buona occasione per divenire più forte e competitiva e per superare le difficoltà che da anni penalizzano il nostro territorio.
L’amarezza per il risultato, però, non offusca la validità di una scelta che era giusto fare e che comunque ha avuto il merito, ricevendo il consenso di circa il 40% dei votanti, di far emergere problemi che sarà difficile accantonare se non assumendoci la responsabilità di accentuare un declino in cui l’isola sta lentamente scivolando.